VIII. Un amico di diamanti

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Arrivai al mio terzo anno ad Hogwarts in perfetta forma. Non ero mai stata così curata nell'aspetto e nel portamento. Dopotutto avevo avuto tempo di osservare il migliore dei maestri per tutta l'estate. Il mio corpo cambiava ad un ritmo incalzante e questo mi fece un enorme piacere. Ogni nuova forma che prendeva, ogni dettaglio che migliorava, mi rendeva sempre più fiera e più innamorata della bellezza che i miei genitori mi avevano lasciato in eredità. Scoprii con un po' di dispiacere di assomigliare più a mio padre che a mia madre, ma non ci pensai troppo. I miei pensieri erano altrove. Avevo un piano da portare a termine. 

 I ragazzi attorno a me iniziarono a guardarmi con desiderio e le ragazze con sfida. La cosa mi fece divertire, ma preferivo non farmi notare troppo, per paura che qualcuno potesse rovinare questa mia bellezza, la cosa più cara che avevo. I miei progetti richiedevano di nuovo l'infrangere di diverse regole, quindi il mio rapporto con i professori divenne ancora più difficile. 

 Ricevetti tante punizioni che con difficoltà e astuzia riuscii a evitare o limitare, ma questo ebbe anche un effetto positivo, la mia condotta allontanava gli altri e soffocava la loro curiosità nei miei confronti. 

 E poi c'era Tom. Spesso mi ritrovavo ad ammirarlo da lontano, anche il suo corpo cresceva e cambiava e con esso il suo fascino aumentava. Era spesso al centro dell'attenzione, aveva per tutti qualcosa di lusinghevole da dire, o almeno per coloro che meritavano di essere presi in considerazione. Ignorava molto crudelmente coloro che non considerava alla sua altezza e la cosa mi divertiva. Specialmente la disperazione delle ragazze. 

Non pensavo che qualcuno potesse essere così stupido. Come facevano solamente a pensare di avere la possibilità di essere considerate da qualcuno come lui? Non riuscivano proprio ad accorgersi che di fondo esistono delle differenze che pongono le persone su diversi livelli e che per poter arrivare al suo bisognava lavorare duramente e a lungo. 

 Meglio così, io ero cosciente di tale fatto e questo già mi dava una possibilità, possibilità che loro, nella loro ignoranza, non avrebbero mai avuto. 

 Verso la fine del terzo anno finalmente finii l'ambizioso progetto che mi ero promessa di fare. Ora nessuno mi avrebbe potuto più ferire, perché accanto a me avrei sempre avuto un angelo custode a proteggermi.

 Il serpente di diamante, credo sia ancora oggi, la mia miglior creazione. Donando ad un serpente incredibili poteri che lo resero forte e indistruttibile, lui mi rimase sempre grato, diventando mio compagno fedele e protettore. Resi la sua pelle forte e bella come diamante, immune a qualsiasi maledizione o al semplice deperimento da parte del tempo, oserei dire che lo avevo reso in un certo modo immortale, nemmeno io conoscevo un modo per distruggerlo. Gli diedi l'opportunità di ingrandirsi e rimpicciolirsi a suo piacimento. Non aveva più bisogno di cibo per sopravvivere, se non di una mia goccia di sangue ogni settimana per rimanere attivo. Ed era in grado di immagazzinare ricordi, come un Pensatoio. Caratteristica che gli avevo donato per poter immagazzinare i miei stessi ricordi, in modo tale da rendere indelebile il mio orribile passato, quanto la mia futura grandezza.

 Il suo veleno, infine, poteva uccidere e rubare i ricordi di qualcuno, se io glielo avessi ordinato. Quando lo vidi prendere vita nella sua nuova forma, fui terribilmente incantata delle mie capacità e per un secondo fui convinta di essere la strega più potente del mondo. 

 Quanta felicità provai quel giorno e con quale arroganza feci la mia entrata nella Sala Grande accompagnata da una delle più incredibili opere magiche mai fatte. L'espressione di tutti era di totale smarrimento e meraviglia. Ma non quella di Tom. Era sì sorpreso, ma anche turbato. 

Guardava il mio serpente con un desiderio quasi ossessivo. Lo voleva per lui, lo capii subito, ma io non potevo abbandonare la mia grande opera e lei non avrebbe mai abbandonato me, qualcosa di veramente forte ci legava uno all'altro, nessuno ci avrebbe divisi. Nemmeno Tom, a cui però sentivo di dover molto di più e per il quale volevo fare molto di più.

Il Diario Segreto di una Strega PerdutaWhere stories live. Discover now