Effetto farfalla

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|| Sinossi: Nicola e Sabrina
Nicola e Sabrina si incontrano dal vivo dopo mesi di frequentazione online. ||

«A che stai pensando?» i suoi occhi color nocciola mi fissano intensamente. Ho il mento  sulla mano, appoggiata al piano della penisola della cucina. Casa sua è molto graziosa, piccola, ma confortevole. È un piccolo appartamento in centro a Milano. In realtà non so perché ho accettato subito dopo quel caffè che mi ha offerto, di entrare in casa sua.

«Nulla in particolare» replico, quasi scocciata. Non mi fa impazzire quando le persone
vogliono sapere i miei tortuosi pensieri, sono affari miei.

«D'accordo» rimane in silenzio per un po', poi prosegue «vuoi qualcosa?»

«Un po' d'acqua, grazie.»

Dopo averne sorseggiato un po', appoggio il bicchiere sul tavolo. Ce la stavamo passando bene fino a un paio di minuti fa, prima che entrassi in casa sua. In realtà mi sento un po' a disagio qui, non per forza perché abbia brutti presentimenti. È solo molto strano.

Nicola è esattamente come me lo immaginavo: solare, divertente, ma anche molto riflessivo. Abbiamo conversato del più e del meno, ininterrottamente, e ho avuto modo di conoscerlo meglio, in maniera più profonda di quanto non lo conoscessi già da mesi. Certamente, chattare o chiamare con una persona non è l'equivalente di starci insieme fisicamente.
Mi fa piacere il fatto che nonostante tutte le difficoltà stia continuando gli studi in questa stupenda città, nella quale però, non vivrei mai. Sono troppo legata alla mia piccola Como.

«Mi ha fatto piacere conoscerti» dico rompendo il silenzio, mentre guardo all'interno del bicchiere vuoto.

«Anche a me, davvero» sorride, sento che è sincero.

Una farfalla bianca, probabilmente entrata dalla finestra aperta vola delicatamente e si possa sul ciclamino dentro il vaso di fiori posto sul tavolo. La osservo che si nutre del polline, mentre sbatte le ali.

«Mentre una farfalla sbatte le ali davanti ai nostri occhi, dall'altra parte del mondo accade un terremoto. La benché minima variazione di una situazione iniziale, provoca conseguenze enormi» afferma, mentre fissa quel piccolo insetto.

«Effetto farfalla» puntualizzo.

«Già» mi sorride «Pensa Sabrina, ad esempio, se non mi avessi messo like non avremmo mai fatto match, quante possibilità potevano esserci che accadesse?» si passa una mano tra i capelli castani.

«Poche, quasi nessuna.»

«Esattamente, un piccolo evento insignificante ha condizionato le nostre vite, ora non saresti qui a parlare con me di farfalle e terremoti» ridacchia. Non ci avevo mai pensato così a fondo.

«Sai, stavo anche io pensando a quanto fosse bizzarro tutto ciò... forse questa potrebbe essere la nostra ultima conversazione dal vivo, potremmo non vederci più, eppure quel piccolo evento ci ha portato a essere qui, e a parlare dell'eventualità che ciò accada. Penso che come quella farfalla, siamo entrambi inconsapevoli delle conseguenze delle nostre azioni, e al tempo stesso non possiamo totalmente controllare quello che potrebbe succedere, in alcune occasioni. E questo non controllo delle situazioni mi destabilizza...»

«Chi ti dice che avrai la certezza che finirà così tra noi?»

«È una situazione che non posso controllare, ma so che molto probabilmente andrà così. Come è sempre stato. A te cosa fa pensare il contrario? Cosa abbiamo in più degli altri che possa confutare questa mia tesi?»

«Nulla» replica tranquillamente.

Ha ragione. Ci sono migliaia di possibilità che si potrebbero realizzare, ma solo una diventa atto, e non abbiamo niente di più ne di meno rispetto agli altri. Questo non mi dà certezze, non lo può fare da nessun punto di vista. Proprio il nulla mi spaventa, non ci avevo mai riflettuto così a fondo... è terrificante sì, ma al tempo stesso emozionante. Mi ha fornito un nuovo spunto di riflessione: non sapremo dove ci porteranno gli eventi, l'unica certezza è qui, ora. E forse dovrei imparare soltanto a lasciarmi andare.

«Hai ragione » mi limito a rispondere.
Distolgo lo sguardo dalla sua persona e guardo in giro: noto che ha Alexa sul piano della cucina.

«Alexa?» chiedo.

«Sì, la ho comprata l'altro giorno, mi tiene compagnia» ridacchia, dopo essersi girato a guardarla.

«Alexa riproduci playlist casuale!!» dico ad alta voce, lasciandolo per un attimo sbigottito.

«Riproduco playlist da Amazon music» replica "lei".

Sono uscito l'altro giorno fuori, mi sentivo fuori
Proprio tipo quelli da internare

«Coez. Amo questa canzone» inizio poi a canticchiarla. Che casualità! «Fuori c'era un sole bello ma avessi avuto un coltello forse sì, l'avrei voluto usare...» sorrido, guardandolo negli occhi.

«E mi sono fatto schifo...» continua lui, per poi aggiungere «Anche io la amo» i suoi occhi si illuminano.

Mi alzo dalla sedia in piedi nel salottino adiacente alla cucina, inizio a volteggiare per la stanza lentamente, simulando una sottospecie di ballo. Chiudo gli occhi e mi assaporo la canzone e il momento. Quando ancora avrò vent'anni? Quando ancora sentirò la freschezza nelle vene e la serenità nell'anima come in questo momento, cullata da questa canzone, nella casa di Nicola? Gli attimi sono sfuggenti, scivolano via veloci, e non si fa a tempo ad assaporarli. Si rimpiange subito ciò che è stato, perdendo così anche il presente. Non mi interessa più cosa succederà dopo.

Apro gli occhi e vedo che mi raggiunge, per ballare insieme. Mi fa cenno con la testa se può e io acconsento.
Mi cinge la vita e io appoggio le braccia attorno al suo collo. Iniziamo a danzare lentamente guardandoci negli occhi.

E ho capito quanto siamo piccoli quando abbiamo gli incubi

I nostri visi sono improvvisamente vicini, i nasi si incastrano come un puzzle perfetto. Sento il suo respiro mescolarsi al mio.

«Cosa vorresti succedesse ora?» mi chiede quasi sussurrando. Gli accarezzo il viso ricoperto dalla barba e gli sorrido. Non rispondo. Gli eventi non si possono controllare, o si? Lui mi sta dando il controllo della situazione, ora.

Chiudo gli occhi e mi lascio trasportare dalle parole della canzone.

E che le stelle sono soli si, ma mica siamo soli noi...

Mi avvicino al suo viso, finché non sento le mie labbra posarsi sulle sue.

Mica siamo soli noi...

Ci lasciamo trasportare da un bacio appassionato, prima cauto e poi ricco di trasporto. Le sue dita affondano tra i miei capelli, porta il mio volto vicino al suo, ogni pausa tra un bacio e l'altro dura poco. Mordicchia delicatamente il mio labbro inferiore. Riprende poi a baciarmi.
Gli accarezzo il viso, appoggio la mia fronte alla sua, ci guardiamo intensamente negli occhi mentre continuiamo a danzare per la stanza.
Giocherella con una ciocca dei miei capelli. Vorrei stare così per sempre.

Non aggiungiamo più niente, Coez ha detto tutto.

Piccole immagini - one shotWhere stories live. Discover now