Mi prende per i fianchi e mi gira verso di lui, poi mi squadra dall'alto al basso con malizia.
- Niente male -.
Mi spinge verso il materasso, ma non so come riesco a rimanere in piedi. Un'ondata di panico mi ha risvegliata dall'apatia. Ricomincio a supplicarlo, scatenando l'ilarità dei soldati. Provo anche a liberarmi dalla sua presa, ma lui mi afferra per i capelli e mi spinge di nuovo verso il materasso. Questa volta inciampo sul bordo e mi ritrovo in ginocchio. Cerco di rialzarmi il più in fretta possibile, ma Niragi è più veloce: mi prende per entrambe le caviglie e tira, costringendomi a sdraiarmi, poi si mette a cavalcioni su di me.
Provo a sollevarmi dal materasso facendo leva con entrambi i gomiti, - Ti supplico, non farlo - sussurro, - lasciami andare -, ma Niragi appoggia una mano alla base della mia gola e mi rispinge giù con forza.
- Stupri, aggressioni, furti, omicidi... perché pensi siano contro la legge, uhu? -. Sento la lingua di Niragi risalire lungo il mio collo.
- Avanti, dimmi. Perché sono contro la legge! -. Le sue dita scendono lungo la mia pancia, sul fianco, indugiano sul gluteo, sulla coscia.
Poi Niragi fissa i suoi occhi nei miei, sento il suo alito caldo sulle labbra: - Perché sono nella nostra cazzo di natura. Lasciati senza leggi gli uomini si stuprerebbero, deruberebbero e ammazzerebbero a vicenda. Ecco ciò che realmente siamo -. Sorride, sarcastico: - Ma qui non ci sono leggi, non è vero? -.

Niragi allontana il suo viso dal mio. È ancora a cavalcioni su di me, ma non mi sta più tenendo bloccata sul materasso. Lo colpisco sul viso, ma il mio colpo è debole e mi pento subito del mio gesto.
- Scusa... Scusami, non volevo...-.
Il suo schiaffo mi manda la guancia in fiamme, l'orecchio comincia a fischiare.
- Mai iniziare quello che non puoi finire, tesoro - dice ironico.
Le lacrime mi escono senza che io possa fermarle. Lacrime d'impotenza, di vergogna.
Niragi mi osserva con un'espressione di finto dispiacere: - Oh, no... shh shh -. Mi passa il pollice sullo zigomo per asciugarmi le lacrime. - Non piangere, ora facciamo un bel gioco, eh?! Avanti Last Boss, dimmi un numero da 1 a 5 -.
- 4-.
- Ottima scelta - commenta Niragi.
Solleva la mano destra davanti a sè mostrando quattro dita, il pollice abbassato. Guarda gli altri, ride: - E ora vediamo se ci stanno -.
Niragi si sposta su un lato del materasso per sfilarmi il pezzo sotto del costume, mentre altre mani mi sollevano per le spalle e mi slacciano il reggiseno.
Sento una mano tra le cosce. Stringo le ginocchia con tutta la forza che mi rimane, ma due dei soldati mi afferrano per le caviglie e mi divaricano le gambe.
Niragi infila due dita dentro di me. Mi metto a urlare, afferro la sua mano e cerco di allontanarla, ma un altro soldato mi prende i polsi e li blocca con il ginocchio sul materasso, poco sopra la mia testa, mentre con le dita gioca con i miei capezzoli.
- Tre -. Niragi forza il terzo dito dentro di me.
Urlo più forte, le lacrime continuano a scendere. Con la coda dell'occhio vedo Last Boss in piedi di fianco a me: sta appallottolando uno straccio sporco di sangue, quello che Niragi ha usato poco prima per pulirsi.
Scuoto la testa terrorizzata, - No, ti prego -.
Serro i denti, ma Last Boss s'inginocchia accanto a me e mi chiude il naso con due dita. Non appena apro la bocca per respirare m'infila dentro lo straccio appallottolato.
- Ti preferisco quando stai zitta - dice.
Risate.
-... e quattro -. Niragi prova a infilare il quarto dito.
Il dolore è insopportabile, come se mi stessero lacerando in due. Mi gira la testa, e tutto il mio corpo è in preda a un sudore freddo. Provo a serrare inutilmente le gambe, l'urlo rimane intrappolato nello straccio.

Niragi toglie la mano da dentro di me e si posiziona nello spazio tra le mie gambe aperte. I due soldati che mi tenevano per le caviglie si alzano in piedi.
- Ora basta con i preliminari -. Niragi fa un cenno al soldato che mi tiene per i polsi di spostarsi. Quando alza il ginocchio, il sangue ricomincia dolorosamente a circolare. Rimango con le braccia stese sopra alla mia testa, non oso muovermi di un millimetro.
Niragi mi toglie lo straccio dalla bocca e avvicina il suo viso al mio. Distolgo lo sguardo inclinando leggermente la testa sul materasso, ma lui mi prende il viso con una mano e mi costringe a guardarlo negli occhi, a leggerci tutto il sadismo, la perversione, lo scherno, la crudeltà, il potere.
La sua mano scende lungo il mio collo, mentre le sue labbra cercano le mie.
Mi morde il labbro inferiore, e un intenso sapore di ferro invade il mio palato, ma dalla mia bocca non esce che un gemito. La stretta attorno al collo si fa più dolorosa, sento il suo respiro accelerare.
Ho bisogno d'aria. Porto le mani al collo, cerco di allentare la sua stretta, lo graffio, mi dimeno sul materasso.
È la fine. Eccola, è arrivata finalmente.
Niragi sembra divertito.
Abbandona finalmente il mio collo e appoggia la mano sinistra di fianco al mio viso, mentre con la destra si slaccia i pantaloni.
Poco dopo è dentro di me. Infila una mano tra i miei capelli per tenermi la testa ferma sul materasso, l'ho sollevata involontariamente non appena ho sentito il dolore. Un colpo, due colpi, tre colpi...
Mi concentro sulla fantasia della sua camicia, seguo le linee bianche fino al colletto, poi passo alla pelle del collo, del petto, al primo bottone. Arisu? Come sta Arisu, sarà ancora incosciente? Speriamo di sì, fa che sia ancora incosciente.
- È sangue o ti sei finalmente bagnata? -, Niragi si ferma e infila due dita dentro di me. Quando le tira fuori sono ricoperte di sangue.
Risate.

- Basta ti prego, mi fa male -. La mia voce è un sussurro.
Niragi mi guarda, sul suo viso uno stupore sarcastico.
- Niragi cazzo, le stai facendo male! -. Sento dire a uno dei soldati. - Non si trattano così le signorine! -.
Altre risate.
- Hai ragione tesoro -. Niragi si sposta nuovamente sul lato del materasso, lasciandomi esposta, nuda, dolorante.
- Girati -.
Scuoto la testa, immediatamente pentita.
- No... No... -. Le lacrime ricominciano a scendere. Sento di non farcela più, sento che vorrei morire.
Cerco di mettermi a sedere, ma Niragi mi afferra un braccio e lo tira verso di sé per farmi voltare. Faccio resistenza per qualche secondo, ma poi mi giro sulla pancia aiutandomi con i gomiti. Sui polsi, nel punto in cui il soldato aveva premuto il ginocchio, sta già comparendo un livido.
Girandomi sul materasso vedo Chishya in piedi di fronte a me, nella stessa posizione di prima. Abbasso subito lo sguardo, mentre Niragi si riposiziona sopra di me, tra le mie gambe.
Cerca di entrare da dietro, non riesce.
- Hai il culo bello stretto, eh! -.
M'infila due dita in bocca, spingendole fin quasi in gola, a stento trattengo un conato di vomito. Poi me le mette dentro.
- Rilassati tesoro - dice ansimando.
- Altrimenti è peggio -.
Forzando, riesce a entrare da dietro. Il dolore è ancora più intenso di quanto mi aspettassi e non riesco a trattenere le urla. Niragi mi spinge la testa contro il materasso per farmi tacere.
Non riesco a respirare.
Di nuovo quella sensazione di torpore che avevo già sperimentato durante il 5 di picche, quando avevo visto la Cosa comparire dal fondo del corridoio.
Niragi mi risolleva la testa tirandomi per i capelli. Respiro con la bocca, divoro più aria che posso.
L'ultima cosa che ricordo nitidamente sono le scarpe da tennis di Chishya, in piedi a pochi centimetri dal mio viso.

Hanno fatto a turni. Lo so perché ogni tanto mi rovesciavano dell'acqua in faccia, e allora riprendevo i sensi, anche se per poco. Ogni volta un soldato diverso sopra di me, davanti o dietro.
Ricordo di aver sentito Niragi dire a Chishya che era il suo turno. Poi ho sentito il materasso sprofondare leggermente al livello del mio fianco. Ho aperto gli occhi e ho visto il viso di Chishya a pochi centimetri dal mio, i ciuffi biondi che uscivano dal cappuccio.
Le sue labbra si sono mosse senza emettere alcun suono: - Mi dispiace -.
E poi di nuovo fuoco dentro di me.

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