Capitolo 11

303 13 0
                                    

Caspian era seduto al capezzale della sorella. Penny vi si era distesa poco dopo lo scontro contro le creature malvagie della Strega Bianca, ed era sprofondata nel sonno, reduce anche dalla notte in bianco. Le sfiorava gentilmente la fronte, scostandole le ciocche ribelli. Era così tranquilla in quel momento, che l'idea di doverle dire c'ho che aveva scoperto la notte precedente lo turbava molto. La ragazza corrucciò lo sguardo, agitandosi un po' nel sonno e biascicando parole incomprensibili.
- No, Peter! - gridò poi svegliandosi di colpo. Caspian cercò di trattenere un sorriso, benché fosse un incubo, la sorella stava sognando il giovane Re Supremo e la cosa era alquanto simpatica, dal momento che sole poche ore prima lo aveva schiaffeggiato ed insultato davanti a tutti.
- Va tutto bene? - domandò il moro attirando l'attenzione della sorella. Penelope voltò lo sguardo verso di lui non capendo il perché avesse sul volto un sorrisetto beffardo.
- Che c'è da ridere? - chiese lei con volto corrucciato.
- Per caso stavi sognando Peter? - fece Caspian avvicinandosi a lei sussurrando quelle parole. La mora avvampò spintonando il fratello.
- Assolutamente no! - rispose indignata.
- Oh andiamo, li ho visti i vostri sguardi! - rise Caspian per punzecchiarla un po'.
- Tu non hai visto un bel niente! - disse astiosa mentre si portava la chioma di capelli ad un lato e provava ad intrecciarli. Caspian rise sonoramente della sorella facendola innervosire ancor di più.
- E allora tu? Che non fai altro che osservare languidamente Susan? Credi non me ne sia accorta? - provò a rendergli pan per focaccia la sorella, non aspettandosi la risposta del fratello.
- É vero. Susan è la donna più bella che abbia visto! - asserì il moro con un sorriso imbarazzato.
- C'è molto di più della bellezza in una donna! - rispose Penny sollevandosi dalla brandina. Caspian rimase ammutolito dalla risposta saggia della sorella, non potendo però darle torto.
- Allora perché eri seduto ad osservarmi dormire? - chiese la ragazza mentre si versava un po' di acqua, dalla caraffa che era lì vicino al letto.
- Dobbiamo parlare! - rispose il fratello con tono serio.
- Oh puoi starne certo mio caro! - fece lei guardandolo severa.
- Vieni facciamo due passi! - la prese per mano conducendola fuori dalla fortezza.

§

Peter si era diretto al fiume per darsi una rinfrescata e schiarirsi anche le idee. L' incursione al castello, la discussione con i due principi di Telmar e la lotta contro la Strega Bianca lo avevano sfinito. Era stata una lunga notte per lui che gli aveva lasciato il sapore amaro non solo della sconfitta, ma anche il disprezzo per se stesso. Si sentiva incapace ed inutile. E Penelope aveva ragione, era troppo concentrato su se stesso, sull'intento di dimostrare di essere ancora un buon Re, che aveva perso di vista tutti gli altri, non ascoltando nessuno. In passato aveva governato bene perché non era da solo. Le decisioni le avevano sempre prese tutti e quattro i fratelli insieme, ed era ora che lui si ricordasse cosa significasse davvero regnare con saggezza. Mettere da parte il suo orgoglio ed essere più aperto alle opinioni altrui. Uscì dall'acqua fredda del laghetto, con le idee più chiare, pronto a cambiare il suo modo d'agire per il bene di Narnia. Mentre si rivestiva sentì dei rumori provenire dal bosco. Recuperò Rhindon dal fodero, pronto ad attaccare. Dagli alberi fece capolino Penelope a sguardo basso e singhiozzante.
- Pen? - La richiamò buttando per terra la spada. La ragazza sobbalzò alzando lo sguardo verso di lui. Aveva gli occhi lucidi, le guance rigate dalle lacrime e le labbra strette fra i denti.
- Che è successo? - domandò preoccupato facendo qualche passo verso la ragazza. Penelope accorciò la distanza prima di lui, fiondandosi contro il suo petto, ignorando il fatto che fosse nudo e bagnato, ricominciando a singhiozzare più forte.
- Ehi sta calma, va tutto bene! - fece il biondo stringendola a sé e carezzandole i capelli, affinché si calmasse. Poi quando il respiro le si fu regolarizzato le prese il viso fra le mani, facendo incrociare i loro occhi.
- Mi vuoi dire cosa è successo? - le chiese con dolcezza, mentre coi pollici le asciugava le guance.
- Miraz ha ucciso mio padre! - rispose Penelope chiudendo gli occhi e lasciando che altre lacrime le solcassero le guance. Peter non disse nulla, semplicemente la strinse di nuovo contro il suo petto, cullandola appena. Non poteva comprendere il suo dolore, poteva solo biasimarla.
- Miraz è un tiranno! - disse poi, mentre le lasciava qualche bacio fra i capelli.
- Io lo devo vendicare! Devo vendicare la morte di mio padre, fosse l'ultima cosa che faccio! - Penelope si scansò dal petto del giovane re asciugandosi la guance con le maniche del vestito e assumendo uno sguardo carico d'odio e disprezzo.
- Lo sconfiggeremo insieme! - Peter allungò un braccio per prenderle la mano sinistra.
- Ti prometto che vinceremo questa guerra e sia tuo padre che Narnia verranno rivendicati! - le disse avvicinandosi di più e guardandola nuovamente negli occhi, quegli occhi così scuri e intensi che lo destabilizzavano tutte le volte che li incrociava. Con l'altra mano le accarezzò la guancia destra, cercando di farle distendere il volto.
- Non sei più arrabbiato per lo schiaffo? - disse Penelope dopo qualche attimo di silenzio, nel quale si era lasciata trasportare dalle carezza del Re supremo.
- Diciamo che me lo sono meritato! - sbuffò un sorriso lui, mentre le portava una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Anche Penelope sbuffò un sorriso e per Peter non ci fu cosa più bella.
- Dovresti sorridere più spesso. Sei ancora più bella quando lo fai! - le sussurrò con voce roca. Penny arrossì violentemente a quell'affermazione, ma rimase immobile sotto le carezze del biondo che a poco a poco avvicinava il suo volto a quello della ragazza. La mora poggiò le mani sul petto nudo e umido del ragazzo sentendo i muscoli tendersi sotto i palmi. Le punte dei loro nasi si sfioravano e i respiri erano sempre più accelerati, sino a quando finalmente Peter non posò le labbra contro quelle della principessa. Fu un tocco gentile e delicato il suo, come se avesse paura di recarle un torto. Penelope dal canto suo intrecciò le braccia attorno al collo  del biondo, stringendosi di più contro il suo petto e premendo più forte le labbra, agognando quel contatto sempre di più. Peter fece scivolare le mani dietro la schiena della principessa e approfondì il bacio, sfiorando con la lingua il labbro inferiore della mora, quando il rumore di rami spezzati proveniente dal bosco lo fece fermare. Allontanò il viso da quello di Penelope per tendere meglio le orecchie.
- Che succede? - Domandò la ragazza che ancora doveva realizzare quanto appena accaduto. Peter le fece segno di restare in silenzio e si chinò a recuperare la spada abbandonata ai suoi piedi. Nel mentre un soldato di Telmar uscì dal fitto del bosco con la spada sguainata pronto ad attaccare. Peter fece in tempo a parare il colpo, ancora inginocchiato sul terreno. Fece leva sui muscoli di braccia e ginocchia per rialzarsi e una volta in piedi tirò un calcio verso il petto del nemico facendolo barcollare indietro. Prese Penelope per un braccio e se la portò dietro le spalle parandola con il suo corpo.
- Torna alla fortezza! - le disse mentre impugnava meglio la spada.
- Guarda, guarda chi abbiamo qui. La principessa Penelope, fra le braccia di un narniano! - fece il soldato con fare sprezzante.
- Il re Miraz non ne sarà contento, altezza! - aggiunse per poi avventarsi di nuovo contro Peter, che prontamente si difese.
- Va via! - urlò verso la ragazza mentre continuava a parare i colpi del soldato. Penelope terrorizzata fece qualche passo verso il bosco, per tornare alla fortezza a chiedere aiuto, quando in una svista il soldato di Telmar riuscì a ferire Peter al petto nudo e lo disarmò. Il biondo cadde a terra digrignando i denti dal dolore.
- Bene bene, chissà come sarà felice il re nel sapere che ho ucciso il bamboccio che si dichiara Re Supremo di Narnia e dopo che gli avrò riportato la sua cara nipote!? - fece retorico il soldato mentre sollevò la spada pronto a sferrare il colpo di grazia. Peter si preparò all'irreparabile, quando un tonfo secco, fece cadere a terra il soldato. Penelope era in piedi di fronte a lui e tra le mani stringeva una grossa pietra insanguinata, con la quale aveva tramortito alla testa il soldato.
- Ti avevo detto di andare via! - le disse Peter trattenendo un sorriso.
- Già, ma penso tu l'abbia capito che non ricevo ordini da nessuno! - rispose la mora buttando a terra la pietra ed avvicinandosi al ragazzo aiutandolo a sollevarsi. Peter rise trattenendo una smorfia di dolore.
- Fa vedere! - disse la ragazza sfiorandogli con i polpastrelli la ferita al fianco destro.
- Torniamo al campo, Lucy ti guarirà subito! - fece poi strappandosi un lembo del vestito e bagnandolo per tamponare la ferita.
- Grazie! - fece poi Peter, mentre la ragazza si apprestava a recuperare le sue vesti e Rhindon.
- Non ti avrei mai lasciato! - rispose lei avvicinandosi, per legargli la spada alla cinta. Poi sollevò lo sguardo e in un moto di coraggio, lasciò un fugace bacio sulle labbra del re, girandosi poi per nascondere l'imbarazzo del momento. Peter rimase silenzioso, anche lui troppo imbarazzato per proferire parola.
- Ah e comunque sono già due! - fece la ragazza incamminandosi verso la fortezza.
- Baci? - rispose giocoso Peter mentre la seguiva, guardando fugacemente il soldato ancora a terra.
- No, intendevo le volte che ti ho salvato la vita. A quanto pare le cose si sono invertite vostra maestà! Questa è la prova che non potete fare a meno di me, altrimenti morireste! - lo punzecchiò Penny, cercando di ignorare la risposta che gli aveva dato il biondo. Peter si allungò per bloccarla da un braccio, facendola voltare.
- Oh forse è proprio perché ci sei tu che rischio la vita! - le disse con sorrisetto beffardo. Penelope fece per rispondere nel mentre il biondo si chinava sul suo viso, quando le voci dei soldati narniani li bloccarono.
- Peter! - Maryse sbucò di punto in bianco di fronte a loro, restando interdetta dalla vicinanza dei due.
- Che succede? - domandò il biondo lasciando il braccio della principessa.
- L'esercito di Miraz è qui! - rispose la giovane, continuando a squadrare i due soffermandosi poi sulla ferita del biondo.
- Lo sappiamo, un suo soldato ci ha fatto visita al lago! - rispose Peter facendo segno alla ferita.
- Ti ha attaccato! È grave? - domandò la mora premurosa, avvicinandosi a lui e tastandogli il petto nudo, cosa che a Penelope diede molto fastidio.
- Niente che l'elisir di Lucy non possa curare! Vogliamo andare Peter! - rispose per lui la principessa posando una mano sulla sua spalla ed invitandolo a proseguire verso la fortezza. Il giovane re annuì, non accorgendosi degli sguardi truci che le due si stavano scambiando.
- Dobbiamo elaborare un piano, alla svelta! Per ora non pensiamo a quanto accaduto nel bosco! Facciamo finta non sia successo! - disse il biondo rivolto alla principessa, facendole uno sguardo di scuse, per poi allontanarsi da lei e affrettare il passo verso la fortezza. Penny rimase come pietrificata non riuscendo a capire cosa volesse dire il moro. Eppure era stato lui a baciarla per primo, perché ora voleva far finta di nulla. L'aveva solo ingannata!? Con le mani strette a pugno, rientrò nella fortezza passando davanti a tutti e ignorandoli. Per l'ennesima volta l'aveva presa in giro.
- Dannato re dei miei stivali! -

Take me home - Chronicles of NarniaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora