Capitolo 13: Oltre la paura

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Finalmente il giorno tanto atteso era arrivato.
Era una calda domenica di settembre e, finalmente, anche io mi recavo in aeroporto.
Quella mattina mi sembrava di impazzire, l'aeroporto era pienissimo e la gente correva da ogni parte per non perdere il volo.
Tirai fuori dal mio zainetto il cellulare e digitai velocemente un messaggio.
'' Ho paura. ''
La risposta di Davide fu rapida, come sempre.
'' E' una cavolata, vedrai che ti piacerà! :) ''
Deglutii fissando lo schermo.
Non mi piaceva per niente.

Nonna aveva deciso di accompagnarmi fino all'area del check-in, voleva che io sentissi meno la sua lontananza.
<< Sei tranquilla? >> Mi chiese dolcemente.
<< Si. >> Risposi secca, guardando in basso.
<< E' superando le proprie paure che si diventa grandi. >>
Sorrisi alle parole di nonna, stringendo la mano sinistra in un pugno per il nervosismo.
La fila avanzava e, a breve, avrei dovuto eseguire tutta la procedura richiesta dai controlli.

<< Documento d'identità. >>
La voce della segretaria era squillante.
Ero distratta e non avevo notato che fosse già il mio turno.
<< S-scusi! >>
Velocemente aprii lo zainetto, tirando fuori tutti i documenti, poi avvicinai le mie valigie.
<< Perfetto, si diriga verso il corridoio che vede lì infondo a destra. Una volta superati i controlli dovrà fermarsi davanti ad un altro box, passati anche quei controlli ci sarà una navetta che la porterà fino al suo aereo. >>
Annuii senza capire niente.
La mia testa pulsava e le orecchie fischiavano.
La mia ansia stava iniziando a farmi stare male.

<< Chiara, sicura di stare bene? >> Domandò nonna Amelia, guardandomi negli occhi.
<< Sisi nonna, sto bene, davvero. >>
<< Sei troppo agitata. >> Fece lei, accarezzandomi il viso.
<< Non so, le altezze mi fanno paura. >> Risposi.
<< Oh, tesoro... Non devi avere paura. In aereo potrai fare tantissime attività, magari leggere un bel libro potrà aiutarti a stare meglio, fidati. Non farti abbattere dai tuoi pensieri, non accadrà nulla. >>
<< Lo so che non accadrà niente. >> Dissi quasi sottovoce.
<< E allora cosa ti preoccupa? >>
<< E' che... Ho paura di star male a causa dei miei attacchi di panico. In queste situazioni diventano davvero ingestibili... >>
Nonna mi sorrise, abbracciandomi.
<< Non ti succederà nulla, tesoro mio. I tuoi pensieri non avranno alcun potere su di te. Ricordati le parole della Dottoressa Felicia, mi raccomando. >>

Quando fui pronta ad andare salutai nonna Amelia, andando anche da nonno Franco che, nel frattempo, si era messo in disparte per non farsi vedere in lacrime da me.
Passai tutti i controlli e salì sulla navetta.
Il cuore iniziava a martellarmi sempre più forte nel petto.
I suoni, le voci dei passeggeri, il rombo dei motori... Tutto mi confondeva e mi mandava ancora di più nel panico.
Chiusi gli occhi sperando di trovarmi all'interno di un incubo, dal quale mi sarei risvegliata poco dopo.
Non posso credere che lo sto facendo davvero.

<< Finalmente siamo arrivati! Il lato dell'oblò è mio. >>
La voce del ragazzo alle mie spalle era davvero fastidiosa.
Vorrei essere tranquilla come lui...

Scesi dal bus ed iniziai a salire lungo le scale del mio aereo.
Alla porta del velivolo ci attendeva una dolcissima hostess che, col suo sorriso gentile, trasmetteva una calma ed un'allegria incredibile.
<< Benvenuta! >>
Esclamò salutandomi.
<< Grazie. >> Sussurrai.

Controllai il biglietto: fila G posto 4.
Il mio sedile era proprio accanto al finestrino.
Merda!
Non volevo sedermi lì, non avrei avuto il coraggio di guardare.
Le altezze mi terrorizzavano, rimanere lì era una follia.
Le mie mani erano sudate, il mio corpo era freddo ed il mio respiro era corto.
Avevo la sensazione di morire.
L'attacco di panico si stava palesando.

Dolce amaroWhere stories live. Discover now