⚪Kirishima×Fem.Reader⚪

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Parole:1070
Tipo:soft ⚪
Richiesta: Kia0402

T/n 's povEra da tempo ormai che io e Kirishima eravamo fidanzati, anche se sembrava di non esserlo mai stato

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T/n 's pov
Era da tempo ormai che io e Kirishima eravamo fidanzati, anche se sembrava di non esserlo mai stato. Nessuno lo sapeva, dato che mio padre era il suo professore e non avendolo detto a nessuno erano poche le volte nel quale potevamo avere un contatto da coppia normale. Ma non mi lamentavo. Kiri non mi faceva mancare nulla. Era affettuoso, giocherellone, romantico ed immensamente speciale. Rendeva ogni atmosfera dolce e simpatica. Era letteralmente una magia quella che faceva lui. I suoi sorrisi diventavano spesso e volentieri mio motivo di felicità. Stare con lui mi faceva saltare il cuore fuori dal petto.
"T/n su andiamo, ti porto al centro commerciale" disse sorridendomi. Ci eravamo incontrati ad un piccolo parchetto poco praticato. Quasi nessuno vi andava più. Era il posto perfetto per stare da soli. Kiri mi prese la mano e mi tirò fuori dal recintino colorato che ne delineava i confini. Quel parchetto era stato luogo del nostro primo incontro, del nostro primo bacio e anche della sua proposta di fidanzamento nei miei confronti. Era diventato come, il luogo più importante per noi. Il NOSTRO luogo. Luogo mio, suo e di nessun'altro. Le suole di gonna battevano leggiadre sull'asfalto, mentre iniziavo a perdere il passo. Il rosso mi guardò attentamente prendendomi in braccio.
"Kiri fammi scendere, potrebbe farti male la schiena dopo" Affermai non appena sentii le sue mani una sulla mia schiena e l'altra sotto le mie cosce. La coda mi si liberava al di sotto e le orecchie mi si abbassarono dall'imbarazzo. Sentii come le mie guance andare a fuoco. Le sue mani sulla mia pelle mi facevano il solletico.
"A me? Fare male la schiena? Ma se sei una piuma" rise leggermente cacciando i denti appuntiti in un sorriso dolce. Uno di quei suoi sorrisi che mi faceva sciogliere e arrossire. Lui aveva questo piccolo potere che mi travolgeva il corpo di emozioni. Il suo sorriso era contagioso. Qualunque cosa facessi o dicessi, qualunque situazione o emozione stessi provando o facendo veniva frantumata dal sorriso che mi veniva spontaneo cacciar fuori quando vedevo il suo di riso. Mi ammaliavano i suoi dentini aguzzi da squalo. Mi arresi e dopo qualche minuto il rosso mi mise giù.
"Siediti" disse spostandomi la sedia di un bar. Non mi ero accorta mi avesse portata così lontano dal parchetto. Ci mettemmo seduti entrambi, l'uno davanti all'altra. Sentivo il vento soffiarmi sulle orecchie, come se mi stesse accarezzando dolcemente.
Nel mentre il ragazzo dai capelli rossi, che mi era seduto di fronte, si stava prestando a chiamare un cameriere. Mi ero distratta a guardare la tovaglietta rossa che copriva il tavolino e i tovaglioli piegati a forma fi cuore.
"Cosa vi porto ragazzi?" Quella mi sembrava una voce fin troppo conosciuta. Mi girai e mi sorpresi di vidi.
"Eh?! Bakugo?" Affermai arrossendo un po'. Non sapevo se Kiri gli avesse detto del nostro rapporto o no. Come non sapevo neanche che lavorasse come cameriere in un bar di strada.
"Ci porti un frappe g/p per due per favore?" Chiese il rosso sorridendo come suo solito.
"Ma certo lo segno subito" affermò il biondino sorridendo e annotando sul taccuino ciò che il mio ragazzo aveva detto. Io non osai parlare, mentre le mie orecchie si erano abbassate e la mia coda si era drizzata dalla sorpresa.
"Volete altro? Chiudo qui per il momento?" Chiese cordialmente il ragazzo in piedi, munito di grembiule e divisa. Sembrava stranamente contento. Come fosse più felice del solito per un motivo a me ignoto. Meglio così, mi piace sapere che gli amici di Kirishima stanno bene. Perché così so che intorno ha persone buone e felici che lo mantengono su di morale. Soprattutto durante il periodo scolastico. Io sono un anno indietro rispetto alla sua classe, sono leggermente più piccola. E anche se fossimo nella stessa classe, non potremmo comunque stare insieme data la sorveglianza ferrea di mio padre. Gli occhi gli bruceranno anche tutto il giorno, ma ha una vista da falco e un'attenzione da far paura. A volte mi chiedo se tutto quest'accanimento non sia solo per proteggere la UA, ma anche per sorvegliare me. Dato che mi sa alle calcagna ovunque io vada, soprattutto tra le mura della scuola e dei dormitori. Bakugo se ne andò e io e Kiri rimanemmo soli. Avevo uan mano poggiata sul tavolo, mentre mi distraevo nel guardare curiosa la strada sul quale si affacciava il nostro tavolo. Pareva così tranquillo quando siamo arrivati, e invece da seduta mi pareva che fosse così movimentato da farmi girar la testa.
"Senti Kiri. Posso farti una domanda?" Chiesi io timidamente.
"Certo. Puoi chiedermi ciò che vuoi" rispose sorridendomi.
"Hai detto di noi a Bakugo?" Chiesi ferma sottovoce.
A lui scappò una piccola risata spensierata.
"No, non gli ho detto nulla. Ma la testa dura lo ha intuito da solo" disse il rosso.
"È davvero così evidente?" Chiesi puntando gl'indici l'uno contro l'altro mentre le mie guance continuavano ad arrossire senza tregua.
"Ecco a dire il vero lo ha capito a causa mia. Dice che sto troppo con la testa tra le nuvole e che ti guardo troppo" affermò lui grattandosi la nuca imbarazzato. Mi venne automaticamente da sorridere. La sua mano cercò la mia sul tavolo e la strinse dolcemente.
"Sei così carina quando addolcisci" affermò in risposta al mio arrossire. Sentii uno squillo arrivarmi dal telefono.
"Scusa Kiri" affermai prendendo il cellulare dalla tasca.
"Si fai con comodo" disse lui calmo staccando la mano. Era mio padre.
"È papà scusami" dissi aprendo la chiamata. Mi allontanai dal tavolo per rispondere.
"Hey Dad" affermai per farlo arrabbiare, dato che non sopportava l'inglese da quando Mic ha cominciato a parlarlo in continuazione.
"T/n parla nella tua lingua natia perfavore. Mi basta Mic a rimbambiti con l'inglese" affermò irritato come al suo solito.
"Si si. Cosa volevi dirmi?" Affermai calma.
"So che sei con uno dei miei alunni e so di voi. Non devi nascondermelo hai capito gattina?" Disse sottovoce.
"Ti sei arrabbiato dato che non te l'ho detto?" Chiesi calma.
"Tsk no" affermò beffardo.
"Oh yes lo ha fatto" la voce di Mic disse l'opposto.
"Sta zitto canarino stonato" affermò rabbioso mio padre. Io risi leggermente.
"E tu non ridere, torna dal tuo fidanzatino dai capelli rossi" disse riattaccando. Io arrossì un po' per poi tornare al tavolino e raccontare tutto a Kirishima.

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