- Capitolo 5 -

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Alzarsi il giorno dopo fu una doccia fredda.
Letteralmente.
Un attimo prima ero al calduccio rannicchiata tra le lenzuola e Daerya, l'attimo dopo stavo sputacchiando l'acqua ghiacciata che qualcuno mi aveva tirato addosso, già progettando una morte lenta e dolorosa per l'artefice di quello scherzo idiota.
Un' idea di chi poteva essere stato in realtà ce l'avevo...
Ma Daerya era stata più veloce di me. Aveva gettato a terra il malcapitato balzandogli sopra e ora stava ringhiando a un soffio dal suo viso.
"Aiden, penso che per oggi ti lascio lì sotto...sei una cuccia perfetta" commentai stizzita verso la zazzera di capelli chiarissimi che spuntavano da sotto Daerya.
"E dopo chi ti tira fuori dai casini che combini in continuazione? Mi scuso per lo scherzetto, ma ho bussato e non rispondevi così..." iniziò lui.
"E così hai pensato bene di cercare di annegarmi no? Effettivamente è un metodo molto efficace per far alzare la gente dal letto secondo le statistiche...potrei provarci anch'io domani, a svegliarti così" conclusi iniziando a tremare per il freddo.
Ma dico...almeno non poteva lanciarmi un secchio di acqua calda?
"Se Daerya si spostasse potrei rimediare, potresti chiederle di farlo? Sono più zuppo io di lei, ora come ora..." suggerì divertito l'idiota.
"Non pensare che lo faccia perché lo hai chiesto, ma per mia sfortuna sei tu quello che hanno scelto per accompagnarmi in missione, quindi suppongo di non poterti lasciare in modalità cuccia tutto il giorno... Daerya, potresti lasciare libero l'idiota che ci ha svegliate, per favore?"chiesi in direzione della mia Miràlys, che dopo qualche protesta mi assecondò.
"Ma la vera domanda che mi sorge spontanea è: chi ti ha dato le chiavi, scusa?" gli domandai mentre si alzava e iniziava a stiracchiarsi.
C'erano solo tre persone, infatti, che possedevano una copia delle chiavi della mia camera, ovvero mia madre, Lidia e Deyanira, e sospettai altamente che fosse stata quest'ultima a permettergli di giocarmi questo scherzo.
Oh, se le avrebbe sentite, a colazione.
"Se sei degna del nome che porti l'avrai già intuito, immagino" rispose mentre richiamava a sé tutta l'acqua versata e la trasformava in una sfera di ghiaccio.
"Questa dove posso metterla?" mi chiese con voce innocente quando ebbe finito.
"Nel secchio dov'era prima che me la lanciassi, e poi vedi tu" replicai sollevata di essere finalmente all'asciutto.
"Ah, e Aiden...non dormire troppo tranquillo, stanotte" aggiunsi mentre usciva dalla mia camera.
Posso giurare di averlo sentito deglutire.
Quando se ne fu andato, ancora intontita dal sonno iniziai a coccolare Daerya, per poi mettere la divisa e raggiungere la mensa per scambiare quattro parole con la complice dello stupido artefice di quello scherzetto idiot...per fare colazione, con la mia Miràlys al seguito.
Oggi infatti avevamo rimandato a stasera la nostra solita corsa, visto che io e Aiden dovevamo iniziare il prima possibile a tenere sott'occhio il Centro, in cerca di qualche novità.
"Day, posso sapere perché hai lasciato che Aiden controllasse se io e Daerya fossimo capaci di nuotare, oggi? domandai mentre mi avvicinavo al tavolo dove erano seduti i miei tre amici, tenendo in una mano il piatto con la carne per Daerya, e nell'altra quello con la mia colazione.
"In realtà pensavo più ad un test per i riflessi..." mi rispose sorridendo a trentadue denti la ragazza bruna.
Sbuffai mentre allungavo il piatto di carne alla mia Miràlys e iniziavo a masticare ciò che avevo nel piatto.
"Ritieniti fortunata che io non abbia le energie necessarie ad asfaltarti adesso Day, sul serio. Ma non pensare che non mi prenderò la mia rivincita..." controbattei io sorridendo a mia volta, consapevole che per quanto mi esasperassero, non potevo chiedere amici migliori di loro.

~

"Ma si può sapere cosa ti prende, Orion? L'attacco è già quasi completamente organizzato, da te tra l'altro, e ora stai cercando di tirarti indietro!" mi urlò mio cugino quando fummo finalmente soli nella sala delle riunioni, dove poco prima avevo annunciato che i piani per l' offesa programmata ai danni della Base presentavano ancora troppe falle per poter essere attuati.
Cosa vera solo in parte, ma tutti i generaloni presenti nella sala, che avevano conquistato il potere grazie ai loro soldi, e non per merito, avevano accettato la notizia senza fiatare.
A parte lui, si intende.
"Non mi prende niente! Sto solo cercando di causare loro il maggior danno possibile senza rischiare molti uomini!" ringhiai a denti stretti, infastidito da quell'accusa.
Peccato che non fosse totalmente infondata.
Cosa mi prendeva non lo sapevo nemmeno io, di solito non mi facevo tutti quegli stupidi scrupoli morali ad annientare i nemici della mia terra.
Forse il problema era proprio quello, in realtà.
Sapevo che gli abitanti di Cerevaux non erano più nostri nemici da molto tempo, ormai.
Non avevano alzato le armi contro Ketax dalla Guerra del Fuoco, anche se le avevano tenute sempre affianco, in caso fossero servite loro per difendersi.
E sapevo che la guerra che si sarebbe creata non sarebbe servita per stroncare qualche minaccia o conquistare quella terra.
Sarebbe servita solo a raderla al suolo e poi lasciarla a marcire.
E la mia coscienza non voleva essere l'artefice di quel disastro.
"Giudicare il mio operato non rientra nei tuoi compiti, cugino, e non hai nemmeno le conoscenze adatte per farlo. Per cui ti pregherei di restare al tuo posto" proseguii relegando quei pensieri nella parte più nascosta della mia mente e assumendo uno sguardo duro.
"Non era mia intenzione farlo, ma ti ricordo che se ci fosse una fuga di notizie dovremmo attaccare ancora più in fretta e colpire ancora più duro, senza dare loro il tempo di organizzarsi" mi rispose lui, ammorbidendo il tono della voce.
"E tu pensi che io non lo sappia? Adesso scusami, ma vado a prendere una boccata d'aria, ho bisogno di pensare" lo informai prima di uscire dalla stanza, controllando che non mi seguisse.
Camminai senza una meta precisa fino a quando mi accorsi di essere arrivato al grande albero dove il giorno prima avevo sentito provenire uno strano rumore.
"Che stupido che sei stato, un rumorino e sei saltato su come un bambinetto spaventato" pensai tra me e me mentre distoglievo lo sguardo dall'albero e mi voltavo per proseguire la camminata.
Grande errore.
Un attimo prima stavo camminando tranquillamente, l' attimo dopo mi ritrovai con un braccio torso dietro alla schiena e una lama puntata alla base della gola.
"Ma che diamine..." iniziai a dire, non avevo scorto anima viva nel raggio di quattrocento metri, e non era possibile che qualcuno mi avesse seguito per così tanto tempo senza che me ne accorgessi.
A meno che...
"Immagino di essere al cospetto dello stesso spione sull'albero di ieri, giusto?" azzardai, sperando di distrarre abbastanza a lungo chi mi aveva messo ai ferri da riuscire a liberarmi.
"Lasciami chiarire una cosa, lupacchiotto: non sei nella posizione di fare domande al momento, solo di rispondere a quelle che ti farò io, se ci tieni alla pelliccia" mi rispose una voce melliflua, in cui vibrava una nota di pericolosità.
Una voce femminile.
Cazzo, noi a pensare che alla Base non sospettassero minimamente l'attacco che stavamo programmando e invece loro avevano già mandato il loro sicario migliore a tagliarmi la gola.
Dentro al posto con la sorveglianza più stretta che avevamo.
Se non avessi potuto sentire chiaramente una mano trattenermi il polso e il lieve calore emanato dalla figura dietro di me, avrei sicuramente sospettato che l'Ombra fosse davvero solo una sagoma di oscurità, come alcuni sciocchi vociferavano.
Invece era reale, ne avevo la prova lampante alle mie spalle. L'Ombra era una ragazza in carne e ossa, per di più con una voce molto bella.
E per mia fortuna chi possiede carne e ossa può rimanere fulminato.
Mi concentrai e sbattei contro il suo corpo una scarica in grado di stordirla a sufficienza, ma non così forte da ucciderla. Dopotutto era la migliore fonte di informazioni che potessi mai trovare, e non avevo nessuna intenzione di farmela sfuggire.
Ma ancora una volta ebbi la prova che tutto quello che raccontavano su di lei (ombre a parte) era vero.
Rapida come il pensiero, riuscì a evitare gran parte della scossa, anche se fu costretta a lasciar cadere il piccolo pugnale e liberarmi da quella scomoda posizione. Beh, scomoda almeno per me.
"E ti pareva che un tizio simile non fosse pure un Dardenor dei fulmini? No, ovviamente sarebbe stato troppo semplice così, giusto?" la sentì borbottare mentre mi giravo a guardarla.
Mi trovai davanti una figura snella e abbastanza minuta, e mi sorpresi della facilità con cui mi aveva immobilizzato, visto che a occhio e croce tra di noi ci fosse una differenza di almeno quindici centimetri.
Del suo viso riuscivo a scorgere solo la fronte e gli occhi, di colore verde scuro, visto che il resto era coperto da un pezzo di tessuto nero.
Il cappuccio era invece scivolato all'indietro durante lo scontro, rivelando una chioma scura intrecciata, con alcuni ciuffi liberi a incorniciarle il volto.
Bellissima e letale come un serpente...o come un felino, visto che...fermi tutti, erano forse artigli quelli che vedevo spuntarle dalle mani?
Bene, avevo ricevuto anche la conferma che le voci secondo cui lei fosse una Miràly fossero vere. Ad un passo dall'essere affettato.
"Finito la scannerizzazione, lupetto?" mi chiese sarcastica, ma non osando ancora attaccarmi per via delle saette che mi sfrigolavano sui palmi.
"Vuoi uccidermi e hai anche il coraggio di affibbiarmi un soprannome ridicolo?" esclamai al limite dell'incredulità, sapendo benissimo che se sbagliavo una mossa potevo considerarmi fuori dai giochi.
"Hai davvero una così bassa considerazione della sottoscritta? Se ti avessi voluto morto, saresti già morto. A me servono informazioni, lupetto, credevo di essermi spiegata" mi rispose scrutandomi come se avesse a che fare con un bambino di cinque anni, e non un cavolo di generale tra i più conosciuti al mondo.
Beh, d'altronde lei godeva di una fama addirittura maggiore della mia, anche se per motivi diversi.
"E tu pensi davvero che io creda a questa idiozia?" continuai la conversazione sperando di distrarla.
"Io ti offro pure la rassicurazione sul fatto che non voglia ucciderti, e tu mi rispondi così? Sei veramente un cattivo lupetto, niente crocchette per una settimana" replicò mentre, troppo rapida per essere vista, sfoderava da dietro la schiena una spada a doppio taglio, e con un movimento elegante me la puntava alla gola.
E in quel momento la piccola parte della mia mente che non era impegnata a darsi della stupida per essere stata ingannata così facilmente, era totalmente ammaliata dalle capacità di quella ragazza.
Mi aveva convinto di essere quello in vantaggio, lasciandomi credere di stare riuscendo a distrarla, mentre avanzava un millimetro alla volta per farmi arrivare a portata di spada.
Geniale e conciso.
Ma mancava ancora una cosa...
"Se mi è concesso chiederlo, che tipo di diversivo hai organizzato per avere la certezza che nessuno passasse di qui per aiutarmi?" le domandai a metà tra l'ammirato e lo spaventato.
"No, non ti è concesso chiederlo, ma sono felice di sapere che i due neuroni che possiedi siano riusciti ad elaborare qualcosa, finalmente" esclamò lei con la voce di chi non ha una preoccupazione al mondo.
Quella ragazza aveva un sarcasmo più affilato della spada che teneva in mano, lasciatemelo dire...
"Comunque, ora se vuoi seguirmi, o più precisamente precedermi, senza fare storie, te ne sarei grata, lupacchiotto" proseguì come se nulla fosse.
Prima che potessi ribattere, però, fui interrotto da una voce maschile a me sconosciuta.
"E io che ero pronto ad arrivare di soppiatto per aiutarti, Kai! Ma a quanto pare hai già fatto tutto da sola..."
Kai chi?
"Wow, sono circondata da maschi che mi sottovalutano... posso capire questo qui, ma Aiden, pensavo che almeno tu mi conoscessi! Sono in grado di tenere a bada un lupacchiotto" rispose la ragazza senza neanche girarsi a guardare l'altro.
"E comunque non sei in grado di arrivare di soppiatto, te l'ho già detto. Ti ho sentito arrivare già da un po'..." proseguì con un sorrisetto.
E mentre loro continuavano a stuzzicarsi, ma senza mai perdermi d'occhio, mi resi conto che con due guerrieri esperti da dover eliminare prima di poter riuscire a liberarmi, avrei fatto meglio a seguirli docilmente e far finta di collaborare fino a quando non si fosse l'occasione giusta per tagliare la corda.

L' Ombra delle Stelle Where stories live. Discover now