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L'ALIENA

"Jasmine Karter svegliati!!" Sentii all'improvviso urlarmi alle orecchie e mi girai a mò di zombie guardando in modo sconsolata la colpevole in faccia."Linda ti prego prendi dei biglietti per le Hawaii e partiamo domani per una vacanza!" Implorai esasperata mentre mi accasciavo sulle pile di fogli che attendevano solo di essere visionati dalla sottoscritta...montagne e montagne di lavoro, ero completamente sommersa."Dai tirati su hai quasi finito!" incitò Linda  appoggiandomi un caffè con panna davanti alla faccia per rincarare la dose.
"Sei un tesoro Linda ma corrompermi non funzionerà!" La guardai sorridendo e finalmente mi alzai dalla pila di fogli " a proposito stasera Mark e Warren daranno una festa per l'approvazione del loro nuovo business plan , a quanto pare il parco di Silent diventerà il loro nuovo grattacielo e ovviamente Warren vorrà la presenza della sua donna d'affari preferita" conclude frecciandomi con uno sguardo e torturando la cannuccia del suo frappè a fragola.
"Ti prego sono già le cinque del pomeriggio non finirò mai di lavorare prima della festa! E comunque non mi interessano le questioni amorose attualmente lo sai che sono concentrata su altro, è un periodo delicato per la mia carriera non voglio distrazioni." - Esorto contraccambiando lo sguardo e incalzando la parola 'carriera'
"Come vuoi amica ricordati però che ci saranno altrettanti esponenti dell'alta società ed è risaputo che dove ci sono buoni imprenditori ci sono ottimi investimenti,ma comunque se non sei interessata, io torno ai miei doveri e ti lascio alla tua montagna di inchiostro" scorgo un sorrisetto e si gira ed esce facendo passetti di danza per tirarmi su il morale, al che, ridacchio e torno a lavoro.
...
Sento bussare alla porta, il mio assistente mi avverte che stanno andando tutti via e guardo l'orologio notando che sono le otto passate e fuori è giá buio , congedo l'ufficio ed esco anche io, prendo l'auto e torno a casa, faccio una doccia e nel momento in cui  sono intenta a mettere il pantalone del pigiama mi arriva una chiamata da Linda, rispondo.

"Linda dimmi tutto!" Dico con affanno mentre cerco di infilare anche l'altra gamba nel pigiama-"ma dove sei? Qui sono già quasi arrivati tutti." Mi fermo e afferro il cellulare guardando l'ora , le 21:27 "In che senso Linda? Perché dove se- LA FESTA!" Me l'ero totalmente scordata un applauso alla mia testa indaffarata.

"Esatto, la festa! stupida di una suora sbrigati a cambiarti e vieni subito ti condivido la posizione!" Mi urla per poi riagganciare, dannazione devo sbrigarmi.
Tolgo immediatamente il pigiama e apro l'armadio prendendo un vestito nero con lo spacco laterale , abbino un paio di decoltè e indosso alcuni gioielli.
In fretta e furia mi trucco in modo curato ma sobrio, sciolgo i lunghi capelli castano scuro e li spazzolo cercando di recuperare ciò che posso dai miei capelli mossi...
Prendo una borsa nera, indosso un cappotto beige, prendo le chiavi dell'auto ed esco di casa per dirigermi verso il luogo indicatomi da maps. Dopo circa 8 minuti sono lì, parcheggio e salgo al 23esimo piano del palazzo in questione, appena l'ascensore si apre davanti a me si palesa Linda che mi prende per un braccio e mi fa entrare in tutta fretta.
L'appartamento era decorato in stile moderno e c'erano luci soffuse , l'atmosfera era molto soft e non mi dispiaceva, il tono era basso e c'era una leggera musica in sottofondo che permetteva alle persone di parlare tra di loro senza essere disturbate, all'improvviso su un piccolo soppalco in legno salgono Mark e Warren con dei calici di champagne in mano e fanno gli onori di casa.
Cominciano a spiegare in cosa consiste il loro progetto, i costi e tutto ciò che serve sapere.
Devo ammetterlo per quanto io odi quel Warren è davvero bravo nel suo lavoro, tralasciando che non lo avevo mai visto  vestito in quel modo, una camicia Nera e una giacca bianca che sembrano stargli stretti sui muscoli, quella tonalità bianca del completo che esalta i suoi occhi chiari e la sua carnagione un pò scura poi quella barba e quei capelli scuri entrambi curati alla perfezione...
Mentre Mark è davvero carino nel suo completo rosa, sono felicissima per lui.
Quando  entrai a far parte del giro imprenditoriale lui è stato il mio primo vero amico, o forse dovrei dire la mia prima vera amica.
Ne abbiamo passate tante insieme tra i pregiudizi della società e le difficoltà che la vita ci parava davanti.
Mentre mi perdevo tra me e me un brivido mi riportò alla realtà, un brivido causato dallo sguardo persistente di Warren sulle mie scollature, la cosa mi fece avvampare così mi spostai e andai a prendere un pò d'aria fuori dalla finestra che dava su una bellissima piscina illuminata da luci di vari colori.
"Salve disturbo?" una voce non conosciuta alle mie spalle attirò la mia attenzione e mi girai di scatto sorpresa , "è un piacere conoscerla il mio nome è Colin, spero di non averla spaventata" disse con un pesante alone di alcol che mi arrivò dritto al naso e porgendomi  la mano che portava poco sopra al polso un orologio d'oro e salendo ci si ritrovava un completo blue e la camicia bianca, i peli del petto uscivano al di sopra terzultimo botto chiuso.

Mi ripresi dai miei pensieri e ricambiai sforzando un sorrido la sua mano per presentarmi "è un piacere signor Colin io sono Jasmine Karter"
all'udire del mio nome Colin sorrise "beh mi dispiace molto ma credo di non aver mai sentito il suo nome prima, lavora per qualcuno?" Dice in modo quasi sarcastico il che inizia ad urtarmi i nervi.
"Si in effetti lavoro per me stessa,nella MIA azienda , la stessa che attualmente detiene il primo posto nella classifica delle crescite più veloci non so se legge forbes sembra poco informato" dico sorridendo e guardandolo con uno sguardo ghiacciato e lui in tutta risposta inizia ad agitarsi "certo che leggo forbes signorina solo che mi sfuggiva il dettaglio"
inizia ad agitarsi mentre cerca di aprir bocca per pronunciare qualche stronzata lo stronco
"ho a che fare con gente come lei tutti i giorni signor Colin, specialmente quando parlo con i miei nuovi dipendenti che essendo alle prime armi non prestano attenzione ai dettagli, se vuole un consiglio, stia attento alle più piccole cose altrimenti non farà molta strada e con questo permesso, mi congedo"
Mi scosto e lo sorpasso cercando di rientrare ma mi sento bloccare il polso ed un'esclamazione mi fa rabbrividire "come puo' una misera donna rivolgersi
a me così? Dovresti riempirmi di baci e prendermi una birra mentre scodinzoli e sculetti per entrare nelle mie grazie"
Mi ci vuole tutto l'autocontrollo di cui sono capace per calmarmi ma non riesco comunque nel mio intento
"va.a.farti.fottere.". digrigno i denti e ritiro il mio braccio dalla sua presa e tento di dargli  uno schiaffo che afferra saldamente senza problemi ridendo sadicamente "che c'è? È così che vi difendete voi donne? Non sai fare altro se non usare le mani? Hai appena dimostrato da sola di essere inferiore"
Stavo per dargliene un altro ma qualcuno mi blocca il polso, era Warren "potrei perfavore sapere cosa sta succedendo?"
Abbasso lo sguardo per l'imbarazzo, prendo spazio da loro e mi si blocca la voce mentre Colin inizia a raccontare la sua versione dei fatti "..si è offesa ed ha cercato di tirarmi uno schiaffo" Warren mi guarda quasi dispiaciuto , poi guarda Colin con un sorriso di cortesia forzato "se ha reagito così ci deve essere un motivo la conosco bene, sei gentilmente pregato di andartene non sei il benvenuto."
Colin sbotta qualcosa e se ne va dando spettacolo tra le persone presenti.
"Scusatemi" una lacrima minaccia di scendere e vedo Mark arrivare.
Warren mi guarda apprensivo "Ehi non è colpa tua stai tranquilla bruta"  -bruta- è come mi chiama da sempre "andiamo piccola lo sappiamo che di quei bastardi ce ne sono fin troppi..." all'improvviso Mark si avvicina es esulta
"Coraggio Jam che te ne importa di uno stronzo, ANDIAMO A BEREE!" mi trascina via da Warren che ridacchia vedendoci andare all'area bar, poco dopo ci raggiunge anche Linda.
"Uhh a quanto pare Warren ha fatto scandalo! Gli invitati lo stanno letteralmente divorando".
Mi informa sogghignando mentre si porta un calice alle labbra e si appoggia sul banco dove il mio drink e quello di Mark non tarda ad arrivare.
"Non avevo dubbi Linda" alzo gli occhi al cielo ridacchiando e prendo il mio bicchiere mentre Mark ci scruta "bambole mi sono persa qualcosa?" Scoppiamo a ridere tutte e tre "no Mark non ti sei persa proprio niente" dico finendo il drink come fosse fosse semplice acqua.
La serata continua tranquilla per un pò e dopo le undici quasi tutti iniziano ad andare via svuotando in fretta la sala.
Vedo Warren camminare verso di me mentre si abbottona la giacca e mi guarda come se non ne potesse più di parlare.
Linda e Mark sgattaiolano via guadagnandosi un'occhiataccia da parte mia e Warren si appoggia accanto a me al banco chiedendo l'ennesimo drink.
Lo guardo mentre sorseggio l'ennesimo margarita e credo sia proprio lui a darmi la forza di parlare.
"grazie ancora per prima,bruto."
"Dovere bruta, solo io posso dirti che sei inutile"afferra il drink dal bancone e alza le sopracciglia guardandomi e brindando da solo alla mia salute.
Ridiamo e parliamo del più e del meno, poi cala il silenzio.
"Beh è ora che io vada" dico alquanto dispiaciuta di dover essere la prima a finire la conversazione piacevole.
"Certo, ci vediamo presto."
È in piedi davanti a me e allarga le braccia per darmi un abbraccio, mi avvicino e ricambio, lui avvicina le labbra al mio orecchio e mi sussurra.
"Molto presto spero. Ah e comunque, solo io posso farti piangere ricordatelo"mi stacco goffamente imbarazzata.
"o-ookay si è fatto t-tardi VADO A CASA!" Balbetto prima di girarmi e cominciare quasi a correre via
"Aspetta!! Sabato ci sei??"
Mi giro e gli faccio cenno di si presa alla sprovvista "bene allora passo alle 21!" Si gira e si incammina anche lui nella direzione opposta senza lasciarmi via di scampo.
Ritorno a camminare verso gli altri, li saluto  e finalmente mi avvio verso casa in auto.
Arrivata a casa corro a mettermi il pigiama e mi lascio sprofondare nelle coperte dopo aver inserito la sveglia.
Non molto dopo Morfeo finalmente decide rapirmi e gli occhi si chiudono con un sorriso.

L'isola dei demoni. {Levi Ackerman}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora