Episodio Quattro/3

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"Ma che... LEONARDO CHE CAZZO FAI!"

Si voltò di scatto, e così anche Luca. Alle sue spalle, lontani, stavano suo padre, più vicino, e suo zio, più distante.

"Io... non è come pensi!" Esclamò, nascondendo la sigaretta dietro la schiena, ma che stupida mossa, l'aveva visto, era ovvio, allora lasciò andare la sigaretta a terra.

"Che fai! Vuoi scatenare un incendio?!" urlò suo padre, mettendosi a correre verso di loro.

"Cazzo Leo!", esclamò Luca, preoccupato, allontanandosi da lui.

"Cazzo", sospirò a sua volta. Indietreggiò, cercò la sigaretta, la vide grazie alla colonna di fumo sottile che si sollevava, provvide subito a calpestarla, sbattendo i piedi a casaccio tutt'attorno, sperando di spegnerla e di non provocare un disastro.

"Leonardo!", tuonò suo padre, non si era accorto che mentre era impegnato a spegnere il mozzicone, suo padre l'aveva raggiunto e subito agguantato per un braccio. "Ma sei impazzito?!"

"Fammi spiegare, prima di uscire fuori di testa, non stavo mica..." aveva tentato di giustificarsi, l'aveva visto fumare, almeno doveva fargli capire che non stava facendo fumare anche suo cugino, ma non aveva finito la frase perché, totalmente a sorpresa, gli era arrivato uno sculaccione, forte, fortissimo, attraverso i pantaloni leggeri della tuta l'aveva sentito tutto, proprio s'era immaginato l'impronta della mano di suo padre, ben stesa e rossa sul suo sedere.

"AHIA! E che cazzo!"

"Vedrai quante te ne do!", aveva ribattuto suo pare, mollandogliene un altro, che non era riuscito a schivare.

"Lasciami, mi fai male, mi fai male al bracciooo!" aveva urlato, provando a divincolarsi, lo teneva stretto, il bicipite sottile stritolato nel suo pugno. E quella disattenzione aveva fatto sì che si beccasse, non schivato, un altro sculaccione, solo un istante dopo aveva mosso il braccio libero, per pararsi, inutilmente.

Intanto, era sopraggiunto anche suo zio. Luca era rimasto di sasso, così suo padre aveva avuto gioco facile ad afferrarlo, sgridarlo, chiedendogli se avesse fumato e poi, nonostante Luca urlasse di no, gli aveva mollato anche lui uno sculaccione, che aveva fatto strillare suo cugino.

"Non l'ho fatto, non l'ho fatto, papiiii!"

"Questa volta... veramente, Leonardo, questa volta la paghi cara!", tuonava ancora suo padre. S'era distratto, guardando suo cugino. Vedere suo zio mollargli una sculacciata... era davvero strano. Se non fosse che erano completamente diversi, nell'aspetto, avrebbe potuto rivedere se stesso due anni prima, al posto di Luca.

"Ma io non...", aveva ripreso, vanamente, a difendersi, ma suo padre continuava a strattonarlo, era furioso.

"Sta' zitto!", sbraitò.

"Andrea, aspetta un attimo..." era intervenuto lo zio. Si stava avvicinando, Luca era rimasto indietro, aveva le lacrime agli occhi, si strofinava il sedere. "Lascia andare tuo figlio un attimo".

"Col cavolo! Ora vedrà come lo concio!", minacciava ancora.

"Aspetta, aspetta ti dico!", insisteva lo zio. "Leonardo, hai fatto fumare Luca?" gli aveva chiesto serio. Suo padre lo mollò, finalmente. Portò subito una mano a massaggiare il braccio; il sedere, che già pizzicava, poteva aspettare.

"Avanti, rispondi allo zio!"

"No! Ovvio che no, ma ti pare! Volevo solo... fargli vedere che fumavo, e basta. Era uno scherzo, un gioco! Volevo solo vantarmi!"

"Ma se gliela stavi dando! Leonardo, guarda, è meglio che ti stai zitto perché per ogni bugia che dici ti prendo a calci da qui fino al Polo Sud!"

"Non è una bugia!", frignò. Aveva tutti gli occhi puntati addosso. "Gliel'ho passata, è vero, ma solo perché voleva tenerla in mano, gliel'ho detto che era troppo piccolo per provare, pensavo volesse sentirsi figo anche lui a tenerla in mano, gli avrei detto come tenerla tra le dita e basta, tanto per fare scena, dai, mica gliela facevo fumare seriamente!"

Ramoscelli pungenti e uova scottanti (SV#7)Where stories live. Discover now