Mistero al passo Diyatlov: parte 4

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Mentre il buio della notte ci avvolgeva e l'incubo degli esseri alieni cresceva, la lotta per la sopravvivenza e la ricerca di una soluzione contro un nemico invisibile continuava a tenere il gruppo in preda alla paura e all'incertezza.

Nascosti dietro l'albero, io e il dottore ci muovevamo furtivamente, cercando di organizzare la difesa contro il nostro nemico. I rumori sibilanti si facevano sempre di più e sempre più vicini, il che ci suggeriva che le uova che temevamo si schiudessero lo avevano già fatto e che adesso eravamo molto meno soli di quanto non lo fossimo prima. La notte sarebbe stata un oscuro palcoscenico per la lotta che stava per avvenire.
Il dottore con la sua mente rapida e brillante, prese il suo dispositivo e mi fece cenno di fare lo stesso. Io gli passai il mio e lui, con una sorprendente abilità tecnica, li smontò usando il cacciavite sonico e li collegò utilizzando un complicato schema di fili. I due walkie talkie iniziarono ad emettere scintille.
"Funziona! Passatemi i vostri! Su, in fretta." il dottore guardò verso gli altri e loro, intimoriti, gli passarono i loro dispositivi. Uno ad uno questi vennero collegati, il volto del dottore si fece sempre più concentrato, come se ogni attimo contasse. Igor e la parte rimanente del gruppo guardarono il dottore con ammirazione mentre svolgeva il suo lavoro. Quando la catena fu finita il dottore la sistemò intorno a noi.
"Adesso mettetevi in cerchio, ognuno con un dito sul tasto di accensione del proprio dispositivo. Quando arriveranno dobbiamo premere contemporaneamente. Pronti?"
Ci preparavamo per la battaglia imminente, stringendo i dispositivi nelle mani con determinazione. Le creature aliene si muovevano nell'oscurità circostante, emettendo strani rumori e causando un senso di disagio.
La neve si muoveva in modo strano, sembrava avere qualcosa che vi camminasse al di sotto, fu allora che il dottore lanciò uno sguardo di intesa a tutti.
"Al mio tre...Uno, due...tre!"
il cerchiò si illuminò, folgorante come un lampo e una specie di lamento ci raggiunse.
"Bene, ce l'abbiamo fatta, restando in questo cerchio dovremmo cavarcela. A questo punto non dovrebbero essere molti altri"
"Dottore...lo interruppi. Dottore dov'è Zinaida..finché lei stava montando il sistema di sicurezza era qui, ma ora..."
La situazione era diventata ancora più critica, e la minaccia si era intensificata con la comparsa di Zinaida trasformata. La creatura, ora uno zombie controllato dall'essere alieno, si avvicinava rapidamente a noi. Con il cerchio elettrico intorno a noi, cercavamo di restare calmi e concentrati, anche se l'agitazione crescente era palpabile nell'aria.
"Dottore, cosa facciamo?" chiesi, il mio cuore batteva velocemente mentre tenevo il dispositivo con il dito premuto sul tasto di accensione.
Il dottore scrutò rapidamente l'ambiente circostante, cercando una via d'uscita. Igor era paralizzato dalla paura, incapace di agire o di lasciare indietro la memoria di Zinaida.
"Igor, ascoltami," disse il dottore con fermezza, cercando di catturare l'attenzione del capo spedizione. "Dobbiamo lasciare andare Zinaida. Non c'è più nulla che possiamo fare per lei."
Igor sembrava lottare con se stesso, ma alla fine acconsentì con un cenno. Con il cuore pesante, ci girammo e ci allontanammo da Zinaida, lasciandola alle spalle. L'essere alieno che l'aveva posseduta si agitava furiosamente, sfruttando le abilità dell'ospite per cercare di raggiungerci.
Correvamo lungo il margine del cerchio, i dispositivi elettrici continuavano a emettere una scintilla di protezione. Tuttavia, lo zombie alimentato dall'essere alieno non sembrava rallentare. Le sue movenze erano rapide e agili, e sapevamo che dovevamo trovare una soluzione in fretta.
"Dottore, quanto tempo possiamo mantenerlo attivo?" chiesi, conscia del fatto che la durata delle batterie non sarebbe stata infinita.
Il dottore osservò attentamente i dispositivi, valutando la situazione.
"Abbastanza per far sì che lo zombie si allontani dal cerchio. Igor, abbiamo bisogno di un diversivo. Attira la sua attenzione, ma non avvicinarti troppo," suggerì il dottore.
Igor annuì, mostrando un rinnovato coraggio. Si allontanò dal cerchio e iniziò a richiamare l'attenzione dello zombie. Quest'ultimo si concentrò su di lui, seguendolo con uno sguardo fisso e famelico. Nel frattempo, il dottore stava lavorando freneticamente, cercando di trovare un modo per amplificare l'effetto elettrico dei dispositivi.
"Presto, Eugenia, dammi una mano qui," disse il dottore, indicando alcuni fili che dovevano essere collegati.
Insieme, lavorammo per aumentare la potenza del cerchio elettrico. Nel frattempo, Igor continuava a distogliere l'attenzione dello zombie, cercando di tenere una distanza di sicurezza.
"È quasi pronto," disse il dottore con ansia. "Eugenia, quando te lo dico, disattiva tutti i dispositivi contemporaneamente."
L'attimo fatidico arrivò, e il dottore fece un segno. Con il cuore in gola, prememmo tutti insieme i tasti di spegnimento dei dispositivi. Una scarica elettrica potentissima si propagò attraverso il cerchio, creando un'esplosione di luce abbagliante.
Lo zombie venne colpito a pieno dalla scarica elettrica, e il suo corpo si contorse e cadde disteso nella neve, immobile. Un urlo angosciante echeggiò nell'aria, e poi il silenzio calò, interrotto solo dal crepitio dei dispositivi spenti.
"Mi dispiace Igor," dissi, cercando di trovare le parole giuste per confortarlo. "Zinaida ti amava, e avrebbe voluto che tu potessi trovare la felicità. Il suo amore per te era sincero."
Igor non rispose immediatamente, il suo sguardo perso nel vuoto. Poi, lentamente, annuì con gli occhi lucidi di lacrime. Non c'era bisogno di parole, il suo dolore era palpabile e condiviso da tutti noi.
Nel frattempo, il dottore si era messo al lavoro, cercando di sviluppare un piano per affrontare eventuali rimanenti minacce aliene.
"Dottore, ce ne sono ancora?" chiesi, sperando che avesse una risposta rassicurante.
Il dottore sembrò riflettere un attimo prima di rispondere. "Non ne sono sicuro. Potrebbero essercene ancora, ma dobbiamo cercare un modo per essere pronti a qualsiasi eventualità."
"Abbiamo bisogno di prevenire che possano diffondersi ancora," disse il dottore con determinazione. "E ho un'idea su come farlo."
"Di cosa si tratta?" chiesi, incuriosita.
Il dottore mi spiegò il suo piano: utilizzare il liquido in cui erano stati tenuti gli embrioni alieni per creare una trappola elettrica. L'idea era semplice ma geniale: attirare le creature verso una pozza d'acqua elettrificata e sbarazzarsi di loro una volta per tutte.
"È un'ottima idea, dottore!" esclamai, ammirata dalla sua ingegnosità.
"Devo ammettere che non è proprio nel manuale dei Signori del Tempo, ma sembra che funzioni sulla carta," rispose il dottore con un leggero sorriso.
Mentre scavavamo la fossa intorno all'albero per ospitare la trappola, Igor si unì a noi, andando verso il contenitore del liquido. Era evidente che la sua anima era devastata dal senso di colpa, ma non c'era tempo per lamentarsi. Dovevamo agire.

Cronache spazio-temporali: racconti in viaggio con il decimo dottoreWhere stories live. Discover now