2.

213 14 5
                                    

<<Si può sapere che fine avete fatto ieri?!>> urlai entrando in casa di Felix, uno dei miei migliori amici.

<<Ehila!>> mi salutò Jeongin mentre era incollato a giocare alla playstation.

<<Piuttosto che fine hai fatto tu ieri.>> parlò questa volta Somi dal divano.

<<Bella domanda..>> sussurrai tra me e me <<..vorrei capirlo anche io.>>

<<Che vuoi dire?>> si girò Felix, anche lui mentre giocava alla play con Jeongin.

<<Sono andata a letto con uno.>> ammisi dopo aver sbuffato.

<<E brava la nostra amichetta.>> mi diede una pacca sulla spalla Somi.

<<Brava un corno.>> mi avvicinai alla finestra per fumare una sigaretta <<Sono stata fortunata, e se fossi finita con uno strambo? O ancora peggio, con un assassino?>>

<<Hai ragione, avremo dovuto stare più attenti.. ma ecco, un ragazzo.. mi sembra si chiamasse.. Chan? No, Changbin ci ha detto che un suo amico era fuori a parlare con te e quindi eravamo tranquilli.. dopo abbiamo pensato che ti avesse accompagnato a casa.>> spiegò Jeongin.

<<Beh? Com'è lui?>> chiese poi Somi.

<<Un narcisista con manie di protagonismo.>> feci un tiro dalla sigaretta <<Ma bello, anche tanto.>>

<<E allora? Hai intenzione di rivederlo?>> domandò Felix.

<<Assolutamente no.>> risposi prontamente guardando male Felix <<Non so nemmeno come si chiama.>>

<<Com'è possibile che tu non sappia nemmeno il suo nome dopo esserci andata al letto?>> parlò questa volta Jeongin.

<<Jeongin, non lo rivedrò mai più in vita mia, perché dovrei sapere il suo nome?>>

<<Beh, in caso ti andasse una scappatella..>>

<<No Felix, sono troppo impegnata con il mio lavoro per pensare alle scappatelle.>>

<<Ti ricordo che proprio perché eri stressata per via del lavoro che siamo andati in quel locale ieri.>> fece notare Somi <<E alla fine mi sembra che quel ragazzo abbia alleviato il tuo stress.>> rise poi.

<<Ringrazia che siamo amiche, altrimenti ti avrei fatto mangiare questo mozzicone.>> risposi spegnendo la sigaretta nel posacenere fuori la finestra.

-

<<Questo è da rifare.>> disse il mio capo sbattendo l'articolo sulla mia scrivania per poi andarsene.

<<Stronza.>> borbottai cercando di capire cosa non andasse nel mio articolo.

<<Sembra proprio che non ti sopporti in questo periodo.>> parlò il mio collega Yunho passandomi una tazza di caffè.

<<Non mi ha mai sopportato.>> alzai gli occhi al cielo <<Non capisco nemmeno perché mi abbia dato il lavoro se non le va mai bene nulla di quello che faccio!>> mi passai le mani per i capelli.

<<Ma che dici, non è vero.>> ridacchiò sottovalutando il problema.

<<Sono sicura, al mille per mille, che se questo articolo glielo consegnassi tu, lo pubblicherebbe subito.>> risposi alzando il foglio.

<<Sei sempre la solita.>> rise il mio collega.

<<Eppure continui a sopportarmi.>> tirai su un falso sorriso.

<<Ti sopporto solo perché siamo vicini di scrivania, e mi pagano per stare qui.>> mi pizzicò una guancia.

<<Tsk.. e io che volevo offrirti la cena.>>

<<Mi rimangio tutto!>> rispose prontamente facendomi ridere.

Yunho è stato il primo collega di lavoro che ho conosciuto, a dire la verità, l'unico collega di lavoro che conosco. È sempre stato gentile con me, e in questi ultimi anni mi è stato molto accanto nei problemi lavorativi. Non nego che inizialmente avessi una cotta nei suoi confronti, ma decisi di lasciar stare quando seppi di essere fidanzato.

Mi rimisi al lavoro cercando di riscrivere quell'articolo, che proprio non capivo cosa avesse di sbagliato, e passai l'intera giornata in quel modo.

Come promesso offrii la cena a Yunho, ma non aspettò di finire di mangiare che scappò dalla sua ragazza scusandosi un centinaio di volte, tanto da voler pagare il tutto, ma senza successo.
Finii di mangiare, pagai il conto e uscii dal locale. Decisi di tornare a piedi quella sera per pensare un po'.

La mia mente era in subbuglio: davvero, quel periodo lavorativo mi stava stressando a livelli assurdi, ed ero quasi convinta che di lì a poco mi avrebbero licenziata.

Maledico quel giorno in cui ho deciso di voler fare la giornalista.

<<Ehi stai attento a dove cammini.>> mi lamentai nel momento in cui un ragazzo con indosso una tuta e un cappello mi venne addosso.

<<Stai attenta tu razza di- ma, ehi sei tu.>> sorrise il ragazzo.

Guardai meglio il viso nascosto dal cappello e strabuzzai gli occhi quando capii chi fosse: lo sconosciuto con cui ero finita a letto la settimana prima.

<<Non ti avevo riconosciuto, sei diversa.>> continuò a parlare.

<<Intendi vestita?>> ridacchiai.

<<Sei così simpatica anche con chi vai a letto?>> domandò ironico riprendendo a camminare.

<<Mh,no. Diciamo che lascio il meglio di me a chi non mi ha mai vista nuda.>> risposi affiancandomi a lui camminando.

<<Impossibile, una bellezza tale, come quella del sottoscritto, non può aver avuto il peggio di te.>>

<<È la seconda volta che ti incontro e già non sopporto più questa tua superbia.>> alzai gli occhi al cielo.

<<Non è superbia, sono oggettivo.>> si giustificò.

<<Tsk, che presuntuoso.>> lo spinsi ridacchiando.

Continuammo a chiacchierare per tutto il tragitto fino a casa mia, alla fine quel ragazzo strano non era poi così male.

<<Io abito qui.>> dissi fermandomi.

<<Bene, tu sai dove abito, e ora so dove abiti tu.>>

<<Non credo sia un'informazione molto utile.>> risposi cercando le chiavi nella borsa.

<<Non si sa mai, magari un giorno potrei venirti a trovare.>> si tolse il capello per passarsi una mano tra i capelli avvicinandosi.

Beh, che dire.
Era veramente un bel ragazzo.

<<Venire a trovarmi per?>> mi avvicinai di rimando guardandolo negli occhi.

<<Per un saluto.>> rispose oramai a due centimetri dalle mie labbra, riuscivo a sentire il suo respiro sul mio.

Continuammo a guardarci per un po' fino a quando lo sconosciuto non attaccò le sue labbra alle mie.

Love untold- Hwang Hyunjin x readerWhere stories live. Discover now