- Capitolo 2 -

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" E siamo finalmente, e sottolineo finalmente, arrivati alla tua pasticceria! Contenta adesso?" disse fintamente infastidita Deyanira mentre entravamo nel locale dopo una camminata di quindici minuti. "Sul serio, Day? Abbiamo camminato solo quindici minuti! E ti ricordo che avete scommesso voi la colazione che sareste riuscite a battermi nella corsa mattutina! Comunque si, sono molto contenta di fare colazione qui...chi lo sa? Potrebbe essere l'ultima, magari quegli idioti della Setta mi tenderanno un agguato, oggi" risposi facendo spallucce.
"Ah-ah, se succedesse davvero porteresti all'Inferno con te metà dell'organizzazione, come minimo, poi faresti un patto col Diavolo che ti riporterebbe in vita con i superpoteri e una nuova spada" ribatté Day mantenendo una faccia seria fino a quando io e Lid non iniziammo a sbellicarci dalle risate, e continuammo fino a quando una voce irruppe da dietro al bancone.
"Ragazze prendete il solito, ja?" ci domandò il signor Leoni, il propietario di quel piccolo paradiso.
Il nome della pasticceria era basato infatti su un gioco di parole tra il suo cognome e il fatto che il suo Miràlys fosse... non indovinerete mai... un leone! Originale, eh?
Armando Leoni aveva aperto la pasticceria quando, dopo anni di illustre servizio nell'esercito e aver ricevuto la meritata pensione, si era accorto di non riuscire a starsene con le mani in mano, e iniziando a cucinare dolci per i suoi nipotini aveva scoperto di essere un ottimo pasticcere.
Era un uomo sull'ottantina, con dei vispi occhi grigi e capelli dello stesso colore, ancora piuttosto in forma, anche se consideriamo che la vita media di un Miràly è più lunga rispetto a quella umana, visto che si aggira attorno ai 120 anni.
"Si, grazie mille signor Leoni" rispondemmo tutte e tre in coro, già con l'acquolina in bocca.
Mentre ci dirigevamo al nostro solito tavolo, all'improvviso Day si fermò di colpo, facendoci quasi cadere a terra. "Day, ma cosa..." "Ragazze c'è il nostro Ghiacciolo preferito" disse mentre alzava una mano in segno di saluto verso un ragazzo dai capelli biondissimi e occhi azzurro ghiaccio. Aiden Moon, Dardenor del ghiaccio (si, da quello il soprannome Ghiacciolo, e anche perché aveva l'emotività di un sasso), nostro amico di vecchia data e che più di una volta ci aveva parato il culo in qualche missione pericolosa.
"Ehilà, anche voi qui a godervi le ultime gioie della giornata prima di andare in missione, vero Kai?" esclamò quando ci raggiunse, usando quel fastidioso nomignolo che mi aveva affibbiato quando ci eravamo conosciuti, un bel po' di anni fa. "Probabilmente...ma come sai che mi mandano in missione oggi, scusa?" risposi stupita: quella di questo pomeriggio era teoricamente una di quelle missioni che i vertici alti amavano definire top-secret.
"Mandano in missione anche me per coprirti le spalle, ovviamente" sbuffò, "Forse credono che tu sia capace di fare uno di quegli atti eroici stile kamikaze e hanno pensato di mandare me a fare il babysitter" aggiunse.
"Se ti fa sentire meglio non ho nessuna intenzione di morire oggi, e ho come l'impressione che dovrò essere io a farti da babysitter: i tuoi passi si sentono da un chilometro di distanza, ci farai scoprire subito!" lo rimbeccai per stuzzicarlo io. "Visto? Cosa avevo detto io? I piani per oggi sono solo di sorvegliare a distanza gli ingressi della Setta e lei vuole già provare ad infiltrarsi!" esclamò lui di rimando, inarcando un sopracciglio.
"E la parte migliore è che tu non puoi fermarmi!" affermai ridendo.
"Mmh, non saprei, potrei sempre congelarti e lasciarti lì tutto il pomeriggio" ribatté di nuovo lui. Probabilmente saremmo andati avanti tutto il giorno se Lidia non ci avesse interrotto dicendoci di smetterla di litigare come bambini ed iniziare a mangiare i dolci che avevamo ordinato, che nel frattempo erano arrivati.
Dopo aver finito la colazione e aver salutato Lidia e Day, io e Aiden, ritornati alla Base, concordammo di allenarci un po' prima di passare nelle proprie stanze a prepararci per la missione. Era sempre una bella sfida quando combattevo contro di lui, era l'unica persona oltre a mia madre che riusciva a mettermi al tappeto, ogni tanto. Mia madre...non l'avevo ancora vista, probabilmente sarei andata a cercarla prima di uscire.
"Allora principessa, siccome sono un vero gentiluomo lascerò decidere a lei la modalità di combattimento: magica o classica?" mi chiese quando arrivammo in sala allenamento. "Punto primo io sono una cavolo di regina, non una principessa, secondo sai benissimo che non puoi sprecare magia prima di una missione, e per quanto i miei artigli stiano premendo per uscire, la modalità classica andrà benissimo" risposi.
Una delle caratteristiche che rendevano i Miràly molto potenti infatti, era l'abilità di possedere alcuni tratti del proprio Miràlys: nel mio caso si trattavano di artigli, sensi più acuti e passo felpato, mentre ad esempio Lidia poteva farsi crescere le ali a suo piacimento e via così.
"Certamente mia cavolo di regina, ai suoi ordini" mi disse in tono ampolloso, mentre faceva una riverenza. "Tra te e Day non so come ho fatto a non buttarmi ancora giù da una scogliera, anzi scusa a buttarvi giù da una scogliera, siete esasperanti!" commentai mentre prendevamo posto al centro della palestra e assumevamo le posizioni di difesa. La sua postura era impeccabile come sempre, ma sapevo per esperienza che se iniziavo a incalzarlo dopo un po' avrebbe iniziato a lasciare scoperto il fianco destro per contrattaccare, per cui decisi che avrei adottato proprio quella tecnica. Incalzarlo finché non trovavo il punto debole per metterlo al tappeto. E sapevo anche che mi avrebbe lasciato sganciare il primo colpo, mossa stupida secondo me, ma se ci teneva tanto a fare il gentiluomo io non gli avrei certo chiesto di smetterla...
Dopo esserci girati un po' intorno sferrai fulminea il primo attacco, un gancio sinistro diretto al mento, mossa abbastanza prevedibile, infatti la schivò con relativa facilità parando con l'avambraccio.
Non gli lasciai altro tempo per riflettere su come contrattaccare e mi lanciai in una serie di colpi pensati per sbilanciarlo e lasciare scoperta quella porzione di fianco che mi interessava. Come mi aspettavo, contrattaccò molto bene, tant'è che alcuni dei suoi colpi andarono a segno, ma riuscì comunque a nel mio intento. Quando vidi la falla nella sua difesa, rapida sferrai un calcio verso quel punto, cogliendolo di sorpresa, visto che non riuscì a riprendere l' equilibrio abbastanza in fretta da evitare di cadere, e in un lampo fui sopra di lui con l'avambraccio premuto contro la sua gola. "Credo di aver stabilito un nuovo record" dissi ansimando leggermente mentre lo liberavo da quella posizione e lo aiutavo ad alzarsi "Ti ho battuto in due minuti, più o meno". Lui mi sorrise con fare irritante "Certo, solo perché non volevo farti veri danni, oggi. Mi prenderò la rivincita quando torniamo, stanne certa" mi rispose. "Se vuoi il secondo round sai dove trovarmi...ora abbiamo perso già abbastanza tempo, ci vediamo all'uscita" lo salutai, prima di ricordargli di prendere tutte le armi di cui pensava di aver bisogno.
La regola solitamente era di viaggiare leggeri in missioni del genere ma... non si sa mai.

L' Ombra delle Stelle Where stories live. Discover now