Capitolo 42.

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Eravamo in auto, diretti all'hotel che avevo prenotato. Austin era rimasto piacevolmente sorpreso, aveva opposto un po' di resistenza quando l'avevo bendato, ma alla fine si era rilassato.

"Piccola, la sai gestire la mia Kelly, vero?"
Sembrava ben più in ansia per la sua auto che per la possibile destinazione.

"Non ti fidi di me Tin?" Dissi con una vocina suadente, delicata.

"Non volevo dire questo."

"Aha..mmh.."

Mi divertii un sacco lungo il tragitto a stuzzicarlo, per quanto la guida mi concedesse. Carezze, baci rubati durante gli stop ai semafori.

Quando arrivammo, lasciai l'auto con le chiavi inserite davanti all'hotel, se ne sarebbero occupati loro, poi presi Austin a braccetto e lo scortai all'interno.
Feci cenno con il dito davanti alle labbra, per chiedere silenzio alla reception e lo trascinai direttamente nell'ascensore. Pigiai il tasto dell'ultimo piano poi allacciai le braccia al collo di Austin.

Accarezzai lentamente il profilo delle sue labbra carnose, poi le baciai velocemente. Con le dita giocai con la sua barbetta ben curata, salii su e giù con il polpastrello sulla sua guancia.
Ero al settimo cielo.

"Mmh...siamo in un ascensore quindi."

"Forse."

"Decisamente. Ti piace proprio stare con me negli ascensori eh?"

Un brivido di eccitazione mi attraversò al ricordo dell'ultima volta che rimanemmo chiusi nell'ascensore.

"Oh si, puoi dirlo."

"Non è qualche festa a sorpresa o cose del genere vero?"

"Niente spoiler, Tin. Tra poco lo scoprirai."

L'ascensore intanto arrivò al piano. Lo spinsi in avanti. Di fronte a noi un'unica porta, dato che era l'unica suite all'ultimo piano.
Poggiai la chiave elettronica vicino al lettore e un appena percettibile "click" mi diede il via libera.
Lo tirai dentro la stanza e chiusi la porta alle nostre spalle.

"Al mio 3, puoi toglierti la benda."

"Ok."

"1..."
Mi tolsi la borsa dalla spalla e lo spolverino che copriva l'abitino succinto che mi ero messa per la serata.

"2.."
Mi spostai i capelli dietro l'orecchio e presi una manciata di petali di rosa.

"3." Si tolse la benda velocemente e in quel momento feci piovere su di lui i petali di rosa.

"Oh...wow." Si guardò intorno, mettendo a fuoco la bellissima stanza. Dopo quasi un minuto riportò lo sguardo su di me, degluttendo a vuoto alla vista del mio abitino.
Era cortissimo, attillato e con una scollatura profonda che metteva in risalto il decoltè. Era un bel po' sfacciato, non lo avrei indossato normalmente, ma era la serata giusta per essere sexy.

"Sorpresa!"

"Tu sei.."

Non completò la frase. Non c'era bisogno che la completasse. Lo vedevo nei suoi occhi.
Mi avvicinai a lui, lentamente.

"Cosa festeggiamo?" Sollevò un sopracciglio e facendo simultaneamente un sorrisino che mi fece saltare un battito.

"Noi Tin, festeggiamo noi. Ho chiuso con Blake, sono tua. Sono sempre stata tua."

Si avvicinò lentamente e sempre con estrema lentezza mi spostò una ciocca dietro l'orecchio. Dopo, tutto scomparve in una nube di passione che ci accompagnò fino al mattino.

*

Al mattino, i raggi del sole che filtravano attraverso le tapparelle, mi risvegliarono. Mi stiracchiai e nel farlo, sentii il posto accanto a me vuoto. Dov'era Austin?

"Austin?"

Nessuna risposta. Mi alzai, avvolgendomi in un lenzuolo per poi trascinarmi verso il bagno. Non era nemmeno lì. Presi il cellulare per fargli uno squillo, ma anche lì, dopo diversi tentativi, nessun risultato.
Mi feci una veloce doccia e mi vestii, in dieci minuti fui fuori dall'hotel. Il signore alla reception mi disse di averlo visto uscire qualche ora prima. Chiamai i gemelli per chiedere di lui, ma anche loro non lo avevano né visto né sentito.
Decisi di riprovare a chiamarlo e attesi pazientemente che rispondesse. Ma non ci fu risposta.
Arrivai quasi a casa, quando uno squillo mi fece trasalire.

"Pronto! Austin, dove sei?"

"Signora Ella Palmer?" Rispose una voce femminile. "Lei è il contatto d'emergenza dell'avvocato Miller, devo comunicarle che il signore è al pronto soccorso, per un incidente d'auto. La invito a raggiungerci al più presto e ad informare la famiglia."

"Cosa? Cosa..Co...Co.. come sta?"

"Signora per il momento è stabile ma non posso pronunciarmi oltre. Ci vediamo in ospedale. Arrivederci."

Chiusi la chiamata, con il cuore in gola e feci immediatamente retromarcia, indiirzzandomi verso il pronto soccorso. Le lacrime iniziarono a scorrermi sul viso, senza fermarsi, gareggiando per arrivare per prime, sul profilo della mandibola.  L'auto mi sembrava incredibilmente lenta, pur andando ben oltre il limite di velocità consentito.
Austin aveva bisogno di me, dovevo esserci, dovevo raggiungerlo

*

Erano ormai ore, da quanto ero seduta in sala d'attesa. Austinaveva avuto delle complicazioni per le quali, fu operato d'urgenza. Il mio cuore aveva perso diversi battiti in quelle ore  eppure ero ancora lì, piena di speranza.
Il mio Tin ce l'avrebbe fatta, ne ero sicura. Era troppo forte e attaccato alla vita, per lasciarmi. Non poteva farlo, no! Non glielo avrei mai perdonato.

Finalmente, la dottoressa stava venendo verso di me. Avrei voluto tempestarla di domande ma per fortuna, non ce ne fu bisogno.

"Signora Palmer, il paziente è stabile. Ha superato con successo le operazioni. La pressione nel cranio è rientrata, al momento è considerato fuori pericolo. Lo abbiamo spostato al terzo piano, in una camera di degenza vicina al reparto di terapia intensiva. Adesso, dobbiamo solo aspettare e sperare che si svegli." Mi disse, lentamente, scandendo le parole e dandomi conforto con delle lunghe carezze al braccio. "Sono positiva, vedrà che ce la farà, al momento nulla ci fa temere il peggio."

"Grazie. Posso andare da lui?"  Dissi, con un filo di voce.

"Certamente. Stanza 131, giri a sinistra appena accede al piano, poi prenda la seconda svolta a destra. A presto."

"Grazie." Senza perdere altro tempo, mi diresse a grandi passi verso il terzo piano. Non avevo nemmeno la pazienza di aspettare l'ascensore, quindi presi le scale e le salii a due alla volta, arrivando al terzo piano senza fiato. Seguii le indicazioni della dottoressa e trovai la 131.
Vedere Austin in quel letto, pieno di fasciature e flebo, mi fece scoppiare nuovamente in un pianto inconsolabile.

"Tin, sono qui. Amore mio ti prego, ti prego non lasciarmi." Tirai su col naso e presi un fazzoletto per ripulirmi la faccia, grondante di lacrime e moccio.

Gli presi la mano delicatamente e la strinsi nella mia. Passarono alcune ore, da quando ero con Tin. Nel frattempo avevo avvertito sua madre e i gemelli che a breve mi avrebbero raggiunto. La mamma di Tin aveva prenotato il primo volo disponibile e non sarebbe arrivata prima dell'indomani.

"Presto arriveranno i gemelli. Anche tua mamma sta arrivando, siamo qui per te Tin, quando ti sveglierai saremo qui per te."

Mi ricordai di avvisare anche l'ex di Tin, meritava di sapete e soprattutto lo meritava il bambino. La madre avrebbe trovato il giusto modo per dargli la notizia e Tin meritava la loro presenza al suo risveglio.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 02 ⏰

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