3. Arrivo alla Spiaggia

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- Torna subito alla Spiaggia -.
Queste le parole che Arisu aveva sentito provenire da un ricetrasmittente appartenuto a un partecipante morto durante un gioco.
La Spiaggia è presto diventata l'argomento principale delle nostre conversazioni, fino a trasformarsi in una vera e propria ossessione: di che cosa si trattava? come si raggiungeva? avremmo trovato delle risposte, in quel luogo? Era l'unica pista che avevamo, l'unica speranza di comprendere qualcosa su questo nuovo e terrificante mondo. Ma allora non era che un nome: la Spiaggia.

Una sera io Usagi e Arisu abbiamo deciso di avvicinarci a una delle arene per capirne di più. Non avevamo intenzione di giocare, il Visto non sarebbe scaduto prima di due giorni.
Il nostro obiettivo era quello di analizzare la situazione dall'esterno, con razionalità, senza essere offuscati dall'ansia totalizzante del game. Ci siamo nascosti dietro ad alcuni alberi e abbiamo osservato i partecipanti radunarsi sulla piazzola illuminata di un caseggiato in rovina. Usagi ha notato che alcuni di loro portavano dei braccialetti identici ai polsi. Abbiamo subito pensato che fossero parte di una qualche organizzazione, che avessero delle risposte. Qualsiasi indizio poteva tornarci utile.

Abbiamo atteso che il game finisse e abbiamo seguito di nascosto i partecipanti sopravvissuti fino a che non sono saliti su due macchine e, con nostra grande sorpresa, hanno messo in moto. Com'era possibile? Nessuna macchina funzionava più in questo nuovo universo.
Arisu e Usagi si sono scambiati un'occhiata d'intesa, e prima ancora che potessi realizzarlo erano già all'inseguimento delle automobili.
Ho arrancato dietro di loro finché mi è stato possibile, finché non si sono trasformati in due puntini lontani, inghiottiti dal buio.

Quando li ho finalmente raggiunti, una manciata di minuti dopo, Arisu e Usagi erano appoggiati alla ringhiera di una piazzola sopraelevata, uno accanto all'altra, zaini a terra. Sotto, l'acqua.
Mi sono sistemata accanto a loro, e mentre cercavo di riprendere fiato ho guardato per la prima volta il paesaggio di fronte a me. Sulla riva opposta alla nostra un'enorme struttura illuminata, simile a un albergo, rifletteva le sue luci nell'acqua. Elettricità. Di nuovo: com'era possibile?
- Ci siamo. - Arisu ha puntato il telescopio sul complesso. - Vedo una scritta, sopra la porta d'ingresso.. -. Ha strizzato un occhio per mettere a fuoco. - La Spiaggia! Come possiamo ragg.. -.
Un urlo si è preso il resto della sua frase. Usagi. Io e Arisu ci siamo voltati di scatto nella sua direzione, ma al suo posto abbiamo visto delle ombre muoversi nel buio. Di quel momento ricordo voci sconosciute, la pistola puntata alla testa di Arisu, un dolore caldo e intenso alla nuca. Poi, il nulla.

Di nuovo luce. Qualcuno mi aveva tolto qualcosa dalla testa. Mi ero addormentata?
Ero seduta. Di fronte a me, a qualche metro di distanza, c'erano delle persone che non conoscevo. Stavano in piedi e guardavano nella mia direzione, sguardi neutri, non sembravano ostili. Mi sentivo frastornata, confusa.
- ...e abbiamo seguito le vostre macchine..-.
Arisu? Ho voltato la testa. Arisu era seduto alla mia destra. Da quanto tempo stava parlando con quelle persone?
- Stai bene? -. Un bisbiglio alla mia sinistra. Usagi mi era apparsa come da una coltre di fumo.
Ho annuito. - Dove siamo? –

Ci ho messo qualche minuto a riprendere contatto con la realtà: io Usagi e Arisu eravamo seduti in mezzo a una grande sala dalle pareti in legno e il pavimento di parquet.
- Ci hanno detto che avete delle risposte -. Era di nuovo Arisu a parlare.
- È così -. Un uomo è entrato dalla porta alle nostre spalle, seguito da alcune persone. Alto, magro, indossava un costume da bagno con una fantasia colorata e degli occhiali da sole. Sotto una mantella da piscina s'intravedeva il petto nudo. - È così -. Ha ripetuto mentre si dirigeva al centro della sala.
- Takeru -. Un ragazzo ha accennato un inchino con il capo ed è indietreggiato di qualche passo, permettendogli di posizionarsi proprio di fronte a noi. Takeru lo ha ringraziato con un cenno della mano, quindi ha cominciato a osservare me Usagi e Arisu con ostentata eloquenza, come se sapesse perfettamente chi fossimo. Ricordo di aver percepito un'aurea strana attorno a lui, una sorta di fascino mistico, forse per il silenzio calato nella sala dopo il suo ingresso, o per la tacita reverenza che gli altri presenti sembravano riservargli. Qualche ora più tardi avremmo scoperto che Takeru era il leader fondatore della Spiaggia, venerato come un salvatore, temuto come un dio, ascoltato come un profeta.

La Spiaggia senza leggi Where stories live. Discover now