3 - Commissioni umane

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Appena due minuti dopo si udì un tintinnio provenire dell'attrezzo, segno che era pronto per cucinare le fette di pane.

Mi alzai, sistemai il tutto mettendo il pane nel tostapane, e poi preparai il barattolo di marmellata sul tavolo. Vidi con la coda dell'occhio King intento ad aprire il vaso per assaggiare un po' di marmellata. Lo lasciai fare, non avevo le forze per rimproverarlo.

"Riesci a dare un'occhiata al tostapane? Vado a prendere il telefono per controllare se ho ricevuto messaggi" gli dissi, lui annuì e io mi diressi verso le scale per raggiungere camera mia. Raccolsi il cellulare, ancora accanto al letto, e controllai velocemente le notifiche. Nulla.

Feci spallucce e tornai in cucina da King, vedendolo sulla dispensa a fissare il tostapane con aria titubante. Pochi istanti dopo, le fette di pane salirono e uscirono di colpo dalla scatoletta bianca. King si spaventò e fece un salto all'indietro. Ridacchiai, avvicinandomi a lui e prendendo i due toast.

"Guarda che dopo devi fare la stessa cosa con quello di Eda, ti conviene non spaventarti" gli feci notate, guadagnandomi un'occhiataccia. "Al posto di insinuare assurdità, ti conviene preparare la colazione" disse King, incrociando le braccia e guardandomi con aria da superiore. Scese dal bancone della cucina e raggiunse il tavolo.

"Non sono la tua serva." Risi, portando i toast sul tavolo e iniziando a spalmare la marmellata viola sopra il pane tostato.

"Devo ricordarti chi sono?" mi chiese, squadrandomi dalla testa ai piedi prima di addentare la sua colazione. Scossi la testa, sapevo benissimo con chi stessi parlando.

Pochi mesi prima era stata fatta la scoperta del secolo: King Clawthorne non era il "Re dei Demoni", ma bensì il figlio del titano delle Isole Bollenti, e suo legittimo erede. Era stato difficile accettare la cosa, perché non riuscivo a vedere King come una divinità, e lo stesso valeva per Eda. Per noi rimaneva sempre lo stesso.

Gli abitanti delle Isole, invece, avevano dato di matto. Per i primi giorni ricevevamo visite almeno ogni dieci minuti, tutto perché qualcuno voleva vedere dal vivo il nuovo titano, quando si credeva non ne esistessero più.

"Luz? Ci sei?" Mi resi conto di essermi persa tra i miei pensieri, fissando King. Non avevo neanche iniziato a mangiare il mio toast.

Annuii, mangiando un boccone. Era buono, ma mai quanto quelli che preparavo a casa con la marmellata di ciliegie. Qui alle Isole potevano scordarsi un gusto così buono e dolce.

Presi il telefono e decisi di mandare un messaggio a mia madre per avvisarla che sarei arrivata da lì a poco. Speravo lo leggesse subito, così almeno avrei avuto la certezza che non fosse ancora a letto.

Non feci neanche tempo a riappoggiare il dispositivo sul tavolo, che lo sentii vibrare. Mi aveva già risposto, stranamente. Vidi l'emoji di un pollice in su, e capii che potevo tranquillamente partire per l'ora prevista, visto che era già sveglia ad aspettarmi.

Finii il toast e filai al piano di sopra per prepararmi. Dopo qualche minuto in bagno per lavarmi i denti e la faccia, alquanto assonnata, andai in camera per decidere cosa mettermi. Non c'era molto da pensare, in realtà, non dovevo fare nulla di speciale. Però sentivo di non dover trascurare questo aspetto, come se non volessi deludere qualche strana aspettativa.

Aprii l'armadio, e presi la mia maglietta bianca targata Abominations, decidendo di abbinarla con un paio di normalissimi jeans blu. Cintura immancabile, ovviamente. Recuperai la camicia in flanella che tenevo sulla sedia e mi guardai velocemente allo specchio.

"Manca qualcosa" pensai, battendomi il mento con un dito. Guardai dal basso verso l'alto, finché la mia mente si illuminò: il cappello.

Scesi le scale per tornare da King che, nel frattempo, aveva finito la sua colazione. Chiaramente non aveva sistemato nulla di tutto ciò che era rimasto sul tavolo.

Music Under The Spotlight 2 - LumityWhere stories live. Discover now