Albino

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Tutto era pronto. Azionarono i comandi dello shuttle, era semplice guidarlo, quasi come un aereo e potevano farlo tutti. Si staccarono dalla nave madre lentamente, poi azionarono i motori e sentirono tutta l'accelerazione.

L'ingresso nell'atmosfera era la parte più difficile, bisognava adottare la giusta inclinazione altrimenti lo shuttle sarebbe potuto esplodere.

A guidare era il capitano e gli altri due lo aiutavano con i comandi. Entrati nell'atmosfera, videro le fiamme di calore per attrito intorno a tutta la nave.

Guy aveva mappato la superficie del pianeta e aveva scelto per loro un punto sicuro di atterraggio. Era una radura pianeggiante e piuttosto ampia circondata da immense foreste.

Man mano che si avvicinavano al terreno e lo shuttle rallentava, Li già immaginava quel mondo alieno come un paradiso, con piante, animali e rocce sconosciute.

Ormai si trovavano a pochi chilometri dal punto prefissato. Sorvolavano velocemente la foresta e non poterono fare a meno di notare che il verde delle chiome era pressoché identico agli alberi terrestri. Sembrava che fossero tornati a casa.

L'atterraggio non fu per niente problematico. Sembrava la giornata ideale su Niño per svolgere una missione che li avrebbe resi famosi in tutto il mondo.

Ora, dopo aver eseguito tutte le procedure necessarie, dovevano solo sbarcare. Lukas si mise in prima posizione. Tutti avevano la tuta completa di casco addosso: era la procedura. Lukas spinse il tasto che permetteva di aprire il portellone. Passarono per la camera di pressurizzazione e, finalmente, uscirono all'aperto.

La prima cosa che fecero fu di ammirare il nuovo mondo. Era una giornata serena, in realtà non sapevano nemmeno come funzionasse il meteo di quel posto. Ammirarono l'erba che era di un verde brillante, molto più di quella terrestre. C'erano anche alcuni fiori dai colori accesi e le forme a calice mai viste. La cosa più bella era Suhn che stava tramontando.

Dopo il primo smarrimento, Lukas controllò, sul suo braccio, la composizione chimica dell'atmosfera.

«Capitano, è incredibile. Hai visto l'analisi dell'aria? Ventidue percento di ossigeno, praticamente uguale alla terra. Azoto, argon, anidride carbonica. Non ci sono pericoli, io tolgo il casco».

«No, fermo, non lo fare!»

Ma Lukas l'aveva già fatto. Si tolse il casco dalla testa, poi fece un lungo respiro profondo.

«Come ti senti, Lukas?», gli chiese Li preoccupata.

Lukas non rispose subito, aspettò abbastanza a lungo da far preoccupare gli altri, poi fece un sorriso.

«È una meraviglia, non avete idea che profumo meraviglioso ha questo pianeta».

Gli altri due gli sorrisero e poi fecero lo stesso togliendosi i caschi. Davvero era come diceva lui, c'era un profumo meraviglioso nell'aria, Li pensò che venisse da quei fiori delicati che vedevano davanti.

Lukas colse un bel fiore, lo annusò, poi si girò verso Li.

«Vorrei che il primo fiore colto da questo pianeta fosse tuo».

«Che bella cosa, grazie Lukas», Li sorrise e lo prese dalle sue mani.

Vagarono per un certo tempo per la radura. Il capitano ammirava delle montagne lontane e pensava. C'era qualcosa di strano in quel posto che non riusciva a identificare.

«Quante piante meravigliose, e chissà gli animali...»

Il capitano sgranò gli occhi. Sì, certo! Gli animali. Non si sentiva nessun verso di uccelli o mammiferi. Anche gli insetti erano pochi e piccoli.

«Avete notato?», il capitano attirò l'attenzione degli altri.

«Cosa?», risposero in coro leggermente preoccupati.

Il capitano guardava verso la foresta preoccupato.

«L'evoluzione ha raggiunto un certo livello su questo pianeta, ma non si sente nessun rumore. Dove sono gli uccelli? Non ci sono animali più grandi di una cavalletta».

Li e Lukas lo notarono solo allora. Era vero, non si vedevano volare animali di nessun tipo. Anche il silenzio era strano. Sembrava un pianeta deserto.

«Questa cosa mi puzza. Preparate le armi».

«Cosa? Mi sembra un po' esagerato, ci possono essere tante spiegazioni, vero Li?», ma Li stava già impugnando la sua pistola.

Tutti e tre tornarono indietro verso lo shuttle, indietreggiando, per non dare le spalle a un eventuale super predatore.

«Secondo me vi state preoccupando eccessivamente», però, anche Lukas teneva in mano la sua arma.

Arrivati alla base della rampa, udirono un rumore provenire dalla boscaglia. Tutti erano tesi. Il fruscio si udiva sempre più vicino. Sembrava un animale che stesse correndo. Non riuscivano ancora a vederlo per via delle piante del sottobosco.

«Salite veloci! Potrebbe essere un branco!»

Salirono e azionarono la chiusura della rampa. Ma la chiusura era lenta. Tenevano le armi puntate verso l'esterno. Poi lo videro: era un solo esemplare che correva più veloce di qualsiasi animale che conoscessero. Completamente bianco, grande quanto un cane e con dei canini lunghi che fuoriuscivano dalle fauci.

«Sembra solo uno, ma riuscirà a salire. È veloce, state attenti!», per la prima volta il capitano si sentì veramente in pericolo, inoltre, era anche preoccupato per il suo equipaggio.

La bestia arrivò in pochi secondi davanti alla rampa, ma si fermò. Ringhiava stranamente e li guardava, sembrava che li stesse analizzando.

«Non sparate!», il capitano fermò in tempo Lukas che era già pronto per uccidere la bestia.

«Perché capitano? Non possiamo farci sfuggire un'occasione del genere. È un esemplare che possiamo portare sulla nave. Possiamo anche solo stordirlo e chiuderlo in una gabbia».

«No, Lukas. Aspetta».

La bestia li guardò un altro po', poi andò via correndo come era arrivata e sparì nel folto della foresta vicina.

«Perché non hai voluto che sparassi?»

«Può darsi che quello fosse solo un esemplare in avanscoperta. Se l'avessimo ucciso, probabilmente ci avrebbero attaccati da tutte le parti. Non ci sono animali su questo pianeta oltre a questa specie, ne sono sicuro. La popolazione dovrebbe essere numerosissima. Inoltre, sono molto intelligenti. Dobbiamo andare via al più presto».

«Capitano, ma stai scherzando? Abbiamo fatto tanto per arrivare fin qui e ora andiamo via a mani vuote? Non ci penso neanche!»

Lukas premette di nuovo il pulsante della rampa e, senza che gli altri potessero fermarlo, scese di nuovo a terra.

«Io ne catturerò uno, costi quel che costi».

«Tu sei pazzo Lukas! Torna a bordo!»

«Sono qui! Venite a prendermi!», Lukas urlava in mezzo alla radura ormai fuori controllo.

Il capitano non sapeva cosa fare. Doveva costringerlo a salire, altrimenti sarebbe morto. Si azzardò a scendere anche lui. Tentò di tirare via Lukas, ma non voleva saperne.

«Non costringermi a usare la forza Lukas. Vieni via!»

Mentre il capitano ancora parlava, si udì un rumore molto più forte di prima. Sembrava venire da tutte le parti. Il primo esemplare, forse quello di prima, apparve da solo. Si dirigeva verso Lukas. Lui aspettò senza farsi distrarre dal capitano. Quando fu a circa sei o sette metri, gli sparò un colpo, preciso, alla testa. La bestia stramazzò al suolo. Lukas la prese e corse verso lo shuttle.

«Spingi il pulsante Li!»

Li lo premette. Mentre loro correvano verso la navicella, la rampa cominciava ad alzarsi. Il rumore delle bestie si udiva tutto intorno. La rampa non si alzava velocemente, ma, quando arrivarono, si era alzata già di circa un metro e mezzo. Lukas tirò la bestia nello shuttle. Il capitano saltò sulla rampa e salì. Lukas tentò di fare lo stesso, ma, proprio mentre saltava, una delle bestie lo azzannò ad una gamba. Rimase appeso con la bestia attaccata al suo piede.

Il morire dei giorniWhere stories live. Discover now