Er Sombrero

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Gli venne naturale. Gli venne naturale tuffarsi e colpire la palla di testa a mezz'aria. Fu un movimento plastico, inatteso, spontaneo. Quel pallone stava arrivando ad un'altezza inconsueta per il suo diretto avversario. Maicol era in leggero ritardo. Probabilmente calcolò «la distanza e l'altezza» (così avrebbe poi raccontato vantandosene con i compagni). Di certo accelerò e si lanciò in avanti. Tagliò l'aria ad un metro da terra, colpì la palla e la indirizzò con una leggera rotazione della testa verso Bomber, proiettando la propria squadra in attacco.

Il compagno di squadra si trovava ad una quindicina di metri, quasi in area, e godette alla vista di quell'intercetto particolare, per così dire aereo. Sorrise e cominciò a correre in progressione verso la linea mediana per prendere la palla e per non sciupare quel lampo d'inventiva.

Era la seconda partita di campionato. Finora c'era stata calma piatta. Tre settimane di preparazione, tre allenamenti ogni settimana alle 18:00, un'amichevole con gli Under 15 del Sama e poi la prima gara contro la U.S. La Storta, fuori casa. Uno stitico 0-1 con un gol di Maicol su un fortuito rimbalzo. Niente emozioni, niente reazioni: calma piatta, insomma. La Sama Under 14 era decisamente più forte de La Storta, ma non l'aveva dimostrato. Normalmente sarebbe finita almeno 3-0, ma Sama, direbbero quelli che parlano bene in sportivese, stava facendo ancora rodaggio.

Mister Franco aveva avuto modo di conoscere meglio i ragazzi. Aveva smesso di chiedersi perché portassero un orecchino e solo all'orecchio sinistro, perché avessero quei tatuaggi anche sul collo, anche se però, in fondo, quelli tribali al polso non gli dispiacevano. Aveva imparato i nomi di tutti i ragazzi e quelli dei genitori. Sapeva quali genitori fossero divorziati, quali separati, quali in crisi e quali, invece, erano semplicemente sposati. La minoranza, però. Così come stava imparando a fare il secondo allenatore. Non doveva far apparire Luca Granz meno importante agli occhi dei ragazzi. Insomma aveva capito che poteva essere utile, ma senza strafare: non gli era naturale nel suo modo di intendere il calcio, ma sempre meglio che stare a casa a guardare le televendite, e a fare da cavia agli esperimenti culinari della moglie, ma questo non diciamolo alla signora Marisa.

Nel calcio giovanile le gare possono essere anche noiose, a parte il folklore dei genitori sugli spalti che ne sanno sempre più di tutti: arbitri, allenatori e dirigenti. Di alimentazione come di tecnica: «Secondo me, dovremmo avere più soluzioni in attacco» sentì affermare con convinzione da una mamma che non l'aveva visto arrivare. La signora che parlava con altre mamme e proponeva nuovi schemi dopo solo una partita, arrossì quando si accorse che aveva sentito. I genitori «non cambieranno mai», penso ridendo dentro di sé per le certezze granitiche della signora, oramai color aragosta. In quello stesso momento pensò con tanta dolcezza alla signora Marisa, che non gli aveva potuto dare la gioia di un figlio, ma che rendeva prezioso il loro matrimonio. Forse, «se le cose fossero andate diversamente, sarei stato anch'io – ipotizzò- un genitore tuttologo. Mamma mia» e tornò a pensare alla gara.

Il calcio giovanile può anche essere noioso finché non c'è un guizzo, una scintilla: a quel punto tutto si mette in moto, tutti si esaltano e si divertono. Il passaggio aereo di Maicol fu quella scintilla nella seconda gara di campionato dell'Under 14 provinciale contro i ragazzi di Vicarello. Fu la fine della calma piatta.

Il passaggio non fu preciso. Fu, però, una bella imbeccata che elettrizzò l' Under 14 del Sama F.C.: tutti in panchina si alzarono in piedi e cominciarono ad urlare e ad incitare. Bomber era nella zona centrale del campo, la palla cominciò ad andare verso la fascia sinistra. Si spostò. Correva. Correva e le sue gambe lunghe divoravano il campo, anche se, dietro di sé, sentiva il fiato dell'avversario diretto, un ragazzo dai capelli rossi, sovrappeso, ma tenace. Sapeva che da qualche parte c'era anche il Centrale in agguato. Di sicuro erano due contro uno, mentre Maicol, atterrato con le mani davanti, alzando una piccola nuvola di polvere, richiamò a sé le gambe e spinse su mani e piedi per rialzarsi in fretta e correre in attacco ad aiutarlo.

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⏰ Last updated: Dec 09, 2023 ⏰

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