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Ecco l'ennesimo schiaffo. Non gli avevo fatto trovare la cena pronta dopo il lavoro.

"S-scusami, l'autobus ha ritardato"

"Non mi importa. Tornavi a piedi. Trovavi un modo per arrivare in orario. Non capisci un cazzo, non hai la minima comprensione che torno da lavoro stanco e hai il coraggio di inventarmi scuse."

Non dissi nulla. Non riuscivo a dire nulla, non avevo né forza né coraggio. Rimasi a testa bassa, col timore e l'ansia che mi divorava nel ricevere un pugno o uno schiaffo. Se parlavo, perché parlavo, se stavo zitto perché stavo zitto, non c'era una via d'uscita, lui doveva sfogare la sua rabbia e la frustrazione, e io ero lì per questo.

"Poi che schifo hai cucinato. Cos'è?" spostò il piatto con violenza facendolo sbattatere contro gli altri. Chiusi gli occhi istintivamente calando di più la testa.

"Mangiati tu questa merda. Non sei capace nemmeno di cucinare." disse allontanandosi, per poi fermarsi di nuovo e sbuffare irritato.

"Dio come mi fai incazzare. Non dici nulla!?" sbottò girandosi verso di me.

"S-scusa. S-se vuoi poss-"

" "Puoi" un cazzo Taehyung!" si avventò su di me tirandomi un altro forte schiaffo che mi fece cadere a terra.

"Non sei capace di fare nulla!" riprese il piatto dal tavolo e me lo rovesciò addosso.

"Mangiati tu questo schifo" disse guardandomi con ritegno, per poi lasciare andare il piatto in terra che si ruppe all'impatto.

"Io esco." si girò e andò via sbattendo la porta di casa.

Rimasi in terra a testa bassa per altri 5 minuti, in mezzo ai resti del piatto rotto. Non riuscivo a fare nulla se non piangere, sfogare la paura che avevo accumulato.

Strinsi i pugni e mi alzai velocemente, mi asciugai le lacrime e iniziai a raccogliere i cocci sparsi in terra.
Finii di ripulire il tutto e mi andai a sdraiare sul divano, volevo provare per l'ennesima volta a dimenticare quello che fosse successo ma al solito non riuscivo, quelle scene e quelle delle altre volte mi tornavano in mente, era piena solo di questo.
E come al solito finiva che mi addormentavo con le lacrime agli occhi, sperando di trovare una pace eterna.

Non potevo uscire quando volevo, potevo solo per sbrigare commissioni per lui o al massimo fare la spesa, ma comunque lui era sempre al corrente delle mie uscite. Non avevo pensieri positivi esterni a lui su cui aggrapparmi per avere la forza di andare avanti. Gli unici momenti di serenità erano quelle poche volte in cui lui era un'altra persona. Sapeva essere diverso dal solito, da questo. Anche se ultimamente succedeva rare volte. In quei momenti mi faceva stare bene, mi amava, mi coccolava, faceva tanto per me, solo che lo faceva quando gli andava, solitamente ogni volta che aveva una delle sue solite sfuriate, dopo tornava sempre da me a chiedermi "scusa", e così via, ricominciava il calvario.

Erano le 2:30 di notte quando mi svegliai a causa del rumore della porta d'ingresso.
Mi alzai di corsa dal divano e sistemai velocemente le coperte e i cuscini e spensi subito la tv
"Cazzo" mormorai tra me a bassa voce. Quando entrò lui in cucina. Era ubriaco, come al solito, barcollava e provava a reggersi alla parete.

"Cosa ci fai ancora sveglio?"

"Ti aspettavo" ovvio che non era vero, anzi speravo spariste dalla faccia della terra.

"Mh, vieni qua Taehyung" si avvicinò lui, ma io rimasi immobile, perché sapevo cosa stesse per succedere.

"Sunho è meglio andare a dormire, sei ubriaco, o se vuoi puoi fare un bagno" cercai in tutti i modi di fargli cambiare pensiero o di distrarlo.

"Si andiamo in camera, ma non a dormire dai, sai che non voglio dormire, ho solo voglia di te" si avvicinò del tutto a me, iniziando a baciami il collo, le sue mani vagarono in tutto il mio corpo.
Avevo i battiti accelerati, non volevo, non volevo quella situazione. Cercai di allontanarlo

"Sunho non mi va, sono stanco e tu domani devi svegliarti presto, è già tardi" Sunho allontanò di poco la testa mentre mi continuava a tenere stretto a lui con le braccia.

"Sei ancora incazzato per prima? Sai di non averne il diritto perché quello che ha sbagliato sei tu?"

"N-no non è per prima Sunho"

"E allora cos'è? Che ti costa? Tu stai fermo, faccio io dai" tentò di strattonarmi per tirarmi dentro la camera da letto

"No Sunho ti prego, non mi va" sentivo un nodo alla gola e le gambe tremare, sapevo che in questo stato lui poteva diventare esageratamente violento, non ragionava, non sapevo e non potevo fermarlo.

"Finiscila di rallentarmi! Muoviti cazzo!" mi tirò dal polso e mi lancio sul letto.

"T-ti prego no" dissi senza fiato, ma nulla gli avrebbe fatto cambiare idea.

Mi tirò via con violenza i pantaloni del pigiama, io rimasi immobile, cercando di trattenere le lacrime con il freddo di inizio dicembre che mi tagliava le ossa.
Iniziò a mordermi le labbra e parti del collo, mentre mi sbottonava la camicia del pigiama.
Si alzò subito e si tolse la cintura per poi sbottonarsi i jeans e sfilarseli velocemente. Ritornò su di me per afferrami i boxer e tirarli via con aggressività. Aprì le mie gambe e si infilò in mezzo ad esse, posizionando la sua erezione nella mia entrata quando cercai di fermarlo

"No Sunho! t-ti prego aspetta, non così, prendi il lubrifica-" bloccò le mie parole quando con forza cerco e riuscì ad entrate dentro i me. Un forte dolore si espanse in tutto il mio corpo

"A-ah.. t-ti prego p-piano Sunho.."

"Sta zitto Taehyung cazzo!" con una mano mi chiuse la bocca e con l'altra mi afferrò per il collo e iniziò a spingere con forza e sempre più velocemente dentro di me. Cazzo quanto faceva male, non riuscivo a respirare, iniziai a piangere silenziosamente, restando lì immobile. Passarono circa 10 minuti di inferno quando, aumentando le spinte venne dentro di me. Respirava affannosamente e uscì buttandosi accanto a me. Io rimasi immobile con il volto girato al lato opposto al suo.

Sentivo un buco nero dentro il mio stomaco, mi sentivo distrutto e incapace di riuscire a raccogliere tutti i pezzi, non mi sentivo più di me stesso, mi sentivo perso, non volevo più quella vita, quel corpo, non volevo essere Kim Taehyung.

Con poche forze cercai di alzarmi per raccogliermi i boxer, ma una fitta mi percorse tutto il corpo costringendomi a sedermi.

"Quante storie Taehyung, sei esagerato"

"No Sunho, è che a te non importa come sto, non capisci e non ti interessa farlo"

"Ma cosa dici, certo che mi importa di te" si alzò e si sedette accanto a me, accarezzandomi la schiena

"Cosa c'è che non va? Sei sempre a lamentarti, non ti va mai bene nulla di quello che faccio"

"Sunho ha fatto male, p-perché non hai usato qualcosa? A te non importa come sto, arrivo a dirtele le cose, ma mi azzittisci sempre facendo come ti pare" dissi a testa bassa, con il cuore in gola e la voce tremante, lui stese zitto e mi guardò

"Scusa, mi dispiace Taehyung, non volevo" mi girai a guardarlo

"Non succederà più, te lo prometto" continuai a fissarlo, lo speravo davvero, ma sapevo che questa era una delle sue solite promesse.

"Mh, ora ho sonno" mi tirai indietro fino a stendermi, tirai il piumone e mi coprii del tutto

"Buonanotte Sunho"

"Hey Taehyung, ti ho detto che mi dispiace, vieni qua dai, ci facciamo le coccole?" mi disse con calma e tono dolce, ma io comunque volevo stare più lontano possibile da lui.

"Non mi va, sono stanco" non volevo davvero avere contatto con lui, non volevo ma al solito non mi ascoltò e fece di testa sua sdraiandosi dietro di me, mi avvolse un braccio attorno alla vita e mi tirò a sé, facendo aderire la mia schiena contro il suo petto. Iniziò ad accarezzarmi, facendo su e giù in tutto il mio addome fin quando non si addormentò. Alla fine si faceva sempre quello che voleva lui, anche se arrivavo a pregarlo, tanto dopo mi chiedeva scusa ed era tutto finito e tornava la "pace".

you were a flower in a minefieldWhere stories live. Discover now