One

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"Matt, che stai facendo? Dai, andiamo che papà ci aspetta" Harry guardò per l'ennesima volta l'orologio al polso e sbuffò, non vedendo il suo bambino uscire dalla sua stanza. "Matt!" continuò a chiamarlo, spazientendosi.

"Starà giocando sicuramente alla playstation" lo informò Skylar, sghignazzando, portandosi subito dopo le manine davanti la bocca. Skylar amava vedere il fratello maggiore nei guai. Harry abbassò lo sguardo verso la sua bambina e annuì, cominciando a camminare verso la stanza di Matt, per poi aprire la porta e osservare il figlio mentre spegneva, appunto, la play.

"Eccomi, papà!" sbuffò il piccolo, rispondendo a un urlo sottinteso da parte del padre. Poggiò il joystick sul mobile, stando attento a non intrecciare il filo nero, e raggiunse suo padre. "Possiamo andare!"

Dopo nemmeno cinque minuti erano tutti e tre seduti in macchina, Harry al volante e i due bambini nei sedili posteriori. Arrivarono subito allo stadio della città dove si sarebbe tenuta una partita di calcio: Harry era emozionato. Amava ammirare Louis in pantaloncini e t-shirt, correre per il campo e magari fare goal. Era consapevole del fatto che Louis fosse uno dei più bravi calciatori presenti lì in città e appunto per questo era stato nominato capitano della squadra.

Quando Harry aveva iniziato a frequentare Louis, quest'ultimo era già un calciatore abbastanza famoso in città, sia per il suo fascino ma soprattutto per la sua bravura nel calciare un pallone. Si erano incontrati così, per caso, dentro ad un bar. Harry non era un amante del calcio, di conseguenza non seguiva gli andazzi delle varie squadre. Louis aveva urtato per sbaglio la custodia della macchina fotografica di Harry e l'aveva fatta cadere a terra. Il calciatore, mortificato, si era subito precipitato a raccoglierla e a porgerla al proprietario con tanto di scuse. Il riccio, spaventato dal fatto che la sua piccolina si fosse rotta, si affrettò ad aprire la custodia, a prendere tra le mani la macchina fotografica e ad accenderla. Sospirò felice di poter continuare ad usarla, anche perché quell'aggeggio con cui il riccio lavorava non era di certo costato poco. Così il liscio per scusarsi aveva offerto al riccio una tazza di cioccolata calda e in quell'esatto momento, Louis era rimasto colpito dagli occhi smeraldini di Harry. Da quel piccolo incidente, i due continuarono a vedersi e a frequentarsi, a parlare di se stessi, delle loro passioni e dei loro lavori, non nascondendo -alla fine- un interesse reciproco e ricambiato. Il loro amore cresceva giorno dopo giorno, tanto che dopo cinque anni era sfociato in un meraviglioso matrimonio. Avevano deciso di prendere un appartamento abbastanza spazioso e sobrio nella periferia di una Londra caotica e rumorosa. La convivenza andava di bene in meglio, ma spesso sentivano che quel silenzio assordante in casa doveva essere sostituito con altro.

Così dopo nemmeno un paio di mesi si erano decisi ad adottare un bambino, Matthew. Quest'ultimo, nemmeno a farlo apposta, sembrava essere Louis in miniatura: aveva i capelli castani, gli occhi di un azzurro cristallino, un carattere esuberante e, crescendo, aveva coltivato la stessa passione di papà Louis. Tra pannolini, giocattoli e pappine, però, Louis continuava a giocare a calcio ed Harry -quando poteva- andava a scattare qualche foto in giro, per guadagnare qualche soldo.

Qualche anno dopo adottarono Skylar, una bambina dolce e paffutella, dagli occhi verdi e i boccoli biondi. Aveva un carattere tranquillo, era molto silenziosa e mangiava troppo. Era così attaccata a papà Harry, desiderava sempre la sua presenza, tanto che il riccio, per prendersi totalmente cura della piccola, aveva rinunciato a malincuore il suo lavoro. In compenso però, Louis era stato nominato capitano della squadra e diventava di giorno in giorno sempre più famoso. Una cosa che però Louis aveva chiesto gentilmente a tutti i paparazzi che lo seguivano dalla mattina alla sera era stata quella di lasciar perdere la sua vita privata.. e così stranamente era stato, o almeno così sembrava.


"Guarda quante persone, papà!" esclamò Matt, dopo aver visto tutte quelle persone messe in fila per entrare dentro lo stadio per assistere alla partita della loro squadra preferita. La fortuna di essere il marito di un calciatore famoso era quella di poter entrare allo stadio, senza fare la fila.

You're never • Larry StylinsonTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon