34. Appuntamento

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Uscii velocemente dalla doccia e mi tamponai lentamente i capelli con un asciugamano, un altro attorno al mio corpo mentre entravo in stanza e notavo fosse ancora vuota. Doveva essere ancora in doccia, Leclerc.

Presi velocemente l'intimo e l'abito che avevo fatto scivolare calcolatamente nella borsa mare quella mattina e mi diressi di nuovo verso il bagno, sul mio viso un sorrisetto birichino mentre mi tiravo su i vestiti addosso.

L'abito mi arrivava fino a metà coscia ed era in raso, l'orlo che mi avvolgeva il collo mentre mi fasciava le spalle rigidamente.
E accoglieva per bene le mie curve e me le definitiva dolcemente, il tessuto che mi cadeva morbido sui fianchi mentre mi stringeva la parte superiore.

Ed era veramente uno dei miei vestiti preferiti di sempre.

Presi ad asciugarmi i capelli con il phon, una spazzola rotonda nell'altra mano mentre me li allisciavo manualmente ciocca per ciocca. Ed ero abile in questo ormai.

E mi uscii un liscio morbido, i vari livelli dei miei capelli scalati che si vedevano più facilmente con quella tipologia di piega.

Ed era uno dei miei modi preferiti di portare i capelli, questo. E definitivamente quello che utilizzavo di più.

Mi misi un po' di mascara e mi spruzzai il mio solito profumo alla lavanda, una mano che bussava dolcemente sulla porta mentre l'aprivo e mi trovavo davanti la figura eterea del monegasco.

Perché ancora una volta era mozzafiato.

La camicia e i pantaloni neri lo fasciavano perfettamente mentre il mio sguardo si posava sui suoi capelli ancora umidi.

E lui era altrettanto silenzioso, i suoi occhi che mi scorrevano addosso mentre si bagnava velocemente le labbra.

"Sei bellissima." E gli angoli della mia bocca si alzarono dolcemente, il mio naso che si arricciava mentre alzavo di più il volto e ricambiavo l'intensità nel suo sguardo.

"Anche tu." E lo era. Lo era davvero.

Alzai un sopracciglio e gli feci segno di spostarsi un po', il suo volto completamente imbambolato mentre si spostava docilmente e mi lasciava andare verso la sua camera.

Che forse era diventata un po' nostra.

E mi misi velocemente i tacchi neri e la borsa dello stesso colore, la bacchetta del gloss colorato tra le mie mani mentre me lo mettevo rapida e mi dirigevo nuovamente verso il bagno.

E lo osservai strofinarsi velocemente i capelli con l'asciugamano e poi spruzzarsi il profumo, lui che quasi mi sbatteva addosso mentre lo guardavo divertita.

"Hai la testa tra le nuvole oggi, Leclerc?"

Le sue labbra ebbero uno spasmo leggero.
"Una cosa del genere." E mi prese per mano, ed uscimmo velocemente di casa, lui che mi portava verso il lungomare mentre mi chiedevo dove stessimo andando.

E sapevo che non mi avrebbe risposto se glielo avessi chiesto quindi neanche mi scomodai.

E ci fermammo difronte un locale dall'aria fiabesca, le rose rampicanti sulla struttura in roccia che gli davano un'aria ancora più romantica.

E in tutti quegli anni passati in questi posto, non avevo mai avuto il piacere di mangiare qui.

Ed ero felice che lui fosse con me nella mia prima volta.

Non si disturbò a mettersi un paio di occhiali da sole e lo guardai stralunata, il cassiere che doveva averlo riconosciuto mentre cercava di mantenere un tono professionale, fallendo miseramente, e si alzava per mostrarci il nostro tavolo.

Gocce d'estate[C.L]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora