23. Taciti legami

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"Basta con tutte queste domande! Hai rotto" sbottò Trevor.

"Come sei permaloso" commentò il fratello con un sorriso sardonico in volto.

Il rumore della porta d'ingresso interruppe il loro discutere.

"Ragazzi! Siete in casa?" La voce di Johanna si fece largo tra le pareti della casa fino ad arrivare in cucina.

Non credevo sarebbe arrivata così presto. Trevor, con la fortuna che aveva, si era salvato dalle domande inopportune del fratello.

"Siamo in cucina" la informai ad alta voce.

I passi si avvicinano sempre di più alla porta in vetro colorato che divideva la cucina dal salone e finalmente, dopo pochi secondi, la donna fece capolino da essa, entrando lentamente nella stanza.
Dall'alto delle sue zeppe ci guardò tutti. Indossava un jeans scuro a zampa e una camicia bianca. I suoi lunghi capelli castani erano raccolti in uno chignon scompigliato, con delle ciocche che ricadevano sul viso segnato dall'età.

I suoi occhi scuri erano stanchi, solcati da delle occhiaie, ma nonostante questo continuavano ad essere intensamente belli.

Arricciò il naso ed il suo volto si corrugò in una smorfia di disgusto.

"Trevor, non si fuma dentro casa! Quante volte te lo devo ripetere!" Lo rimproverò la donna con fare autoritario.

Trevor si affrettò a spegnere la sigaretta dentro il portacenere colmo di mozziconi.

"Scusami Johanna" disse con un tono mortificato.

Vidi Logan ridacchiare sotto i baffi per poi alzarsi ed andare a stampare un bacio sulla guancia della madre.

Ci guardò attentamente.

"Tutto a posto ragazzi? Vi vedo un po' strani" disse.

Sorrisi sottecchi, il sesto senso da genitore captava sempre tutto.

"È lunedì mattina, fai tu" rispose Trevor con un velo di ironia, accompagnando il tutto da delle spallucce "è tutto nella norma"

Io e Logan ci scambiammo un'occhiata veloce. Come faceva ad avere sempre la risposta pronta?

La donna sorrise per quello che aveva sentito.

"Spero abbiate passato un weekend tranquillo"

Disse avvicinandosi alla macchinetta del caffè e versandosene un po'  nella tazza, poi si sedette su uno dei sgabelli dell' isola della cucina.
Johanna ci guardò da dietro la sua tazza, impaziente di ricevere una nostra risposta.

Se solo tranquillo fosse stato il termine giusto.

"Sí, tutto tranquillo" Trevor decise di intervenire "Sabato ci siamo visti con i ragazzi e domenica, invece, siamo andati a trovare Robin a lavoro" Trevor sorrise alla fine della frase.

Quanto era falso.

"A proposito... Ti saluta!" aggiunse Logan, anche lui fin troppo sorridente.

"Oh sono contenta che abbiate fatto conoscere Robin ad Emma!" Sorrise anche lei "Una ragazza squisita! È la mia nipote preferita"

"Se non l'unica che ancora ci parla" borbottò a bassa voce Trevor, tagliente. 

La donna continuò a sorseggiare il caffè, fingendo di non aver sentito la frecciatina lanciata dal ragazzo. Il suo sguardo si rivolse infine verso di me.

"Tu, Emma? Ti sei divertita?"

Divertita? Oh sì, un sacco.

Annuii non sapendo cosa dire, o magari avevo solo paura di dire troppo.

Tutta colpa del college | L'amore in mezzo ai guaiWhere stories live. Discover now