Dolce

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Lily
2024

"Perché dovrei provare a mangiare quella roba?"
Digrignai i denti cercando di nascondere un'espressione schifata. Avevo da sempre odiato la panna, non aveva un sapore e trovavo disgustosa la sua consistenza.

Naturalmente, quando lo dissi a Alex mi guardò accigliato con un'espressione confusa e si alzò dal divano, interrompendo la nostra sessione di coccole. Non rispose a quella domanda, non mi aveva sentita.

Lo guardavo mentre versava latte e zucchero dentro alla planetaria, delicatamente. Mi soffermai sulle sue mani, poi: le sue lunghe dita erano impastate dalla farina e dal latte quando si avvicinò per prendere le uova.

Le ruppe picchiandole sull'estremità della ciotola e si voltò verso di me con un sorriso sulle labbra.
Non importava che fosse il mio fidanzato, che mia madre l'avesse conosciuto e che facessimo l'amore quasi ogni sera; le sue mani mi rendevano tanto nervosa da dover arricciare le dita dei piedi.

Amavo le sue mani perchè loro amavano me e ne fui certa la sera del nostro primo appuntamento, quando mi sfiorò le labbra con il pollice prima di baciarmi.

"Perchè l'ho preparato io e ci ho messo un'ora." Alzò gli occhi su di me mentre tentava di togliere la pasta dalle mani con il canovaccio. "E il minimo che tu possa fare è darmi soddisfazione e fingere che ti piaccia almeno un po'" concluse avvicinando pollice e indice, quasi a toccare le estremità.

Lo guardai e feci un sorriso senza dire niente, mentre tentava di darsi una ripulita. Aveva vinto lui, vinceva sempre quando mi guardava in quel modo.

"Dannata farina."
E non appena lo sentii lamentare, mi alzai dallo sgabello e mi interposi tra lui e il piano della cucina: lo sentii irrigidire quando gli misi entrambe le mani sugli avambracci per portarle dentro al lavello; poi feci scivolare le mani fino a raggiungere le sue e quando i nostri palmi si sfiorarono, incrociò le dita con le mie e strinse.

"Ti stai sporcando tutta." Sussurrò roco, ma quando l'acqua iniziò a bagnare la nostra pelle e il mio pollice iniziò a sfregare il suo palmo, lo sentii mentre si avvicinava.

Poi poggiò la testa sulla mia spalla e iniziò a muovere le dita con le mie.

Quando le mani furono pulite, mi fece voltare e se le portò intorno al collo, avvicinandosi sempre di più fino a raggiungere le mie labbra.

"La tua torta si brucerà." Sussurrai a un palmo dalla sua bocca, con le sue mani che si posizionarono sui fianchi.

"Te ne preparo un'altra," fece scivolare le mani lentamente, un po' più giù, provocandomi i brividi. "E poi un'altra ancor-"

Sopraffata dall'odore della sua pelle e dal profumo di dolce che aveva invaso la cucina, lo baciai. Sorrise prima di chiudere gli occhi, così lo imitai.

Aveva la bocca morbida e un buon sapore, come il dolce che ti concedi alla fine dei pasti.

Gli sfiorai il viso con le mani e lui mi strinse a sé, avvolgendo le braccia intorno al mio corpo.

Potevo sentire il calore della sua bocca a contatto con la mia e la dolce melodia provocata dalle nostre lingue.

Sentii le sue dita sotto la nuca, mentre mi tirava indietro i capelli; quando smise di baciarmi, le mie mani si ritrovarono aggrappate alla sua maglietta, mentre le sue erano ancora nell'incavo tra collo e guancia. Ansimò e mi adeguai al ritmo del suo respiro.

Mi guardava come si guarda la cosa più preziosa che si possiede, con l'espressione soddisfatta di chi sapeva di avercela finalmente fatta.

Volevo che fosse così davvero, quindi mi fidai.

Lilies & OTICH• Ben BarnesWhere stories live. Discover now