E quando si decise a chiudere la porta mi spogliai, infilandomi la maglietta rossa enorme che mi fece scuotere la testa sorridente quando notai fosse Ferrari.

Mi arrivava fino a buon parte della coscia ed era certamente più lunga del vestito che avevo indossato quella sera.

Mi misi i pantaloncini e notai fossero troppo grandi e mi andassero larghissimi, così me li tolsi, più che altro mi scivolarono via, e li misi da parte lavandomi i denti.

Me li sciacquai circa tre volte e poi mi lavai la faccia, togliendo i residui del mascara e cercando di recuperare un po' di colore.

Poggiai il mio vestito sul davanzale della finestra, sentendo l'aria fredda scontrarsi sulla mia pelle e uscii dal bagno cercando Leclerc, guardando a destra e sinistra e vedendo solo un corridoio buio.

"Charles?" Lo chiamai titubante, sentendo dei passi veloci alla mia destra e il ragazzo in questione volarmi davanti.

"Che c'è? Non ti senti bene? Hai bisogno di qualcosa?"

Guardai sorpresa il suo viso preoccupato e alzai leggermente gli angoli della mia bocca, scuotendo la testa e porgendogli semplicemente il pantaloncino.

"Mi sta troppo grande." Dissi mordicchiandomi un labbro, e mi accorsi che fosse corso via dalla sua stanza, mentre probabilmente si stava cambiando, senza maglietta.

Guardai dall'altro lato mentre con la coda dell'occhio lo vidi annuire a sé stesso.
"Ok, intanto vai in cucina, io ti raggiungo subito."

Girò i tacchi e sparì verso una delle camere buie, accendendo finalmente la luce.

Ed evitai di guardare la sua schiena mentre si allontanava, evitai davvero; ma la curiosità di sapere quale fosse la sua stanza aveva vinto, e con lei l'altra parte di me che voleva davvero tanto dare una sbirciatina ai suoi muscoli.

Mi diressi verso la cucina e mi sedetti su uno sgabello, osservandomi le unghie smaltate bianche mentre aspettavo che arrivasse anche lui.

Pochi secondi dopo avevo sentito di nuovo i suoi passi e successivamente aveva fatto capolino nella stanza, indossando una maglia semplice nera e dei pantaloncini bianchi.

Mi guardò qualche secondo più del necessario e poi si mise difronte a me, dall'altro lato del bancone.

"Che cosa gradiresti?" Mi aveva chiesto.

Gli sorrisi educatamente scuotendo le mani.
"No, non c'è bisogno, davvero. E poi non ho tanta fame."

"Non mi interessa, devi mangiare qualcosa." Disse testardamente e poi si portò una mano dietro la nuca chiaramente in difficoltà. "Emh, io ti posso fare un po' di pasta se vuoi, ma non sono un ottimo cuoco."

Sorrisi divertita e mi misi una mano sotto il mento, facendo finta di pensare profondamente.
"Mh- ti piacciono i pancake?"

Lui si morse leggermente un labbro e si poggio con i gomiti al bancone, abbassandosi alla mia altezza.
"Si ma non li so cucinare."

Alzai le spalle scendendo dallo sgabello per dirigermi verso il frigorifero, prendendo gli ingredienti necessari per due persone e facendogli segno di accomodarsi sullo sgabello su cui ero ancora seduta qualche secondo prima.

"Sia da il caso," dissi rompendo un uovo e iniziando a mescolare, "che io sia la migliore cucinatrice di pancake al mondo!"

Mi sorrise divertito e si poggiò sulla sua mano, guardando distrattamente ogni mio singolo movimento.
"Si? I brownies li hai fatti tu, giusto?"

Gocce d'estate[C.L]Where stories live. Discover now