Source - Capitolo 3

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Edith

Ho delle forti fitte allo stomaco.Come se mi avessero appena accoltellato con una lama tagliente e pregiata.Davanti ai miei occhi color acqua marina vedo solo buio pesto.«Signorina ha bisogno di aiuto?»mi domanda un ragazzo sui 20 anni.Ha dei capelli ricci e biondi come se fossero placcati in oro.Mi abbasso il cappuccio del maestoso mantello per osservarlo meglio.«No,grazie.Avevo solo avuto un mancamento.»rispondo intimorita.«Mi consente di accompagnarla verso la sua dimora?»All'udire la questione esposta da riccioli d'oro,l'ansia mi trafigge i polmoni.«No...grazie,andrò da sola»rispondo balbettando.Senza degnarlo di un saluto mi metto a correre tra la natura.Sfiorando un ramo con le gambe,la fine del mio vestito si straccia.Sembro una guerriera.C'è qualcosa in me che non va.Diverse emozioni si travolgono nel mio corpo.Non ho la possibilità di sentire la mia anima.Le pupille mi si dilatano e colorano di un rosso fuoco.Io non sono una vera persona.Penso di non appartenere a questa gente.A questo tipo di cose.Le vene diventano nero petrolio.Il cuore mi batte forte.Il terrore mi perseguita.Sento delle voci che provengono dal mio capo. "Tu sei diversa.Sei disposta ad uccidere.A diventare una pantera in cerca di prede da massacrare"Il tono mi manipola la psiche.Non posso farmi sconfiggere.Non posso cedere e mollare tutto.Sento delle grida che mi straziano.Sono le mie.Potrei svenire.Allontanarmi dai miei familiari.Mollare tutto.Io non sono la semplice ragazza altruista che mette la salute degli altri al posto della propria.Io sono malvagia.Sono una stupida.Non devo farmi disturbare dai rumori che mi ritornano nella mente. "Tu sei assetata di sangue.Arrabbiata con il mondo per il modo in cui vieni trattata e in cui cerchi di sopravvivere"la mia testa viene martellata.«Non cedere!»Inizio a sudare freddo.Non credo di potercela fare.Tutte le sofferenze sopportate nel corso della mia vita mi passano davanti al bulbo oculare.Allo stesso tempo anche i momenti piacevoli.I periodi passati in famiglia.Soprattutto con mio padre.Lui ci teneva tanto a me.Diceva che io ero speciale.Non ero come tutte le altre streghe.Io ero unica.Non ho mai capito cosa intendesse veramente dicendo queste parole.Grazie a questi pensieri accompagnati da entusiasmanti ricordi riesco a calmarmi.Tutto questo mi fa sentire piccola.Rinchiusa all'interno di una gabbia.Obbligata a rimanere rinchiusa ed essere torturata costantemente senza una via d'uscita...

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