Capitolo 1

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Si può condurre una esistenza apparentemente normale senza sapere di essere posseduti dal Demonio.

(Matteo La Grua)



Davanti allo specchio rifletto me stessa, capelli color rame ricadono in morbidi boccoli sulle spalle. È forte il contrasto con il vestito bianco di seta e organza che indosso.

In vita una cinta color cremisi dello stesso colore del ciondolo di rubini che porto al collo.

«È incantevole, Signora» mi adulano le servitrici come api attorno alla loro regina, «il giorno più bello della sua vita» continuano a ronzare.

Allora perché i miei occhi riflettono solo spavento e tristezza? Una morsa mi attanaglia lo stomaco. "Così deve essere" continuo a ripetermi come una litania da giorni.

«Mia Signora, Sir Liam è qui per vederla.»

«Fatelo entrare» rispondo con voce austera.

«Gradirei parlare con lui in privato. Lasciatemi sola» sono avvezza ormai agli ordini e le mie ancelle, a capo chino, si allontanano.

Io invece resto sola, in attesa. Lontana da una realtà che non riesco ad accettare ricado stanca e stremata sulla poltrona di broccato accanto alla finestra. Un leggero bussare alla porta e mi volto col cuore in gola.

«Avanti.»

Ed eccolo lì, vestito con l'uniforme delle guardie reali. Liam... mia guardia del corpo, custode della mia anima. Istintivamente vorrei corrergli incontro e cercare riparo tra le sue braccia, conforto nella sua voce e compassione nei suoi occhi, ma tutto quello che riesco a fare è restare pietrificata nella mia posizione.

«Tutti ti aspettano di sotto. È quasi ora, dobbiamo andare» dice in modo solenne dandomi del tu. Lo fa solo quando siamo soli.

Eppure, avverto nella sua voce un che di rotto, di spezzato... forse il suo cuore. Non rispondo e aspetto che continui.

«Volevo accertarmi che stessi bene.»

A quelle parole mi alzo in piedi e con occhi supplicanti mi rivolgo a lui. 

«Come posso stare bene?» Incontro il suo volto, pelle color ambra, capelli scuri che alla luce del sole rivelano riflessi dorati.

«Tranquilla, andrà tutto bene» mi dice con voce rassicurante, «io sarò lì accanto a te.»

Gli prendo il viso tra le mani e avvicino le mie labbra alle sue. Mi perdo così in quel bacio, forse l'ultimo e scostandomi di poco incontro il suo sguardo; occhi profondi, come smeraldo sepolto negli abissi del mare.

Quegli occhi, i suoi occhi sono nei miei, sono i miei.

Mi sveglio nel buio della notte, addosso ancora il sapore di quelle labbra. Seduta sul letto, afferro il bicchiere d'acqua che ho messo sul comodino la sera prima e bevo tutto d'un fiato. Fisso la radio sveglia digitale che con il suo rosso metallico mi avverte che sono ancora le cinque del mattino. Accanto a me il respiro regolare di Federico fa da sottofondo al mio inquieto stato d'animo. Affondo la testa sotto il piumone, mi sfioro le labbra con la mano e arrossisco. Le sento ancora calde al ricordo di quel bacio.

Alle otto sono in metro diretta al lavoro. Riesco a conquistarmi uno spazietto contro la parete del vagone nel maleodorante rush mattutino. Alzo il volume della musica negli auricolari e mi isolo dal resto del mondo. Nonriesco a distogliere il pensiero da quel sogno, troppo reale per non esserevero. Quei ricordi sono ciclici, restano per un po' e svanisconoimprovvisamente così come appaiono. Il volto di quel ragazzo mi fa compagnia dache ne ho ricordo, per me lui significa inquietudine e pace al tempo stesso.Liam è confinato nell'inconscio, in quella parte di me che apro solo durante lanotte, quando le difese della mia mente si abbassano e il sonno mi guida versodi lui. Era da molto che non mi succedeva, e ora sono ripiombata in quellostato di turbamento che mi toglie la lucidità. Ho smesso da un paio d'anni diprendere farmaci, il disturbo del sonno mi era stato diagnosticato da bambina. Nonera strano per mia madre trovarmi a vagare per casa in piena notte, oppure chinain giardino a scavare nelle aiuole, le mani inzaccherate di terra e l'orlodella camicia da notte bagnata di rugiada. La mattina fingevo di non ricordare,sonnambulismo dicevano. Non era così, la memoria registrava ogni particolaredelle mie avventure notturne, delle mie scorribande con Liam. Perché non erosola, c'era sempre lui con me... Scuoto la testa con forza, come se volessi cancellarlo dalla mia mente e nel mio rimuginare per un soffio non perdo la mia fermata.

EileenWhere stories live. Discover now