Chapter one

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«Al mio tre.» la voce entusiasta ed energica di Charlotte mi porta a roteare gli occhi al cielo.

Sbuffo infastidita.

«No.» le rivolgo una smorfia seccata, mentre lei mi tira un buffetto sul braccio.

Mi autoimpongo di non scaraventarla dall'altra parte del bagno, e inspiro profondamente, per evitare di urlarle contro.

Potremmo anche convivere nella stessa stanza del campus da ormai quattro mesi, ma non riuscirò mai a sopportare il costante entusiasmo ed energia della mocciosetta. Il suo ottimismo, nonostante sia felice che sia tornato dopo tutto ciò che ha affrontato, a volte riesce a infastidirmi talmente tanto da farmi uscire dalla camera e stare fuori per ore e ore.

«Dai, non fare la noiosa!» agita le mani in aria, inarcando le sopracciglia quasi fino all'attaccatura dei capelli.

Roteo gli occhi al cielo, ignorando il fastidio di questo momento, e la lascio proseguire.

«Uno... Due...»

Posiamo entrambe le mani sui lembi delle asciugamani avvolte intorno alle nostre teste.

«Tre!»

Con un gesto abbastanza veloce, lasciamo che i tessuti, ormai bagnati, cadano sul pavimento e che le nostre rispettive chiome ricadano lungo le spalle, creando le une con le altre un incrocio di colori diverso dal solito.

Sposto istintivamente lo sguardo sullo specchio dinanzi a me, e schiudo le labbra.

I capelli, dapprima illuminati dal biondo, si allungano sulla schiena in ciocche more. Il colore nero si abbina completamente alle sopracciglia, anche esse più scure, contrastando invece con i miei occhi azzurri.

Sfioro le punte con i polpastrelli, lasciando andare distrattamente che un lieve sospiro mi increspi le labbra.

Mi tingo e schiarisco i capelli da quando ho quindici anni. Diversi colori sono infatti passati su questa chioma disordinata: a partire dal castano, dal rosa, fino a finire al biondo. Ho da sempre sfogato sui miei capelli ciò che mi tormentava, cercando di rispecchiare il mio stato d'animo o ciò a cui ambivo.

Quando feci il biondo era per simboleggiare un nuovo inizio: avrebbe dovuto delineare un periodo più allegro, luminoso, con una consistente e ben visibile luce in fondo a quello che è il tunnel della mia vita.

Tuttavia, nonostante abbia sperato per diversi mesi che qualcosa potesse cambiare e questo colore potesse servire a riaccendere la speranza, ho ormai capito che questa si era spenta del tutto. La consapevolezza che niente più nella mia vita sarebbe andato per il verso giusto avrebbe dovuto certamente farmi male, ma la verità è che negli anni ho subito e affogato dentro di me talmente tanto dolore che ormai ogni delusione sembra soltanto una piccolissima goccia nel mio oceano della malinconia.

«Mi mancavano i miei capelli biondi...» la voce di Charlotte mi ridesta dai miei pensieri, e calamita il mio sguardo sul suo riflesso.

Le ciocche chiare, esattamente come quelle di un tempo, le accarezzano la base della schiena. La luce che le conferiscono al viso ricorda un girasole baciato dai raggi solari, mentre gli occhi azzurri risplendono come due diamanti da sotto le folte ciglia nere.

Ho sempre pensato che fosse molto bella, ma ovviamente, esattamente come tutte le altre volte, chiudo le labbra, impedendomi di farle complimenti.

Le smancerie sono qualcosa di più insopportabile dell'insalata fra i denti...

Charlotte, però, non deve essere dello stesso pensiero, poiché con gli occhi sgranati mi osserva con ammirazione.

«Ally, ma-ma stai benissimo!» osserva con minuziosa attenzione il modo in cui le ciocche scure si appoggiano sulla schiena, con le curtain bangs bagnate che mi accarezzano la mascella. Ammira le mie pupille azzurro, di un colore molto simile a quello di un cielo d'estate, e scuote la testa. «Questo è il tuo colore naturale? Perché non l'hai fatto prima?» domanda con un ampio sorriso.

(Un)expectedDove le storie prendono vita. Scoprilo ora