CAPITOLO 12: Foto

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Ormai erano passate 2 settimane da quando t/n non si svegliava, nessuno sapeva cosa le fosse successo, neanche i medici che ogni giorno controllavano se si fosse svegliata, aprendole gli occhi e metterle una torcia davanti, ma nulla, gli occhi non si dilatavono o si muovevano neanche di un millimetro, Gustav quel giorno venne da me, a farmi visita «Ehilà mocio, domani vieni dimesso vero?» mi domandò con un sorriso a trentadue denti, io annuì semplicemente «A te piace t/n, mi sbaglio?» continuò sedendosi a lato del letto «Eh?» feci finta di non aver sentito, invece avevo capito eccome «A te piace t/n?» mi domandò di nuovo «Cosa? io pff ma ti pare, è solo che..non importa» mentì
«Quindi non ti fai problemi se a qualcuno di noi piace?» Il mio cuore si arrestò, mi voltai lentamente e fulminai Gustav con lo sguardo «Chi» domandai freddo, Gustav stava dondolando sui propri talloni, mi stava per rispondere ma una infermiera entrò «Oh, Tom sei sveglio, Gustav dovremmo togliere il gesso e le fasciature a kaulitz se non ti dispiace..» Disse avvicinandosi a me, Gustav annuì ed uscì «Allora Tom giusto? Come ti senti?» Mi domandò cominciando a schiacciare pulsanti che fecero inclinare il lettino facendomi sedere «Che cos'ha t/n?» non le risposi, l'unica cosa che mi interessava era lei «Oh, non si sa ancora.. però, che rimanga tra noi, ho sentito il dottor Robens parlare con tuo fratello. Lui gli stava spiegando della specie di malattia di t/n e che lei si ritrovava tagli su tutto il corpo.» Mi rispose iniziando a togliermi la fasciatura dal petto «In che senso tagli» Di cosa stava parlando? non ho mai notato tagli nel suo corpo «T/n ha un paio di taglietti, alcuni profondi che continuavano a perdere sangue. Crediamo sia quella la ragione per cui sia in questa specie di Coma» mi rispose alzandosi, prendendo il braccio di t/n e mostrandomi uno di essi sul braccio sinistro con un cerotto trasparente, da esso si vedeva il suo sangue ancora uscire.
«Oh» risposi soltanto così, non sapevo cosa dire, l'infermiera si sedette di nuovo vicino a me e iniziò a togliermi il gesso.
Il giorno dopo ritornai a casa.
Passò un mese e ogni giorno andavo a trovare t/n, che era sempre nella stessa posizione «T/n per favore svegliati»
supplicai prendendole il viso con le mani, aveva le guance fredde, tutto il corpo freddo, come se ormai fosse morta.
Era freddo come un termosifone d'estate, fredda come la prima volta che camminavi sul pavimento scalzo.
«Svegliati!» Urlai «SVEGLIATI T/N» continuai piú forte finché non tirai un pugno sul cuscino, vicino alla suo viso dormiente, non stava reagendo, non si stava muovendo.

*

«T/n!» sentì in lontananza, era la voce di tom, di nuovo era la trentesima volta che facevo quel sogno
Ero in una stanza bianca, tutta bianca. di solito mi ritrovavo in una stanza nera ma questa volta no, bianca, come le ali di un angelo, le nuvole la domenica mattina e i bianchi denti del sorriso di tom che correva verso di me, di nuovo. «Oh t/n quanto mi sei mancata!» ripeto abbracciandomi "io ti sono mancata?" Di solito rispondevo, ma questa volta, questa volta avrei cambiato il corso della storia. «anche tu» risposi «Certo che mi sei mancat- Cosa? ti sono mancato?» mi domandò il ragazzo, si aspettava la stessa risposta delle altre 29 volte «si» risposi convinta «Noi ci vogliamo bene tom» continuai, lui si staccò dall'abbraccio al posto mio, invece di iniziare a piangere, mi prese il polso e cominciò a correre, finché non arrivammo ai noi bambini e questa volta lui era lì con me a guardare la scena; dall'altra parte della sfonda notai ancora la piccola me insieme a tom seduti per terra a lanciare sassi ai pesci «T/n posso farti una domanda?» chiese gentilmente il piccolo tom per la ventinovesima volta, la piccola me annuì di nuovo «Perchè..p-perchè in camera ai uno schema su come ucciderti?» continuò lui, la piccola t/n spalancò gli occhi incredula di quello che aveva sentito «Perchè vuoi ucciderti?» domandò ancora, vidi la me piccolina sospirare «a volte, a volte mi viene da pensare che prima o poi morirò e la mia vita non è uno scherzo. mi fa paura non sapere come porranno fine alla mia vita.. perciò ho pensato che forse uccidermi da sola fosse la scelta migliore..ecco» rispose con la vocina a bassa voce sperando di non farsi sentire «oh, facciamo così se muori tu, muoio anche io! così in paradiso avrai qualcuno con cui parlare, va bene t/n?» mi propose dandomi il mignolo come segno di promessa «E se non manterrò questa promessa sta piú che sicura che mi romperò il mignolo!» urlò, la piccola t/n rise inseme al tom normale risero e di nuovo il lago divenne una cascata e al suo interno ci vidi, Alexander, non tom perché lui era di fianco a me che continuava a tenermi la mano, mi guardava con lo stesso sguardo di tom, era cambiato qualcosa e lui come tom mi porse il mignolo per ricordarmi della promessa come se l'avesse promesso lui e non tom. io cercai di dare un pugno alla cascata ed effettivamente colpì Alexander, e dietro di lui c'era tom, che fino a 5 secondi fa mi stava tenendo la mano, era disteso per terra, come quella volta. io corsi verso di lui entrai dentro la cascata, ma invece di ritrovarmi con lui, mi ritrovai di nuovo in quella stanza buia, dove tutte le mie paure prendevano vita sempre
«Libro..Libro..Foto..Album..» sentì in lontananza, sembrava di nuovo la piccola me e mi avvicinai a lei, era accovacciata per terra con le gambe al petto e mi guardava mentre le lacrime solcavano il suo dolce viso da bambina pura e innocente «Foto..Album..Libro» continuava a ripetere «FOTO ALBUM LIBRO» cominciò ad urlare nuovamente, «Perchè dovrei prendere l'album?» domandai invece che rimane ferma come tutte le altre volte «Tom ti vuole aiutare» mi rispose semplicemente e poi scomparve e al posto suo l'album di foto cadde dal soffitto, lo presi e iniziai a sfogliarlo «Lo vedi questo?» Tom era di nuovo affianco a me e mi indicava degli occhi dietro una nostra foto da bambini, Era Alexander. lo conoscevo da quando ero piccola e lui ci stava fissando, continuai a sfogliare il libro e in ogni foto c'era nello sfondo che ci fissava con gli occhi vuoti, tutte ma proprio tutte le foto.
Finché non arrivai alla fine, dove lì doveva esserci la foto dei fiori che mi regalò tom per scherzo, ma al posto della fotografia c'era scritto "SVEGLIATI" in un rosso scuro e d'improvviso sentì un vento freddo, come se qualcuno mi stesse tirando dei pugni vicino alla testa alla velocità della luce.

*

«Svegliati ti prego..» continuai a tirare pugni sul cuscino, le presi di nuovo il viso dormiente tra le mie mani calde, la fissai per qualche istante. volevo solo che si svegliasse in quel momento. «Dimmi se non ti piace..» le guardai le labbra, sapevo che non poteva rispondere, però il piccolo me credeva ancora alla favola della bella addormentata e le diedi un piccolo bacio a stampo.

*

continuai a sfogliare il libro e d'improvviso Tom si mise davanti a me e mi chiuse il libro e lo buttò per terra. «Dimmi se non ti piace..» mi fissò le labbra e le sue toccarono le mie creando un bacio a stampo. Di solito non si sentono le cose nei sogni giusto? allora perché sentivo le sue labbra umide veramente baciarmi?

Potrei essermi innamorata di te. «TOM KAULITZ»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora