🌷- Capitolo 3.

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Dopo aver chiacchierato fino all'alba entrambi tornarono nelle loro rispettive stanze per poter dormire almeno un'ora in più, senza però dimenticarsi di darsi appuntamento per fare colazione insieme la mattina dopo prima di salutarsi definitivamente e prendere ognuno la propria strada verso casa, Alessio a Napoli, Aurora a Roma ancora per qualche giorno dai suoi genitori prima di tornare ad Andria.

Alessio dormì sereno fino alle 7:30, quando la sveglia impostata qualche ora prima lo destò dal suo suo sonno profondo. Nonostante la poca voglia di mettersi in piedi e preparare le valigie, riuscì nel giro di pochi minuti ad accumulare abbastanza coraggio per compiere quella grande fatica. In poco tempo riuscì a farsi una doccia, lavare i denti e sistemare i capelli che selvaggi com'erano se ne andavano un pó a destra un pó a sinistra senza un senso logico. Più che altro cercò di fare il possibile in suo potere per renderli un minimo presentabili, ed alla fine- sbuffando scocciato dai mille tentativi falliti- decise di indossare un cappello, maledicendosi mentalmente. Tra tutti i giorni disponibili proprio quel Venerdì dovevano fare i capricci giustamente, perché si sa, quando si hanno cose importanti da fare qualche imprevisto c'è sempre!
Si vestì con una maglia viola larga, un paio di jeans, le sue solite amatissime ed inseparabili scarpe da ginnastica, ed incredibilmente quel giorno decise anche di indossare gli occhiali da vista.

Finì di sistemare i bagagli recuperando tutti i suoi effetti personali, sistemandoli nel borsone alla bell'e meglio, per poi metterselo in spalla subito dopo aver recuperato anche lo zainetto. Fu solo dopo il milionesimo giro di perquisizione per poter constatare di aver effettivamente preso tutto che si decise a lasciare la camera. Chiuse a chiave e poi si incamminò verso la Hall con calma, pensando che tanto sicuramente era in anticipo e che avrebbe dovuto aspettare la sua nuova amica per un bel pó ancora. Ed invece rimase sorpreso nel trovarla già lì con uno zainetto grigio a pois neri in spalla, un mini trolley giallo ed il telefono tra le mani, intenta ad intrattenersi un pó con qualche video su instagram nel mentre che attendeva si facesse vivo. Sentendo probabilmente il rumore dei suoi passi avvicinarsi sempre di più alzò lo sguardo e finalmente lo vide. Sorrise contenta avvicinandosi per poterlo salutare.

"Buongiorno principessa!" esclamò, con fare canzonatorio. "Dormito bene?"
Alessio sorrise a sua volta osservandola bene. Quel giorno i capelli erano lisci, perfettamente piastrati e le incorniciavano il bel viso luminoso, che rifletteva la sua contagiosa felicità.
I suoi occhi cercarono subito quelli di lei e lì si soffermò per più tempo, un pó come Aurora stava facendo con lui che se ne stava dinanzi a lei, bello come il sole. E per di più gli occhiali gli stavano da Dio!
"Ho dormito benissimo." disse avvicinandosi leggermente per scambiarsi due bacetti sulla guancia, il tipico saluto all'italiana che per un secondo si dannò di aver messo in atto, ma che poi la vide ricambiare in tutta tranquillità facendogli tirare un piccolo sospiro di sollievo interiore. Non aveva fatto una figuraccia per fortuna! "Sei qui da tanto? Mi dispiace di averti fatto aspettare."
"Macché, sono praticamente appena arrivata." mentì. Si, mentì, perché in realtà era lì da molto tempo prima rispetto all'orario previsto, ma non l'avrebbe ammesso al ragazzo direttamente. È che le era piaciuto così tanto stare in sua compagnia che non voleva assolutamente fare tardi per non perdere tempo che avrebbe potuto invece passare con lui. È così strano?
"Menomale dai, allora sto più tranquillo." disse il biondo sembrando sollevato dalla notizia. "Consegno la chiave e poi possiamo andare."
"Va benissimo, ho già un'idea su dove andare." Aurora lo seguì verso il bancone della reception. "C'è un bel bar in centro che è facilmente raggiungibile in macchina, possiamo andare là." sembrava una bimba in un negozio di caramelle, entusiasta come non mai.
"Hai la macchina?" chiese stupito.
"

Certo che si, come pensi che ci sono arrivata qua?" ribattè lei.
"Che ne so, con la metro?"
"Avrei potuto, ma la patente che l'ho presa a fare sennò?" rispose ancora una volta con fierezza, dirigendosi- una volta compiuto il check out- verso una piccola smart bianca. Alessio sorrise, sollevato di non dover fare un lungo viaggio in metro con tutte le sue cose dietro e di doversi poi trascinare quel borsone pesante fin dentro al bar. Felice di questa piccola vittoria personale, lo depositò nel portabagagli insieme alla valigia di Aurora che per fortuna riuscì ad incastrare alla perfezione.
"Per me va bene tutto, basta che al bar ci arriviamo vivi!" la punzecchiò, facendola ridere.
"Non ti fidi di me! Che bastardo che sei!"
"Ci siamo appena conosciuti, per quanto ne so io potresti pure rapirmi, portarmi a casa tua e farmi passare il resto della mia vita in uno scantinato!" si giustificò entrando in macchina insieme alla mora che alzò gli occhi al cielo infastidita come risposta.
"Perché mai dovrei volerti rinchiudere nel mio scantinato?" borbottò, cercando recuperando le chiavi dallo zaino.
"Mi avresti sempre lì con te." ghignò malizioso il ballerino, avvicinandosi leggermente al suo volto. "Lo so che ti piacerebbe, ammettilo."
"O forse piacerebbe a te? Eh Alessio." Aurora ricambiò il suo sguardo con altrettanta intensità e ghignò maliziosa anche lei. "Ammettilo." sussurrò. Alessio rabbrividì per un secondo, sentendo ancora una volta quel formicolio familiare e il battito cardiaco accelerare terribilmente. Sostenne il suo sguardo ed Aurora riuscì a vedere le sue pupille allargarsi insieme al suo bel sorriso, ma decise di interrompere il momento poco dopo, rimettendosi comodo sul sedile e distogliendo lo sguardo, anche se totalmente contro voglia.
"Non ti facevo così sfacciata."
"Nemmeno io ti facevo così sfrontato, ma come hai detto tu ci siamo appena conosciuti." gli rispose, cercando di calmarsi un pó anche lei. Sentiva che le sue guance stavano andando a fuoco, dando libero sfogo al suo imbarazzo dopo che aveva cercato in tutti i modi di trattenersi dall'arrossire per tutto il loro confronto per farsi vedere più sicura di sé, come sempre, ma in realtà non lo era per niente. Almeno non quando si ritrovava in mezzo a quel tipo di interazioni sociali. Per fortuna Alessio non se n'era accorto, per cui poteva dire di essere riuscita nell'intento alla perfezione. Recuperò velocemente le chiavi, accendendo finalmente la macchina ed iniziando a fare manovra per uscire dal parcheggio.
"Comunque fidati, non voglio rapirti né altro, arriveremo sani e salvi al bar e ti prometto che sarà la colazione più buona che tu abbia mai fatto in vita tua!"

Straordinario ||Alessio Cavaliere||Where stories live. Discover now