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Dopo quel discorso Ashton mi ha dato una scheda da compilare, nella scheda erano presenti le emozioni e accanto una casella libera, dovevo scrivere una percentuale da uno a dieci per fargli capire quanto forte sentivo quell'emozione in quel momento; solo che la mia mente ha elaborato una cosa strana, accanto alla scritta "Paura" non ho scritto un numero ma un nome: Calum. Il mio specialista quando gli ho tornato la scheda l'ha guardata attentamente e poi ha guardato me, voleva una risposta al motivo del perchè io avessi scritto un nome anziché un numero; ma io non sapevo proprio cosa dirgli.

Poi mi ha riaccompagnato in stanza senza proferire una parola; ora siamo tre emozioni, sedute ognuno nel suo letto a pensare. Io penso al fatto che voglio guarire il prima possibile, gli altri due non lo so. Non ho la capacità di entrare nelle menti altrui; tra un po' non so neanche come è fatta la mia di testa...quindi lasciamo perdere. «Hai il costume?» Mi chiede improvvisamente Michael, io mi volto verso di lui leggermente tremante; ero troppo presa dai miei pensieri. «No, non sapevo che qua ci fosse una piscina e soprattutto non ho nessuna intenzione di andarci.» Lo guardo negli occhi, lui fa lo stesso, «Va bene, ci riproviamo domani, per ora possiamo fare un gioco da tavolo o semplicemente parlare, se ti va.» Ė troppo gentile e carino questo ragazzo per questo mondo. «Se vuoi parliamo,» mi rivolgo completamente verso di lui, ma noto solo che Calum scuote la testa. «Dalia, dobbiamo andare a nuotare. Quindi prendi una maglietta e un pantaloncino, vecchi, indossali e saliamo in piscina.» Il tono di Rabbia è ben diverso da quello appena usato da Amore, che infatti lo guarda subito male. «Ashton ha incaricato me di portarla in piscina e soprattutto con amore, tu non usi un briciolo dell'amore che hai in corpo. Quindi fa silenzio.» Il rosso parla leggermente a voce alta senza guardarmi, ma so che non ha più l'espressione gioiosa e bonaria di prima. «Michael smettila, tutta questa bontà ti ucciderà. Il tuo amore ti ucciderà. Urlami contro, arrabbiati e dimmi che sono un caso ormai perso.» Quasi gli urla contro Calum, ora è in piedi e ha le braccia conserte. Sta provocando Amore, non gli interessa di me. Lui sta cercando di far guarire il suo migliore amico nell'unico modo in cui può farlo. «Calum, sei un caso perso, ma non posso arrabbiarmi per questo.» Una risata amara arriva alle mie orecchie, proviene da Rabbia che sta cercando un qualcosa dentro la tasca del suo jeans. Estrae un foglio e si avvicina al suo amico. «Questo.» Indica un punto del foglio, non riesco a leggere cosa ci sia scritto ma riesco a vedere che è una scheda come quella che mi ha fatto compilare prima Ashton. «Hai una speranza amico. Io no, ormai l'ho capito, ma tu si.» Scuote la testa, Michael si alza andandogli incontro e abbracciandolo. Mi sento di troppo in questo momento, sono curiosa di sapere quale sia la speranza di Amore, ma sono comunque un peso ora; in silenzio mi alzo e sgattaiolo fuori dalla stanza. Mi appoggio di schiena alla ringhiera che da sulla hall; sono tentata di guardare giù, ma non voglio iniziare a tremare e piangere, così guardo solo le altre porte, sono tutte anonime, ma noto che in piccolo in alto a destra ci sono scritti dei numeri, nella mia c'è il numero 16, in quella accanto il 24. Non ha senso, non è una normale numerazione. Dalla stanza 24 esce una ragazza, è bionda e ha gli occhi azzurri. Mi guarda e io la guardo per un tempo che sembra infinito. «Tu sei Dalia Harris, vero?» Chiede avvicinandosi poco, ha un vestitino a fiori gialli, addosso, le sta molto bene. «Si, sono io.» Mi appoggio con le mani alla ringhiera, lei sorride e poi batte le mani «Mi hanno parlato di te, sei il caso più difficile e pericoloso che abbiano mai provato a curare in questa clinica.» Annuisco, cosa le dovrei dire? E soprattutto, non credo di essere il più difficile, Calum, lui è difficile. «Io sono Eliza Irwin, la sorella di Ashton, il tuo specialista.» Allunga la mano destra che io titubante stringo. Ė interessante che io mi sia ritrovata a parlare proprio con la sorella di Ashton... «A te cosa manca?» Chiedo incrociando le braccia al petto, lei sorride. «Sono una Paura come te, però, mi manca la tristezza; sono qua dentro da dieci mesi e mi stanno guarendo. Sono troppo felice; l'altro ieri ho quasi pianto.» Ha un sorriso che gli va da un orecchio all'altro ed è molto carina quando sorride, ha le stesse fossette di suo fratello. Un tonfo proviene dalla mia camere e io e Eliza ci giriamo in contemporanea verso la direzione del rumore. «Calum!» Riesco a riconoscere la voce di Michael, sta urlando, ma non so se è arrabbiato .«Ma quella è la voce di Michael...» La ragazza al mio fianco sussurra arrossendo visibilmente. Magari sto per dare un giudizio affrettato, ma questa ragazza sembra avere una cotta per Amore. Vorrei chiederglielo, ma ho paura, sono fatti suoi, non vorrei essere invadente. Non ho il tempo di rimuginare ulteriormente sul porre o meno la domanda, perchè dalla mia stanza escono Rabbia e Amore. Il primo ha una mano sanguinante, sulle nocche, oltre il sangue sembrano esserci pezzi di vetro; il secondo gli tiene una mano sulla spalla come a consolarlo. «Che succede?» Chiedo piano a Michael, talmente piano che capisco che mi ha sentito solo quando si gira verso di me, e con un cenno silenzioso mi intima di seguirli. Questa volta non scendiamo le scale al primo angolo che incontriamo, ma al secondo, c'è un'ascensore. Eliza, che ci ha seguiti, preme il pulsante con sopra il numero 2, e l'ascensore inizia a scendere. Quando le porte si aprono ci troviamo nel piano subito sopra la hall, se Calum l'altro giorno fosse saltato da qua, non si sarebbe fatto nulla. Attraversiamo tutto il corridoio e arriviamo davanti una porta bianca con una croce rossa sopra: l'infermeria. Eliza bussa tre colpi alla porta e una donna che potrà avere l'età di mia madre ci apre la porta. Ha i capelli rossi e gli occhi castani, ed è leggermente in carne. «Calum...» Scuote la testa non appena vede la mano del ragazzo. «Entrate, ma perchè siete così tanti?» Apre maggiormente la porta mentre ci pone la domanda, ed è capelli rossi a rispondere. «Lei è Dalia,» mi indica e alla donna nasce un sorriso sul viso, «L'altra è Eliza Ivy, lo dovresti sapere.» Non sembra particolarmente felice, ed Amore è sempre felice...C'è qualcosa che non quadra. «Michael, non fare così...» è proprio la sorella di Ashton a parlare. «Ragazzi, niente battibecchi in infermeria. Andate fuori! Rimarrà Dalia con Calum.» Vorrei dirle che non è una buona idea, io non vorrei mai restare sola con Calum, è momentaneamente la mia paura più grande, no, non voglio.

101% EmotionsWhere stories live. Discover now