3. Pazzi da pensare che possa funzionare.

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---------------Canzoni del capitolo.----

I wanna be yours- Arctic Monkeys 

Close as strangers- 5 seconds of summer.

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Mia si svegliò presto il lunedì successivo alla partita, dopo la sua abbondante colazione si vestì per andare al lavoro e rimase chiusa nel suo ufficio fino all'ora di pranzo. La mattinata era stata pesante, i suoi colleghi erano particolarmente tesi per l'imminente uscita del giornale, sembravano non decidere mai sull'impaginazione e Mia tentò di collaborare in tutti i modi, ma nulla sembrava accontentarli. 

Il suo collega Andrea, veterano del giornale, tentò di rincuorarla facendole capire come non fossero le sue idee ad essere il problema, ma la tensione che i loro collaboratori si portavano dietro e che non permetteva loro di ragionare. Andrea chiese a Mia di seguirlo per pranzo ma la ragazza rifiutò, nonostante non avesse impegni.

Non era la prima volta che glielo chiedeva, da quando era arrivata Andrea aveva un occhio di riguardo per Mia, ma la ragazza era convinta fosse solo molto educato. 

Raggiunse dal centro di Torino, la zona periferica dove abitava, non distante da dove abitava anche  Dušan, non lontana da tutti quei luoghi che appartenevano alla Juventus. Non aveva voglia di pranzare, solo di mangiare qualcosa di dolce, era vicina ai giorni del ciclo e sentiva sempre il bisogno di cioccolato. 

"Ciao Mia, ti porto il solito?" le chiese gentilmente la signora Lucia, proprietaria del locale che ormai era diventata una conoscente affidabile per Mia.

"Si grazie Lucia, mi siedo qui." Mia le indicò un tavolo vicino al vetro da cui si vedeva la strada. Sedendosi constatò come le macchine non passassero costantemente, la maggior parte delle persone probabilmente stava pranzando o era ancora al lavoro. 

"Ma guarda chi abbiamo qui, colei che fa promesse e non le mantiene." la voce di Dušan le arrivò nitidamente alle orecchie, l'accento balcanico le fece perdere un battito, Mia adorava quando Dušan lo marcava, soprattutto quando lo faceva inconsciamente. Mia spalancò gli occhi sorpresa di vederselo davanti in tutta la sua bellezza, vestito con dei pantaloni della tuta blu, la felpa dello stesso colore e la maglia bianca sotto. Lo osservò per qualche secondo incredula per poi parlare.

"Ciao anche a te Dušan, che ci fai qui?" aveva i battiti accelerati, odiava e amava quella sensazione di vuoto che le si creava allo stomaco ogni volta che lo vedeva.

"Nulla di che, vengo qui spesso per prendere un caffè dopo gli allenamenti, tu invece?" le domandò sedendosi al tavolo con lei ."Posso sedermi?"

"Ormai ti sei già seduto, comunque avevo voglia di dolce e sono venuta qua." Dušan ghignò per quella risposta alzando il sopracciglio.

"Se vuoi me ne vado". Fece per alzarsi ma Mia lo bloccò prontamente. 

"Non fare il solito permaloso, siediti." 

"Allora, ti è piaciuto il mio goal?" Dušan lo chiese con fare altezzoso, voleva provocarla, voleva tornare alla conversazione avuta poco dopo la partita, perché in quel momento gli interessava solo di quello. Non si aspettava di trovarla lì, era un cliente abituale del posto ma non aveva mai incontrato Mia prima d'ora, era rimasto piacevolmente sorpreso.

"Devo dire che ne ho visti di meglio, il goal del pareggio di Biraghi lo preferisco sinceramente." Lo disse in modo saccente Mia anche lei pronta alla sfida, alla provocazione, non avrebbe mai ceduto alla gara contro il ragazzo che aveva di fronte.

"Ah certo intendi quel goal fatto a porta vuota, facile segnare così, sarebbe stato un incapace se non avesse segnato." Rispose prontamente Dušan serio. Era abituato ai complimenti non alle provocazioni. Di solito le ragazze morivano dalla voglia di fargli notare quanto fosse bravo, Mia invece, aveva sempre qualche asso nella manica per lui.

To live for the hope of it all.- Dušan Vlahović.حيث تعيش القصص. اكتشف الآن