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"sì? e dove sarebbe questo posto?" chiese Clay, curioso.

"vedrai" rispose semplicemente il Principe.

Clay lo seguì per le vie della città, notando come, indossando il mantello, si sentiva molto più orgoglioso.

Entrarono in una stalla.

"è questo il tuo posto preferito?"

"no idiota. abbiamo bisogno dei cavalli per andarci" disse George, divertito.

I due camminarono per la stalla, piena di cavalli incuriositi, finché George non si fermò di fronte a una cavalla scura, iniziando ad accarezzarle il muso e la testa.

"non vuoi accarezzarli?" chiese poi il Principe

"non fa parte del mio dovere"

George sbuffò "fai come vuoi", ma Clay, vedendo la tristezza nei suoi occhi, accarezzò il collo della cavalla.

Immediatamente il Principe sorrise "lei è la mia preferita. L'avrei cavalcata oggi, ma come puoi vedere aspetta un piccolo"

Dopo qualche istante di silenzio Clay decise di iniziare una conversazione

"non sapevo ti piacessero i cavalli". Per una volta il suo tono di voce non era monotono, anzi, esprimeva tutta la curiosità che provava verso il Principe.

"ci sono tante cose che non sai su di me, così come ce ne sono tante che io non so su di te"

Clay guardò George, che a sua volta gli stava studiando il volto, soffermandosi in particolare sulla cicatrice.

"avremo modo di parlare ora che sono la tua guardia a tempo pieno" disse, scrollando le spalle.

Il Principe ci ragionò e annuì "ora andiamo, abbiamo un posto da raggiungere"

George salutò la cavalla, che sbuffò facendo ridere Clay, e salì a cavallo di un bellissimo animale bianco, mentre la guardia scelse un cavallo grigio con delle borse attaccate alla sella.

"quand'è stata l'ultima volta che sei andato a cavallo?" chiese il Principe a Clay

"non saprei, qualche anno fa?" rispose Clay dopo qualche secondo in silenzio

"allora sarai dolorante entro sta sera" disse George ridacchiando

Clay sospirò, era vero, tra l'altro non si era ancora ripreso completamente dall'allenamento con Punz. Salì a cavallo più lentamente del Principe, ma non gli importava più di tanto.

"pronto?" chiese George

"per cosa?"

"per dirvertirti una volta nella vita!" disse ridendo.

Il cuore di Clay si scaldò al suono della voce divertita di George. Aspetta, cosa? Perché mi sento così? Clay scosse la testa, cercando di cacciare via quella sensazione, in fondo doveva preoccuparsi di proteggere il Principe.

Il principe lo guardò con uno strano bagliore negli occhi.

"dove stiamo andan-" iniziò Clay, ma venne interrotto dal Principe che, con inaspettata agilità, gli galoppò accanto, allontanandosi velocemente.

"oh che peccato, non ti ho sentito. Immagino che dovrai chiermelo quando saremo arrivati"

Clay sorrise, non si ricordava l'ultima volta che si fosse divertito sul serio. Scosse la testa emozionato, ed esortò il cavallo. Raggiunse il Principe rapidamente, e per un po' rimasero affianco. George sembrava più felice che mai, mentre il vento gli scombinava i capelli e gli alzava il mantello.

Quando anche Clay sorrise genuinamente, il Principe iniziò a ridere, ma entrambi dovettero concentrarsi sui loro cavalli dopo poco.

Gli animali sembravano volare sull'erba alta. Clay cercava di godersi il più possibile quel momento, cercò di imprimersi in testa la sensazione del vento tra i capelli, l'odore dell'erba e degli alberi. Chiuse gli occhi per un secondo e sorrise.

Quando riaprì gli occhi vide George guardarlo con un ampio sorriso e una scintilla negli occhi.

"gara?" disse George, poi, senza aspettare una risposta, accellerò in maniera impressionante, ma Clay riusciva comunque a tenere il passo. Avebbe anche potuto superarlo, ma rallentò il cavallo, lasciando vincere il Principe.

Quando si fermarono vicino ad un albero erano entrambi senza fiato.

"così non vale. non puoi lasciarmi vincere!" disse George, guardando la guardia.

"non potevo ferire l'ego del Principe"

George sbuffò, scendendo dal cavallo, seguito ovviamente da Clay e i due legarono i cavalli a una struttura (probabilmente costruita dal Principe stesso).

Clay si chiedeva cosa dovessero fare lì in mezzo al nulla e George, che ormai aveva imparato a leggere le sue emozioni, rispose alla domando prima ancora che la guardia potesse formularla.

"non ti preoccupare, non sono stupido. Ho portato il pranzo" disse, ridendo all'espressione confusa di Clay.

George poi indicò le borse attaccate al cavallo di Clay, da cui estrasse un telo e un cestino da picnic.

Clay stese il telo sul prato, all'ombra di un grande albero e ci si sedette, con le gambe distese in avanti, sorreggendosi con le mani appogiate dietro la schiena. Ammirò il panorama, il prato verde vicino al cielo blu, gli alti alberi, gli animali, i fiori colorati e le nuvole.

Poco dopo George si sedette accanto a lui, poggiando il cestino tra di loro.

Clay percepiva lo sguardo del Principe sul suo volto, ma non lo ricambiò, invece disse "ora capisco perché ti piace tanto stare qui"

George non rispose, cosa sorprendente dato che aveva sempre qualcosa da dire. A questo punto Clay si girò e lo guardò, come per chiedergli se davvero non avesse niente da dire.

Lui lo stava già guardando, con le labbra leggermente aperte e un'espressione dolce sul volto. Clay non era a disagio, solo confuso. Confuso da sè stesso. Non sapeva perché sentisse quella strana sensazione nello stomaco o perché avesse il forte desiderio di spostare quella ciocca di capelli che attraversava la fronte di George.

Clay sorrise involontariamente quando vide le foglie cadute sui capelli del Principe e le sue labbra si separarono tra di loro. George, che stava ancora guardando il viso di Clay, seguì il movimento inusuale della sua bocca, poi si morse il labbro inferiore e spostò lo sguardo.

Clay prese tra le dita alcuni fili d'erba e ci giocò finchè George non gli offrì un panino e una borraccia piena d'acqua, che accettò volentieri.

Mangiarono in silenzio, certo, Clay percepiva lo sguardo del Principe su di sè, ma non disse nulla.

Il silenzio che c'era tra di loro non era imbarazzante, forse insicuro, potremmo dire tentennante, ma di certo non c'era imbarazzo.

Quando ebbe finito di mangiare, Clay si girò a guardare George, che lo analizzava con curiosità.

"Principe George, volevi chiedermi qualcosa?" chiese, rompendo il silenzio.

Il Principe guardò la cicatrice che attraversava il volto della guardi e annuì, poi quasi sussurrando chiese "quella come te la sei fatta?"

A KINGDOM OF UNTOLD TRUTHS || DREAMNOTFOUNDWhere stories live. Discover now