Lettera dei personaggi ai lettori

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Siate i benvenuti.
Questa pièce è un prologo.
Qui non sentirete nulla che non abbiate già sentito.
Qui non vedrete nulla che non abbiate già visto.
Qui non vedrete nulla di ciò che qui avete sempre visto.
Qui non sentirete nulla di ciò che qui avete sempre sentito.
Voi sentirete quello che altrimenti avete visto.
Voi sentirete quello che qui altrimenti non avete mai visto.
Voi non lèggerete un libro.
Il piacere del vostro occhio non verrà soddisfatto.

Voi vedrete uno spettacolo senza immagini.

Voi vi aspettavate qualcosa.
Voi forse vi aspettavate qualcos'altro.
Vi aspettavate delle trame nuove.
Vi aspettavate un'atmosfera.
Vi aspettavate un altro mondo.

In ogni caso vi aspettavate qualcosa.
Caso mai vi aspettavate quello che adesso sentite qui.

Noi non possiamo essere ambigui.
Non possiamo essere equivoci. Noi non siamo dei clown.
Non siamo in un'arena. Voi non godete del senso di potere degli accerchiatori. Voi non godete della comicità della vista dal retro. Voi non godete della comicità dell'insidia degli oggetti. Voi godete della comicità delle parole.

Qui non vengono sfruttate le possibilità del romanzo. Non viene misurato l'ambito delle possibilità. Il romanzo non viene scatenato. Il romanzo viene incatenato. Il destino qui è inteso in senso ironico. Noi non siamo teatrali. La nostra comicità non è travolgente. Il vostro riso non può essere liberatorio. A noi non piace la finzione narrativa. Noi non fingiamo un mondo per voi. Questa non è la metà di un mondo. Noi non formiamo due mondi.

Voi siete il tema. Voi siete al centro dell'interesse. Qui non si agisce, qui voi venite trattati. Questo non è un gioco di parole. Qui voi non venite trattati come singoli esseri umani. Qui voi non siete singoli. Qui non avete particolari segni distintivi. Non avete particolari fisionomie. Voi qui non siete un individuo. Non avete profili. Non avete un destino. Non avete una storia. Non avete un passato. Non siete una scheda segnaletica. Non avete un'esperienza di vita. Voi qui avete un'esperienza. Voi avete quel certo qualche cosa. Voi siete spettatori di storie. Voi non interessate per le vostre qualità. Voi interessate nella vostra qualità di spettatori e lettori. Voi qui, in quanto lettori, costituite uno schema. Voi non siete delle personalità. Voi non siete una singola unità.

Voi siete una pluralità di persone. I vostri volti sono rivolti in una direzione. Siete orientati. Le vostre orecchie sentono le stesse cose. Voi siete un evento. Voi siete l'evento.
Voi venite squadrati da noi. Ma voi non costituite un'immagine. Voi non siete simbolici. Voi siete un ornamento. Voi siete un modello. Voi avete caratteristiche che qui hanno tutti. Voi avete caratteristiche comuni. Voi siete un genere. Voi formate un modello. Voi fate la stessa cosa e non fate la stessa cosa: voi guardate in una direzione.

Voi non vi alzate e non guardate in direzioni diverse. Voi siete un modello e avete un modello. Voi avete uno schema modello con cui siete venuti qui a leggere.

Voi avete l'idea modello che qui è sopra e che lì da voi è sotto.

Voi avete l'idea di due mondi. Voi avete l'idea modello del mondo del romanzo.

Adesso voi non avete bisogno di questo modello. Voi qui non assistete a una pièce teatrale. Voi non assistete.

Voi siete al centro.
Voi siete nel punto focale.
Voi venite infuocati.
Voi potete prendere fuoco.

Non avete bisogno di un modello.
Voi siete il modello. Voi siete scoperti.
Voi siete la scoperta della serata.

Voi ci infuocate.

Le nostre parole si accendono su di voi.

Da voi la scintilla si trasmette a noi.

Rivisitazione del testo "Insulti al pubblico" dello scrittore austriaco Peter Handke.

DEAR ENEMY - Amore, crimini e altri motivi per cui dovrei lasciare il paeseWhere stories live. Discover now