Capitolo uno

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Inizió tutto quella mattina ,mi  alzai dal letto e l'unica cosa a cui  pensai era sopravvivere ..sopravvivere alla mia famiglia, alle persone, sopravvivere alla vita.
Aprii gli occhi e mi ritrovai per terra accanto al mio letto, ero caduta.
Mi alzai, guardai verso il mio morbido materasso dove c'era il mio dogo argentino Kit che dormiva tranquillo senza curarsi di avermi fatto cadere.
Andai verso il bagno.. Mi guarda i allo specchio:occhi spenti, occhiaie marcate, labbra gonfie e livide. Il livido al lato dell'occhio destro ancora non se ne era andato ,mi voltai, ne avevo un altro sulla scapola.
Sabato sera il compagno di mia zia era tornato talmente ubriaco da non potersi controllare.. anche mia zia aveva un livido sul fianco.. mi pare,la sera prima ero stata quasi tutto il tempo in camera mia ,sarò scesa una volta per prendere da bere, l'ho vista di sfuggita che lavava i piatti e poi sono tornata nel mio rifugio:la mia camera.
Il mio stomaco reclamava cibo, domenica ero rimasta a digiuno, stranamente essendo io una ragazza molto golosa.
Volevo scendere a fare colazione, ma forse mio zio era sveglio e non avevo voglia di vederlo, neanche per un secondo.
Oggi riniziava il mio inferno preferito: la scuola.
Dove spesso passavo gran parti delle mie giornate, riuscivo sempre a farmi mandare in punizione dopo scuola, non avevo voglia di andare a casa...
Mi infilai sotto la doccia ,mi asciugai e mi vestii con la solita felpona,leggins e converse.. i capelli ,quelli per erano sempre un problema, erano sempre ribelli, lisci ma ribelli.. erano di un castano scuro.
Ero pronta per andare a scuola,scesi silenziosamente le scale fino ad arrivare alla porta la aprii lentamente per non farmi sentire da mio zio che era in cucina davanti alla TV,da mia zia occupata a lavare i piatti e mio cugino, stronzo come il padre... odiavo la mia "famiglia" ..
Ero stata affidata a loro quando mia madre era morta, ero davvero molto piccola, non mi ricordo di lei.. mia zia non ha conservato neanche una foto, come per cancellarla... per non soffrire.
L'aria fresca della mattina mi risveglió dai miei pensieri cupi.
A quei tempi per me era quasi bello andare a scuola, potevo stare lontano dalla mia famiglia e leggere... per me non c'era niente di meglio,poi a scuola non avevo amici, si  può dire che ero molto temuta da quando all'età di 16 anni avevo picchiato un ragazzo con un libro perché aveva fatto un commento un po troppo spinto sul mio sedere..da quel momento nessun ragazzo ha mai più provato neanche a guardarmi.... 
Odio stare a contatto con le persone, tutti a scuola lo sanno che mi devono stare lontano.
Quella mattina alle otto entrai a scuola... tutti come al solito si giravano a fissarmi... ci ero abituata ormai...comunque lo sapevo che per i miei quasi 18 anni ero strana :non uscivo,non frequentato ragazzi,non mi truccavo, non avevo amiche.  Ero abbastanza asociale, odiava qualsiasi tipo di contatto con chiunque altro individuo.
Entrai nella mia classe come al solito, mi posizionai all'ultimo banco vicino alla finestra, poi piano piano vidi entrare tutta la mia classe.. alla prima ora c'era il professore di francese che ci salutó con un classico "Boujour" il mio primo pensiero fu "CHE PALLE GIÀ COMINCIA A ROMPERE I COGLINI QUESTA".
Quando il professore aveva finito di fare l appello e tutte quelle altre cose.. in classe entrò un ragazzo nuovo ..biondo, molto alto,occhi di un azzurro quasi finto, e aveva un  piercing al labbro, la faccia da testa di cazzo con quel sorrisetto strafottente...già non mi piaceva. Quasi mi mise sogezzione quando il professore gli disse di mettersi vicino a me, che era l'ultimo posto disponibile,  e mi guardò e mi sorrise..ma che cazzo si sorrideva,pensai.
Lo snobba con una smorfia così da fargli capire subito che non avevo voglia di fare la simpatica con lui.

Passo la lezione di francese,matematica e cosi venne ricreazione lui usci immediatamente... Aveva un pacchetto di malboro rosse in tasca come me...

Poi riniziarono le lezioni.. ci fu l 'ora della professoressa Gatti di chimica , una stronza assoluta mi stava sul cazzo pure lei.
In quei cinquanta minuti iniziò tutto.. quando lui decise di dovermi rivolgere la parola PER FORZA.
"Ma si può fare lezione il primo giorno di scuola?che palle!" Mi sossuro Luke
Lo guardai con disprezzo "io ora esco.. che fai vieni con me" continuò a rivolgermi la parole e tutto ciò mi diede i nervi.. "potresti almeno rispondermi bimba" continuava, era insistente il ragazzo.
"Eiiii, ci sei? " mi mise una mano sulla gamba.. Come si permetteva a toccarmi. Non mi controllai, gli urla di levare la sua sudicia mano dalla mia gamba.
"HEMMINGS, NILSON!!uscite subito da qui e dirigetevi dal preside mi avete stufato!" Urlo quella psicopatica della Gatti.
Io mi alzai senza neache guardare quel coglione e usci e lui dopo di me.
"Tu sei matta !perché hai urlato??!! " mi raggiunse quel fastidioso biondo "Mi devi lasciare stare chiaro?! È un avvertimento Hemmings..! " gli sussurai a denti stretti con l'aria da finta dura quella che mi ero cucita addosso da più di 7 anni.Ma ancora non sapevo con chi avevo a che fare... lui non era come gli altri, lui aveva le sue regole, lui era come me.  Indicifrabile, furbo e spesso anche cattivo.
Mi afferó il polso buttandomi addosso al armadietto, cercai di divicolarmi.
"Se no cosa fai bambina.. mi picchi(?) "
Fece una specie di risatina malvagia,ero un po intimorita ma avevo passato di peggio, quindi anche lui si doveva rendere conto di star giocando con la persona sbagliata.. "non giocare con il fuoco ragazzino" cercai di intimorirlo, ma lui era come me... non si faceva spaventare facilmente "vedremo bambina "  mi disse avvicinandosi ancora di più a me... avevo l'ansia non mi piaceva che un uomo stesse così vicino a me... avevo paura del contatto stavo per impazzire o per mettermi a piangere.. ma non per lui ma per quello che quel contatto mi ricordò...
Lui lasciò la presa..
"Non sei contenta bambina ci faremo un oretta sicuro di punizione insieme " rise..
Infondo dovevo ringraziarlo a quello stronzo patentato mi aveva procurato un ora in più fuori casa... non gli risposi e contiuai a cambiare verso la direzione..
Mi tocco un ora di punizione con il deficente.

Okay ragazzi questo è l inizio.. io e la mia amica ci abbiamo lavorato molto...
Eeee... lo so che forse come inizio è può classico ma più avanti diventerà più originale... giuro
Okay un bacio

-saraesharon

Alone[Luke Hemmings]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora