1.Prologo

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-----------------------Canzoni del capitolo.

Dress- Taylor Swift.

I'm yours- Isabel LaRosa.

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La musica risuonava per tutto il locale, un ridondante suono fastidioso che continuava a propagarsi per quelle mura. Una melodia pesante e assordante che Mia non avrebbe ascoltato nella sua quotidianità, non l'avrebbe ascoltata neanche sotto tortura in realtà, ma quella sera i suoi timpani erano sacrificabili.

Una quantità enorme di persone le ballava addosso come se fossero tutti lì per lo stesso motivo; una serata in compagnia dei propri amici, ballare e bere fino a dimenticare il proprio nome. Mia aveva pensato a questa ultima ipotesi ma essendo astemia ogni possibilità sfumava ancora prima di essere messa in campo. Il solo odore dell'alcool le dava il volta stomaco e rimanere vicino a quelle persone così intrise di alcolici la mandava fuori di testa. Anche quest'ultima, quella sera, era sacrificabile.

Mia si stava guardando intorno, cercando un unico obiettivo, un'unica persona, la stessa per la quale si era ritrovata a convincere  suo cugino Paolo a portarla in quel posto. 

"Non fai prima a chiamarlo? Così lo raggiungi direttamente" Mia sussultò quando il cugino le proferì queste parole, non si era accorta che il ragazzo fosse tornato dal bancone del bar con il suo drink in mano.

"Assolutamente no, non deve credere che sia qua per starci insieme. Sei tu che mi hai chiesto di uscire a ballare, e caso vuole, siamo nello stesso locale con lui e i suoi amici." Più che convincere Paolo, Mia cercava di convincere se stessa, magari le cose fossero andate davvero in quel modo. Mia aveva appreso la notizia che Dušan e alcuni suoi compagni di squadra si trovassero in quel locale grazie a instagram, aveva visto delle storie e in un millesimo di secondo si era catapultata nella stanza affianco alla sua, quella di suo cugino pregandolo di portarla a ballare .

Paolo era a conoscenza della situazione tra i due ragazzi e si meravigliava di come la cugina potesse essere così coinvolta in qualcosa che sembrava essere più grande di lei. Vedendola pregarlo però non se la sentì di dirle di no, acconsentì a quella assurda richiesta. Si vestì in modo semplice mentre la cugina imprecava indossando un tubino nero stretto che avrebbe messo in evidenza le sue forme.

"Sisi, continua a fare il clown magari ti assumono al circo." le rispose seccato Paolo iniziando a vagare con lo sguardo, anche lui aveva iniziato a cercare Dušan, in realtà sperava se ne fosse già andato così che Mia potesse tornare a casa, senza passare un'altra notte nelle braccia di un ragazzo che, senza accorgersene ,la stava consumando.

"AH ah ah divertente, ora per favore fammi una foto decente che voglio postarla nelle storie." passò subito il cellulare a Paolo, colto alla sprovvista da quella richiesta; sapeva era un subdolo modo per attirare l'attenzione del giocatore.

"E va bene, questa è l'ultima volta che ti faccio un favore." disse Paolo prendendo in mano il telefono della cugina. I due riuscirono a spostarsi verso un tavolino da poco lasciato libero. Mia vi si appoggiò  mettendosi in un  posa provocante volta ad attirare l'attenzione, non di tutti ma di uno solo. Non ci mise molto a pubblicarla nelle storie, sicuramente le sue amiche le avrebbero risposto subito curiose di sapere cosa ci facesse in un locale così distante dai suoi gusti.

Mia non era sicura però che poco più lontano, il ragazzo su cui sperava di far colpo quella sera, aveva appena preso in mano il telefono annoiato dalla conversazione con i suoi amici. Dušan, notò subito la nuova storia di Mia e non ci mise molto a perdere un battito quando vide quella foto.

Il tubino nero della ragazza la fasciava alla perfezione, metteva in evidenza tutte le sue curve, perché lei non era una modella, non lavorava nel modo dello spettacolo. La natura non le aveva donato un fisico perfetto come quello delle ragazze con cui il calciatore era solito a divertirsi. La natura non le aveva donato un viso privo di imperfezioni; ciò con cui aveva conquistato l'attenzione del ragazzo era il suo sguardo. Mia aveva due occhi marroni, grandi e penetranti, ogni volta che lo guardava , Dušan credeva che la sua anima fosse trafitta da quello sguardo, credeva che potesse leggerlo come un libro. 

To live for the hope of it all.- Dušan Vlahović.Where stories live. Discover now