ℂ𝕒𝕡𝕚𝕥𝕠𝕝𝕠 1

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Esistono persone costantemente sospese nel vuoto, fantasmi visibili che fluttuano tra lo scorrere incessante degli eventi.
Non sono vivi, non sono morti.
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-Vedo che sei inscritta nelle nostre liste solo da un paio di settimane, sei stata molto fortunata-

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-Vedo che sei inscritta nelle nostre liste solo da un paio di settimane, sei stata molto fortunata-. I boccoli castani della direttrice dondolavano sul voglio nel quale la donna, con movimenti caotici e frettolosi, scriveva con una penna blu compilando alcune sezioni di un modulo prestampato. -Ci sono tante altre ragazze come te in lista che stanno aspettando da mesi-.
Catherine annuì con un movimento del capo appena accennato, forzando un cordiale sorriso. Le sue gambe, accavallate sotto alla scrivania, pareva non avessero alcuna intenzione di stare ferme.
-Puoi iniziare anche domani, se ti senti pronta- annunciò poco dopo la direttrice, chiudendo una cartelletta lucente tra le mani sulle quali troneggiavano dieci unghie lunghissime laccate di rosso. -Posso confermare la tua presenza?-.
Ancora una volta la giovane si limitò ad annuire silenziosamente. Non aveva avuto la fortuna di poter scegliere liberamente la sua prossima occupazione, in effetti non era neanche sicura di essere realmente portata per quel tipo di lavoro; tuttavia, una serie di eventi più o meno casuali le avevano aperto quella porta offrendole una possibilità alla quale, necessitando urgentemente di denaro, non aveva avuto modo di rinunciare. Con l'affitto da pagare e le rate dell'università che si stavano accumulando, Catherine aveva sfruttato la sua modesta esperienza in ambito socio sanitario per iscriversi a una lista di collocamento, presso un'agenzia che si occupava della selezione e della collocazione di personale in famiglie private bisognose di aiuto professionale.
-Molto bene-. Un plico di fogli bianchi stampati a macchina fu fatto scivolare sul tavolo in direzione della ragazza, la quale vi fece scorrere sopra gli occhi con uno sguardo un po' perplesso. A causa dell'agitazione faceva fatica a distugere le parole e dare un senso alle frasi impresse sulla carta, spostando la sua attenzione qua e la in modo nevrotico.
-So che la situazione della famiglia Page ti è già stata esposta brevemente, ad ogni modo qui puoi trovare tutti i dettagli della tua mansione-.
Catherine poggiò timidamente la mano destra sulla prima pagina, rivolgendo il suo sguardo alla direttrice. -La ringrazio. Mi hanno detto che il turno sarebbe dalle 21:00 alle 9 del mattino, giusto?-. Qualche goccia di sudore tingeva la sua fronte, sintomo della tensione che stava facendo scalpitare il suo cuore in modo inarrestabile.
La donna annuì energicamente. -È esatto. Dovrai occuparti del paziente per quanto riguarda la messa a letto e il risveglio, inclusa l'igiene personale quotidiana. Durante la notte ti limiterai invece alla semplice sorveglianza-. La donna puntò i gomiti sul tavolo, iniziando a frugare in un cassetto inclinandosi lateralmente in una posizione piuttosto scomoda. -Come ti ho già detto il ragazzo vive con la nonna, è una donna anziana ma ancora autosufficiente. Non dovrai occuparti anche di lei, se non per aiutarla con le faccende domestiche-.
La giovane sorrise nervosamente, afferrando il mazzo di chiavi che un attimo dopo fu allungato verso di lei, dal quale pendeva una targhetta dal bordo azzurro, sulla quale era stato scritto a penna il cognome della famiglia in questione. -Con queste apri la porta d'ingresso e il portone del palazzo. In caso di problemi, sentiti libera di contattare l'agenzia a qualsiasi ora-. Il viso della donna le parve stranamente teso ma allo stesso tempo rilassato, come si sentisse sollevata di essere riuscita a collocare una nuova operatrice in casa Page; da quel che aveva capito, si trattava di un caso abbastanza particolare che le avevano affidato fiduciosi delle sue buone capacità relazionali.
-Sono... Sono la prima che mandate a lavorare qui?- balbettò poi la ragazza, visibilmente in imbarazzo; tentava di nascondere la sua tensione, arrotolando un dito tra le ciocche scure dei capelli che teneva sempre accorciati in modo impersonale. Temeva di non essere all'altezza di un incarico di quel tipo, ma sperava davvero di sbagliarsi.
La direttrice fece una smorfia, chiaramente infastidita dalla domanda. -Sono sicura che saprai prendere in mano la situazione, assicurari soltanto di svolgere le tue mansioni al meglio e vedrai che la signora Page ti accoglierà ben volentieri. Mi raccomando, domani sera arriva puntuale-.
La ragazza annuì, e capendo che l'altra avesse intenzione di interrompere il colloquio si alzò in piedi sistemando sottobraccio i documenti che le erano stati consegnati; non comprese per quale motivo non avesse risposto al quesito, ma ciò la indusse a supporre che quasi certamente altre operatrici prima di lei erano state assegnate a quella famiglia con esito negativo. Questo dettaglio non era di certo incoraggiante, pensò.
-Certamente, la ringrazio- concluse subito dopo, affrettandosi a raggiungere l'uscita dell'ufficio. Era felice di aver trovato una buona occupazione in così poco tempo, ma la tensione dentro di lei non faceva altro che continuare a crescere; si sentiva come se avesse la certezza che qualcosa in quell'impiego non andava, nonostante le numerose rassicurazioni che le erano state date insistentemente.
Abbandonando l'edificio Catherine inspirò a pieni polmoni l'aria fresca del mattino lasciando che calmasse i suoi nervi. Il tragitto verso casa le parve più breve del solito, forse perché non vedeva l'ora di arrivare e  preparare la valigia con tutto ciò che le sarebbe stato utile portare con sé durante i primi turni; ma seduta sull'autobus con viso attaccato al vetro sporco, non riuscì a resistere alla tentazione di aprire il fascicolo che stava stringendo gelosamente tra le mani.

Informazioni relative alla prestazione #236

Conrad Page, di anni ventisei. Il paziente presenta danni irreversibili a carico della spina dorsale con perdita totale della capacità di deambulazione, oltre a uno stato di catatonia imputabile a una condizione psichiatrica per la quale i familiari hanno espressamente richiesto di mantenere assoluta segretezza.
Il paziente non risulta aggressivo, al contrario non risponde a stimolo alcuno. Tuttavia, deve essere costantemente vigilato dal punto di vista medico.
Si ritiene necessario spostarlo regolarmente dal letto alla sedia a rotelle per evitare problematiche da decubito, ma non è presente in loco un sollevatore idraulico. La routine di igiene personale deve essere eseguita dall'operatore ogni mattina e ogni sera in modo autonomo, non è invece richiesta assistenza ai pasti.
Il paziente non è in grado di comunicare, è quindi necessario assicurarsi che i suoi bisogni primari siano costantemente soddisfatti.
La somministrazione dei farmaci è responsabilità dell'operatore assegnato e dovrà essere effettuata nel pieno rispetto delle indicazioni del medico curante, il cui contatto è riportato all'interno del presente fascicolo a pagina 3.
Si ricorda l'obbligo di riservatezza nei riguardi di tutte le informazioni private di cui venga a conoscenza. Per la presa in servizio sarà sufficiente un ambito informale e congruo al tipo di prestazione eseguita.
L'agenzia resta a disposizione per qualsiasi esigenza, il centralino è attivo ogni giorno durante gli orari di apertura, ma è suo diritto contattare il consulente di riferimento in qualsiasi momento in caso di emergenza.

Catherine arrotolò il fascicolo tra le dita volgendo uno sguardo distratto al finestrino; la prossima fermata era quella in cui sarebbe dovuta scendere. Era il 12 di Luglio, l'aria era estremamente afosa e l'asfalto scottava sotto alle suole delle sue scarpette da tennis.
L'irrequietezza dentro di lei sembrava continuare a salire, ma scelse di ignorarla; dopotutto, si sentiva sempre un po' tesa quando si trovava a dover affrontare un nuovo posto di lavoro, ove rapportarsi con persone nuove. Inoltre non le era mai capitato prima d'ora di lavorare di notte, e pensare di ritrovarsi al buio in una casa che non conosceva non era una cosa particolarmente rassicurante; forse questo dettaglio, ancor più di tutti gli altri, era il maggiore responsabile della sua implacabile preoccupazione.
Giunta finalmente a casa la ragazza sistemò le sue cose e si concesse una doccia fredda, che lavò via il sudore dalla sua pelle e anche buona parte dei pensieri che annebbiavano la sua mente. Dopotutto, si disse, il contratto da lei firmato prevedeva trenta giorni di prova durante i quali avrebbe potuto ritirarsi, anche senza preavviso.
Afferrò il cellulare e scrisse un breve messaggio al fidanzato, con un lieve sorriso stampato in faccia.
"Mi hanno presa, inizio domani!".

CatatonìaWhere stories live. Discover now