Che era su un piccolo balconcino, l'unico tavolo in quel posto così romantico.

E se ne andò velocemente avvisandoci che un cameriere sarebbe venuto a prendere le nostre ordinazioni presto, il monegasco che spostava le sedia per me e aspettava mi accomodassi prima di prendere posto difronte.

E non ero mai stata ad un appuntamento del genere.

E il mio cuore non la smetteva di battere forte.

E tutto sembrò essere tornato a parecchi giorni prima, le nostre mani che tremavano leggermente mentre entrambi eravamo imbarazzati l'uno con l'altro.

Ed era una cosa carina. Ed era anche una cosa buffa.

Perché nonostante avessimo passato quattro giorni completi l'uno con l'altro, era bastato un singolo appuntamento per immettere in noi nuovamente quell'ansia imbarazzante dalle prime armi.

Perché non eravamo alle prime armi. Definitivamente.

"È un posto bellissimo." Esordii per spezzare il silenzio pesante.

"Lo è." E il cameriere ci interruppe e riflettei sulla pizza da prendere, il monegasco che mi precedeva mentre io ragionavo su quale scelta fosse la migliore.

E alla fine mi sciolsi, bianca con patatine che scivolava sulla lingua velocemente mentre il cameriere annuiva e se ne andava con il nostro ordine.

"Bianca con patatine?" E la sua voce era divertita, e mi sentivo quasi stupida.

"Non giudicare se non hai mai provato."

"Allora mi dovrai dare un pezo."

"Se ammetti che è la pizza migliore, si, lo puoi avere."

"Non è la pizza migliore."

"Si, lo è."

"Per un bambino che ha dieci anni, forse."

"Che stai cercando di dire?"

Lui scosse la testa e si mise una mano davanti al viso nascondendo un sorrisetto.
"Niente, niente."

"Meglio per te."

"È una minaccia?"

"Forse."

"Mh, ho paura."

"Dovresti. Sono molto forte, sai."

"Oh, lo vedo."

"No, davvero. Fai attenzione."

"Si, si, vedrò di non farti arabiare."

"Ti conviene." E lui non riuscì a trattenere ancora una risata, il mio volto completamente serio mentre lo guardavo ridere di me.

E le mie labbra si arricciarono contagiate.

La pizza arrivò presto e come promesso gli lasciai due pezzi, più che altro perché non mi entravano, e aspettai pazientemente che lui finisse la sua.

E il monegasco mi guardò scocciato e mi intimò di finire la mia pizza, io che scuotevo la testa mentre gli passavo un pezzo per farglielo assaggiare.

"Dai, hai promesso di non farmi arrabbiare."

"Devi finire di mangiare."

"Non sembra ma è pesante. Provala e dimmi che non è buonissima."

Diede un morso alla mia fetta e il suo volto rimase impassibile, io che lo guardavo aspettante mentre lui alzava le spalle neutralmente.

"C'è di meglio."

Gocce d'estate[C.L]Where stories live. Discover now