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Questi sono i primi giorni che trascorro nella scuola e contrariamente a come pensavo mi sto trovando bene.
Ho conosciuto parte dei ragazzi e sono tutti molto carini, persone cortesi e pronte a scambiare due chiacchiere.
Ma con Marisol è tutto un altro mondo, nel giro di una settimana è diventata la mia migliore amica.
Abbiamo scelto la stessa stanza, i letti vicini e non facciamo altro che sparlare tutte le notti.
È divertente e molto scaltra, andarci d'accordo è facile anche per una come me.
Con gli altri sì ho scambiato qualche parola ma ancora non ho fatto amicizia, è passato troppo poco tempo e in casa c'è ancora molto imbarazzo.
Io ho avuto la fortuna di incontrare Marisol che è di grande aiuto,perché quando ho bisogno di qualcosa posso contare su di lei.
Però non vedo l'ora di formare un gruppo solido con cui passare le serate a chiacchierare, proprio come i ragazzi della scorsa edizione.

<< Hai notato qualche bel ragazzo?>>
Mi chiede improvvisamente Marisol, mentre sono sdraiata supina sul divano con la testa poggiata sopra le sue ginocchia.
<<Ho pensato tutto tranne che a questo, tu?>>
Le rispondo sincera.
<<Petit è molto bello però non credo possa esserci qualcosa, siamo troppo diversi>>
Cerco di immaginare una Marisol con un Petit, un po' mi fa sorridere essendo che sono gli opposti. Poi mi riprendo subito e condivido il pensiero che nessuno sarà in grado di togliermi dal cervello.
<< Io in realtà non sono in cerca di una relazione, voglio concentrarmi sulla danza>>
Ammetto anche se con un po' di timore.
<< Per adesso, cambierai idea> >
Alzo gli occhi al cielo in cenno di resa anticipata, discutere con le ragazze in campo
"maschi alfa" è molto complicato.
<<Convinta tu...>>
<<Convinti tutti e ora muoviti, alzati da questo stupido letto e seguimi>>
<< Dove andiamo?>>
Le chiedo con tono spaventato.
<<In giardino>>
<<Posso prendere una felpa?>>
Mi fulmina con lo sguardo e poi fa cenno di disapprovazione.
<<No>>
Sono abituata a venire in giardino e non trovare nessuno, stavolta invece è pieno di persone.
Ci sono rimasta un po' male in realtà, mi sarebbe piaciuto avere un rifugio tutto mio in questa casa ma è impossibile.
Siamo più di venti persone che condividono gli stessi spazi ogni giorno...
Con alcuni di loro comunque non ho mai parlato, anche perché non tutti mi sono simpatici a prima vista.
Per alcuni mi è bastato sentirli parlare per detestarli. Un minimo confronto però dovrò avercelo, nonostante le mie paranoie.

<<Qualcuno di voi è in grado di cucinare, vero>>
Chiede ad un certo punto un ragazzo di nome
Matthew.
<<Soleil, fidatevi>>
Sento dire a Marisol con più enfasi del dovuto.
<< Buono a sapersi, domani prepara qualcosa che possa essere chiamato cibo, ti prego>> Mi chiede con tono supplichevole strappando una risata a tutti i presenti.
<<Va bene>>
<<Ragazzi, ma nella prossima puntata entrano altre persone?>>
Chiede di nuovo.
<<Probabilmente>>
Gli risponde un rossino, se non ricordo male allievo della maestra Anna.
<< Però non esce nessuno, vero?>>
<< Matthew, ma fai sul serio?>>
<<Che ansia bro!>>
Tutti lo guardano mischiano occhiatacce e risate.
L'unica cosa che ho capito di tutto il discorso è che io domani devo cucinare. Con il tempo i ragazzi sono entrati in casa e io sono rimasta sola con Simone, un ballerino di Emanuel Lo,
mio stesso professore.
Lui è uno di quelli con cui non ho mai parlato, non per un motivo vero e proprio. Diciamo che qualcosa mi blocca dall'andargli a parlare.
<<Felice?>>
Mi chiede "il biondino". Marisol lo chiama così.
<<Mh?>>
<< Dico, felice di essere riuscita ad entrare nella scuola?>>
<<Tanto, tu?>>
<<Anche>>
<<Come sono andati questi primi giorni, in casetta soprattutto?>>
Azzardo io.
<< Abbastanza bene, ho legato più o meno con tutti>>
<< Io solo con Marisol, però mi piacerebbe fare amicizia con gli altri>>
<< Dovresti aprirti di più>>
Ammetto di essermi irritata dopo questa affermazione, insomma neanche lo conosco.
<< Lo so...>>
<<Senti, visto che domani toccava a me cucinare... potresti insegnarmi, visto che non sono capace?>>
Si nota da un miglio il ripensamento che in questo momento lo sta attraversando.
<<Ci sto>>
<<Perfetto, però entriamo adesso che inizia a fare freddo e il maestro si arrabbia>>
Mi ha fatto piacere parlare con qualcuno di nuovo, però la conversazione è stata talmente noiosa,ero troppo imbarazzata per parlare, come al solito.
Tanto domani avremo occasione di parlare nuovamente e sarò sicuramente meno stanca e più lucida. Soprattutto spero di non ricordare il fatto dell'aprirmi di più.

...

<< Buongiorno bella addormentata, alzati che devi preparare il pranzo insieme al tuo principe azzurro>>
Sgrano gli occhi impaurita, cercando di capire il perché lei sappia di questa cosa.
<<Marisol, tu sei fuori di testa> >
<<Muoviti>>
<< Che palle>>
Svogliatamente mi alzo dal letto e mi do giusto una sistemata prima di raggiungere Simone in cucina.
Le ho già detto che l'unico mio pensiero è la danza e non voglio perdere tempo con relazioni, ma sono sicura che inizierà a fare battutine fastidiose senza senso, che faranno ridere gli altri e imbarazzare me.
<< Buongiorno sergente >>
<Buongiorno anche a te, dormito bene?>>
Ignoro la sua domanda e comincio a dargli ordini.
<< Prendi l'olio>>
<<Eccolo>>
<< Questo è aceto>>
<<Giusto, tieni>>
Non credo sia molto afferrato in cucina, in questo momento sta tremando come un bambino. Quando dovremmo accendere i fornelli come si comporterà?
<<Grazie>>
<<Aspetta, non arrivi nemmeno in punta di piedi>>
<<Con tutto il rispetto, ma che stronzo!>> Ride. Mi piace la sua risata, è vivace e mi mette di buonumore.
<< Nana...>>
<<Sergente manterreste un linguaggio consono alla persona che ha davanti? Con il tonno va bene?>>
Mi guarda come fossi il pupazzetto più ridicolo che c'è alle giostre.
<< È semplice da preparare?>>
<<Sì>>
<<Va benissimo allora e non ridere...›>
Proprio nel momento in cui mi sto sciogliendo, arriva il commento che più aspiravo ad evitare.
<< Quanto siete belli>>
<< Marisol ti spezzo le ossa, smettila ti prego>>
<< Ti amo anch'ioo>>
<< Ha ragione però, state proprio bene insieme>>
Guardo storto anche il suo amico.
<< Matthew, ti ha ricattato?>>
<<No>>
‹<Bah contenti voi...>>
Marisol è proprio fissata su queste cose, non ho parole. Comunque qui abbiamo finito, meglio che io vada da Emanuel. Non ho avuto l'occasione di parlare con lui dopo la puntata ma finalmente posso farlo e devo dire che sono molto agitata.

<<Ma buongiorno, come stai?>>
<< Abbastanza bene, sono ancora molto emozionata>>
Mi alzo in piedi ma mi fa segno di tornare alla posizione di prima.
<< Immagino. Allora ho deciso di darti un banco perché credo tu abbia molto potenziale, ammetto che il lavoro da fare è molto ma fondamentalmente è così per tutti e visto che siamo in una scuola, perché non darti una possibilità. Ho le idee ben chiare su cosa farti fare, sulle coreografie che i professionisti ti aiuteranno a preparare e sui passi a due con i ragazzi della nostra squadra, come per esempio Simone o un qualcosa tutto al femminile, che vede quindi insieme te e Chiara. Ho seguito le tue prime lezioni e sono contento dell'impegno che ci stai mettendo, spero solo di rivederlo anche nelle prossime altrimenti non mi faccio troppi problemi a mandare via te e gli altri, sia chiaro. Sono sicuro che insieme lavoreremo bene e senza problemi, l'unica cosa è che dobbiamo rafforzare questo carattere...› >
«‹Mannaggia, sì..>>
Gli dico con una delle mie solite risate nervose.
<< Hai qualche domanda,
oppure un dubbio?>>
<<Per adesso no, grazie mille. Volevo solo ringraziarti per l'opportunità che mi hai dato.
Prometto che non deluderò nessuna delle tue aspettative>>
<<Va bene, allora ti lascio andare. Ci vediamo domani. Puntuale e con tutto l'occorente,
intesi?>>
<<Intesi, a domani, grazie ancora> >
<<Figurati, ciao Sole>>
Sono molto contenta di poter lavorare con lui, credo sia l'unico in grado di sapere trattare il mio carattere complicato. Ho bisogno di qualcuno che mi sprinti a tirare fuori il meglio di me. Comunque non vedo l'ora di mettermi a lavoro, ho voglia di collaborare con i professionisti meravigliosi che la scuola ci mette a disposizione.
<<Soleil stai tornando a casa?>>
Faccio un balzo all'indietro con il fiato mozzato, che spavento.
<<Sì, anche tu?>>
<<Andiamo insieme?>>

<< Va bene...sì però aspettami Simone!>>

soprattutto con te || simone galluzzo Where stories live. Discover now