3. Sorpresa!

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L'Audi nera di Filippo si accostò rombando a pochi passi da lei.
"Ehi, bellezza! Hai fatto buon viaggio?" le chiese sporgendo il gomito dal finestrino.
"Tutto bene e..." si zittì quando si accorse che lui stava mimando qualcosa con le labbra. Le sembrò di intendere un mi dispiace e fece giusto in tempo ad aggrottare le sopracciglia per chiedersi a cosa si riferisse, che un'altra persona seduta al posto del passeggero si sporse in avanti, agitando la mano per salutarla. Un leggerissimo movimento del polso, l'anulare e il mignolo lievemente piegati verso il palmo. Un gesto che riconobbe immediatamente. Trattenne il respiro per un secondo e spalancò gli occhi. Sarebbe stata quasi scioccata se non fosse stato per il fatto che sapeva che sarebbe successo. Soltanto, sperava di incontrarlo il più tardi possibile.
"Ciao!" le uscì a un volume e con un entusiasmo più alti di quanto fosse necessario. Si aprirono gli sportelli e nel breve tempo che Matteo impiegò per girare intorno alla macchina per raggiungerla, Filippo l'abbracciò e le sussurrò all'orecchio: "Scusa, mi ha raggiunto all'ultimo momento sul vialetto e..." lei gli diede una piccola pacca sul braccio e gli sorrise. Sarebbe andata bene, davvero. Si staccarono, Arianna leggermente riluttante. Nel giro di un'ora stava fronteggiando due delle sue ansie-barra-paure più grandi (dopo lo stop alla produzione del gelato Eridanous e il beccarsi le cimici nei calzini): uno, combinare un disastro soccorrendo qualcuno, e due, ritrovarsi a fronteggiare Matteo.
"Ciao Ari... Ti trovo bene" disse Matteo stringendole la spalla, un po' incerto. Lei guardò lui e poi la sua mano a pochi centimetri dal proprio volto. E poi di nuovo lui, inclinando la testa verso l'alto. Un semplice contatto che, per quanto mediato dai vestiti, le trasmise una sensazione di disagio e familiarità allo stesso tempo. In quel momento ebbe la conferma di qualcosa che aveva sempre pensato: che la memoria della pelle non si inganna né si cancella, che i corpi sono in grado di ricordare e riconoscere anche nel buio più nero chi li ha toccati in precedenza.
Non lo vedeva da due anni, eppure quella mano innocentemente posata su di lei la fece sentire come se neanche un giorno fosse passato. Matteo si trovava a mezzo metro da Arianna, sulla fronte una ciocca di capelli scomposta, sugli occhi i suoi storici Ray-Ban Clubmaster, alto esattamente come se lo ricordava e se possibile ancora più bello, con le lentiggini sul naso e la pelle vagamente abbronzata. Sentì lo stomaco caderle ai piedi e il cuore accelerare.

Era imbarazzata, certo, ma anche curiosa. Leggermente arrabbiata. Un po' in soggezione. Anche elettrizzata, in qualche modo. Avrebbe dovuto avvicinarsi? Restare ferma? Abbracciarlo era fuori questione. Allungare la mano verso il braccio che lui tendeva ancora verso di lei? Sì, quello le sembrò un buon compromesso.
"Anch'io."
Matteo si tolse gli occhiali e si fissarono per un tempo che le parve infinito - qualcosa come due secondi e mezzo - finché Filippo si schiarì la voce ed entrambi uscirono da quella piccola bolla di sguardi e silenzio.
"Andiamo? Margherita mi ammazza se ti porto da lei con un minuto di ritardo."
Arianna arretrò per afferrare la valigia che era rimasta dietro di lei, ma sulla traiettoria incrociò le dita di Matteo. Ritirò la propria mano come se quella di Matteo fosse stata ricoperta di aghi di porcospino; ma lui le disse piano "Faccio io", inclinando le labbra in un piccolo sorriso gentile e fingendo di non aver notato la sua reazione.
"Tutto bene?" Filippo la guardò con un misto di tenerezza e preoccupazione. Lei fece di sì con la testa ed entrò in macchina sistemandosi sui sedili posteriori.

Tutto sommato il viaggio stava andando bene. Arianna ascoltava in silenzio il chiacchierare dei due amici che verteva perlopiù sulla preparazione del matrimonio e sul programma per il viaggio di nozze alla volta dell'Andalusia. Di tanto in tanto, dallo specchietto retrovisore incrociava lo sguardo di Filippo, il quale evidentemente voleva accertarsi che lei fosse a suo agio.
Ogni volta lo tranquillizzava con piccoli cenni del capo, e a un certo punto pensò che Margherita gli avrebbe piazzato una delle sue scenate epocali appena avesse scoperto della presenza di Matteo. Lo hai portato con te alla stazione?? Hai le lumache nel cervello, per caso?  Sghignazzò tra sé e sé, e proprio in quel momento Matteo si girò verso di lei. "Stai immaginando Filippo durante la lezione di flamenco a Siviglia?"
"Forse" replicò vaga.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 09, 2023 ⏰

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