Che tipo di persona farebbe una cosa del genere?

Start from the beginning
                                    

"Non posso fare a meno di notare che qualcosa non quadra" sospirò. "Spero che tu possa confidarmi la verità."

La paura mi pervase nuovamente. Cosa stava cercando di scoprire Colin?

"Sono preoccupato per te, Ember," mi disse, portando una mano al mio viso e accarezzandolo, provocandomi una scarica elettrica.

"Preoccupato?" chiesi confusa.

"Sei molto stanca ultimamente, tuo fratello è preoccupato, e dopo ieri sera, devo sapere che stai bene."

Lo guardai negli occhi per un momento e il fiato mi morì in gola.

"Levon è..."

"Ancora quella storia? Ascoltami attentamente, non te lo dirò di nuovo. Non esiste nessuno con quel nome in questa città. Devi togliertelo dalla testa. Non hai ucciso nessuno, non hai fatto niente di male, e hai ballato con me. Ora, piccola Ember, ti farò una domanda e voglio una risposta sincera."

Lo fissai intensamente e annuii quando parlò in quel modo. Non avrei lasciato correre così facilmente, ma non potevo permettere a nessuno di scoprirlo.

"Mi hai sognato?" fece un passo verso di me.

Di tutte le domande, proprio questa?

"Io... perché mai avrei dovuto sognarti?" lo respinsi leggermente. Aveva sentito il suo nome? Che imbarazzo, pensai tra me e me.

"L'hai fatto" constatò. Era davvero difficile mentire ai Campbell e anche se non capivo il motivo, sapevo che non l'avrei passata liscia.

"Finiscila, Colin."

Socchiusi gli occhi per un istante e dopo averli riaperti guardai la stanza, notando che era tutta pulita. Era come se la festa non fosse mai accaduta. Dovevo ammettere che erano stati abili a mettere tutto in ordine in così poco tempo.

"Ti stai estraniando, guardami."

Alzai il mio sguardo sul suo quando schioccò le dita, riportandomi alla realtà.

"Cosa vuoi? Non ti ho sognato, e no, non ricordo di aver ballato con te ieri sera. In realtà, non ho nemmeno idea del perché avrei dovuto rivolgerti la parola. Non ti piaccio, non siamo amici da anni, e ti sei comportato come un grandissimo idiota."

"Che carrellata di complimenti," fece un altro passo verso di me, visibilmente irritato.

"Oh, posso fartene altri se vuoi. Non ballerei con te nemmeno se fossi l'ultima persona sulla terra. Mi hai rovinato la vita quella sera, ma sembri non ricordartelo."

"Hai finito?" chiese una volta che fu così vicino da farmi quasi mancare il respiro.

"No. Mi hai allontanata, mi hai illusa, hai fatto in modo che ti odiassi e che tutti ne parlassero. Che tipo di persona farebbe una cosa del genere? Tu, Colin Campbell, mi hai ferita più di chiunque altro, e non smetterò di odiarti perché mi fai un sorriso o perché improvvisamente ti importa di me. Mettitelo bene in testa."

A quel punto notai il suo sguardo farsi più oscuro.
Colin avanzò verso di me e improvvisamente, mi spinse contro il muro.
La mia schiena colpì la superficie fredda mentre cercavo di controllare il mio respiro accelerato.
"Ember" disse con voce bassa e rauca. "ho fatto delle cose terribili per proteggerti, anche se non capirai mai quanto."
Il suo respiro era caldo e riuscivo a sentirlo mentre mi solleticava la pelle.
"Proteggermi da cosa?" Mi sentivo intrappolata e incapace di muovermi, mentre le sue parole riempivano l'aria carica di tensione. La sua mano si alzò e i suoi polpastrelli sfiorarono nuovamente il mio viso, mentre una strana miscela di paura e desiderio mi attraversava.

SibyllineWhere stories live. Discover now