Un dono

6 1 0
                                    

«Molto bene, ragazzi.» disse la professoressa Tamara seduta alla cattedra. «Sono contenta di come avete svolto il compito del tema sulle diverse parole da legare. Oggi vorrei che vi dividiate in coppie e prepariate un altro testo.»

Appena disse ciò si alzò parecchio vociferare nella classe. Tutti a chiedere al vicino di banco di fare il lavoro insieme, naturalmente.

«Mai, ti va di farlo insieme?» le chiese Deniel.

«Certo.» rispose lei sorridendo.

«Formate le coppie e iniziate adesso.» disse ancora la prof. alzandosi. «Il tema è libero, mi interessa solo vedere se siete in grado di collaborare per arrivare a un risultato accettabile.»

Il ragazzo moro, allora, tornò a guardare Mai. Anche lei lo guardò a sua volta.

«Quindi iniziamo? Che tema ti piacerebbe trattare?»

«Non so, l'amicizia?»

«L'amicizia?»

«Dici che è troppo banale?»

«No, anzi, dipende da come lo si tratta.» disse con aria già pensosa. «Dici che dovremmo fare qualche ricerca su internet o in biblioteca prima?»

Mai stava per rispondere, ma la campanella suonò in quel momento. Purtroppo l'ora passava in fretta quando la professoressa chiedeva ad alcuni studenti di leggere i loro testi.

«Forse è meglio.» rispose Mai cercando di non prestare troppa attenzione ai compagni che si alzavano e se ne andavano. «Ma su internet, è più veloce e pratico.»

«Ti facevo più una da biblioteca.»

«Perché? C'è un motivo se internet è stato inventato.»

Per come la vedeva Mai il progresso serviva a migliorare le condizioni di vita in molti casi. Il fatto che internet fosse stato sviluppato tanto da permettere di fare ricerche online anziché in biblioteca, ad esempio. Molte cose erano state riassunte e semplificate. Stando alla sua visione delle cose, proprio per permettere loro di impiegare meno tempo nella ricerca. Se non ne usufruivano non solo perdevano tempo a fare il medesimo lavoro, ma il lavoro di tanti veniva sprecato.

«Hai ragione.» disse lui, frettolosamente, alzandosi in piedi. «Ora scusami, ma devo incontrarmi con Cosme.»

«Figurati, ci vediamo più tardi.» disse lei facendo un cenno di saluto.

Così Deniel mise velocemente le sue cose sul banco nello zaino e si avviò verso la porta.

La ragazza lo seguì con lo sguardo con aria un po' triste. Le dispiaceva perché avrebbe parlato con lui per ore se avesse potuto. Avrebbero potuto parlare del compito che dovevano fare, ma lui doveva andare dal suo amico.

«Maibel, ti posso parlare un momento?» le chiese la prof. avvicinandosi.

Lei, allora, distolse lo sguardo e si alzò in piedi tesa.

«Certo.» disse tentando di utilizzare il suo solito tono di voce.

«Non ho ancora letto il tuo tema, ma le prime righe mi hanno colpita.» disse guardando il foglio che teneva in mano a fine frase. «Dove hai imparato a scrivere così? È uno stile di scrittura interessante.»

«Beh, da diversi libri che ho letto.» rispose un po' a disagio. «In realtà credo che i diversi stili di scrittura dei diversi autori si siano mescolati nella mia testa... all'inizio volevo solo dare l'impressione di scrivere in maniera più professionale, perché...»

Si fermò, perché si accorse di aver probabilmente parlato troppo. Se continuava il suo segreto era compromesso. Parlando delle fanfiction alla professoressa c'era il rischio che anche i suoi compagni del corso potessero scoprirlo. La professoressa avrebbe potuto parlarne a lezione. Da quanto aveva capito le interessava molto parlare delle caratteristiche di scrittura dei suoi alunni.

Tamara era rimasta sorpresa. Non aveva capito perché Maibel si era fermata all'improvviso, ma di sicuro aveva capito che aveva un dono. Sapeva ascoltare o per meglio dire capire davvero quello che leggeva. Interpretare la realtà scritta tra le pagine e modificarla a suo piacimento.

«Continua pure.» disse la prof. con tono rassicurante.

«No, meglio di no.» disse Mai in fretta. «Cioè, non è niente d'importante.» aggiunse facendo un sorriso un po' imbarazzato.

«Mai?» la richiamò Tamara incrociando le braccia. «Tutto quello che ci riguarda è importante, soprattutto se qualcuno ce lo chiede. Va bene essere umili, ma bisogna anche sapere quali sono i propri punti di forza e credimi che tu hai talento per la scrittura.»

«Beh, grazie.»

Mai era sempre un po' a disagio, però. Evitava di guardare la professoressa troppo negli occhi, perché non capiva. Non capiva ancora cosa intendesse. Aveva pensato di sì, ma in realtà non lo aveva capito davvero. Lei non diceva che aveva talento per quello che aveva scritto, ma per come lo aveva scritto.

♥ ♥ ♥

Ciao a tutti :)

Questa è probabilmente un'altra delle parti che mi piace di più. Quando la professoressa dice a Mai che è importante anche saper riconoscere i propri punti di forza, ad esempio. Uno non è necessariamente arrogante e presuntuoso se sa di essere bravo in una determinata cosa. Deve comunque sapere che c'è sempre margine di miglioramento... e non vantarsi troppo davanti agli altri per pavoneggiarsi -_-.

Se la parte vi è piaciuta se vi va lasciate una stellina.

Ciao, alla prossima!

Mai On Air: Scrittrice in ondaWhere stories live. Discover now