Capitolo quindici: Xyiónn

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Anno 2150

Erano passati più di tre mesi da quando si era unita alla banda di Haeist e doveva ammettere che, contrariamente a quanto pronosticato, l’ambiente sulla nave si era svelato addirittura piacevole. Cercava qualsiasi escamotage per distrarsi dalle preoccupazioni e dalla malinconia: se al momento non poteva migliorare la propria condizione, allora tanto valeva non pensarci affatto.

Passava la maggior parte del tempo a fianco dei suoi compagni e così facendo apprendeva nuovi aspetti sulla vita dei mercenari.

Qualche settimana prima l'intero equipaggio aveva preso parte a una missione e lei, che desiderava con tutta se stessa uscire all’aria aperta, aveva insistito molto per poter partecipare. Nonostante le sue suppliche Lukasz non gliel’aveva permesso: “Non ancora Malysh’ka”, si era limitato a rispondere, e l’aveva lasciata lì, in compagnia di Morlin.

Passarono i giorni e proprio quando Nina stava iniziando a perdere le speranze fu convocata dal Comandante. Quando se lo trovò davanti non riuscì a reprimere una smorfia seccata.

«Mi hai fatto chiamare?» borbottò.

Lukasz se ne stava lì a braccia conserte, scrutandola con un espressione indecifrabile sul viso.

«Siamo in orbita su Xyiónn.» annunciò.

«Bene» rispose Nina senza entusiasmo, «ordini?»

Lui lanciò una lunga occhiata e infine le fece un cenno con il capo.

«Forza, preparati. Usciamo.»

Furono tre semplici parole, ma lei reagì come se avesse udito la più bella dichiarazione d’amore: si portò le mani alla bocca, sgranando gli occhi lucidi dall’emozione. Annuì energicamente e senza farselo ripetere una seconda volta si precipitò in direzione della cabina rischiando di scontrarsi contro un gruppetto di compagni.

Quando poco più tardi scoprì che sarebbero usciti da soli si sentì, se possibile, ancora più elettrizzata. In presenza degli altri Lukasz conservava un atteggiamento per lo più distaccato e autorevole, ma quando rimanevano soli si toglieva di dosso le vesti da comandante e quel cipiglio serio che lo accompagnava durante il giorno.
Spesso si trattava solo di chiacchiere, mentre altre volte si inoltravano in quelle fitte conversazioni esistenziali senza capo né coda che tanto le piacevano. Lukasz era un pozzo di sapienza e Nina, la cui sete di conoscenza era pantagruelica, attingeva da lui assiduamente.

Attendeva speranzosa quei momenti e faceva di tutto affinché si dilungassero il più possibile, perché rappresentavano brevi parentesi di normalità in cui provava l’impagabile sensazione di essere compresa da un suo simile.

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Xyiónn

Una sferzata d’aria gelida le pizzicò le guance e d’impulso si portò il bavero della giacca fin sopra il naso. Forse qualche strato di stoffa in più non avrebbe guastato ma ormai era troppo tardi per risalire. Seppellì le mani nelle tasche e balzò giù dalla scialuppa per raggiungere Lukasz che l’aspettava poco più avanti.

Xyiónn era un piccolo pianeta dalla forza gravitazionale minima. Ogni movimento fisico risultava più fluido, più veloce, e Nina si sentiva talmente leggera da essere trasportata via come una foglia a ogni folata di vento.

«Niente maschera?»

«Nah, qui non ne ho bisogno.»

«Allora… dove siamo diretti esattamente?»

Lukasz indicò un punto alle sue spalle e lei seguì con lo sguardo la traiettoria del suo indice. «Laggiù, oltre quella coltre di nebbia, si nasconde una mia vecchia conoscenza. È un ex membro dell’equipaggio che decise di ritirarsi su questo pianeta tempo fa per godersi gli ultimi anni di vita nella quiete.»

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 30, 2023 ⏰

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