Kiss me slow

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|| Sinossi: Davide e Giovanni
Giovanni ama Davide, il suo migliore amico d'infanzia, da quasi tutta la vita, ma quest'ultimo è fidanzato da tempo con Carolina ||

Giovanni era sempre stato un ragazzo sveglio ed intelligente. Amava completare quei semplici - a detta sua - giochi di logica: proseguire una sequenza alfanumerica, risolvere qualche cruciverba... ma il suo preferito rimaneva il sudoku. Riteneva che quello fosse l'unico passatempo in grado di tenere costantemente allenato il suo cervello adeguatamente, molto più degli altri, ogni volta era una sfida diversa contro se stesso, e non riusciva più a farne a meno.
Inoltre, lo riusciva a liberare la mente e a non pensare, per un po'.

Ad un tratto una mano gli strappò via il giornale dalle mani. Davide.
«Dai Davide! Ridammelo manca l'ultimo numero!» iniziò ad urlare, disturbando tutta la classe.

«Eh no Gioliiinnnn! Hai rotto il cazzo con questi giochi da secchioni, vedi di aiutarmi con fisica invece, che la Cappai mi deve interrogare tra un quarto d'ora» il ragazzo iniziò a correre per la classe, inseguito dall'amico.

«Non ti aiuto coglione se non mi dai il quaderno» ribatté l'occhialuto.

Si volevano bene in fondo, anche se se lo dicevano raramente. Si conoscevano dalle elementari, da quando Davide, il più socievole dei due, aveva chiesto a quel bambino timido e in disparte di giocare con lui a calcio con una lattina vuota,  in ricreazione. Non si erano più separati da allora, anche la scelta di intraprendere lo stesso percorso scolastico probabilmente era dovuto al fatto che erano troppo legati e connessi per separarsi, non riuscivano a fare le cose l'uno senza l'altro, vivevano come in simbiosi. Tutti dicevano che erano due gemelli siamesi, ma Giovanni sapeva che oltre quello, nel suo cuore era iniziato a nascere dell'altro. I gemelli siamesi erano costretti a stare insieme, legati per sempre, invece lui voleva starci, ma non poteva.
Questa cosa lo distruggeva, lo logorava dentro, da quando aveva scoperto che per lui Davide era più di un amico e che non sarebbe stato ricambiato.

Il riccio era sempre stato una sottospecie di playboy. Le sue esperienze in termine di relazioni erano molte, aveva cambiato svariate ragazze nel corso degli anni, ma Carolina, era rimasta da più di un anno, incredibilmente. La aveva incontrata in palestra, luogo che frequentava assiduamente. Forse questa volta era la volta buona, aveva trovato quella giusta. E questo a Giovanni divorava dentro, lacerava le viscere e logorava ogni parte del suo essere. Era corroso dalla gelosia, ma non poteva farci niente. Lo aveva quasi accettato, dopo notti passate ad asciugarsi le lacrime con la federa del cuscino, e risvegliandosi le mattine come se nulla fosse successo. Il suo migliore amico si meritava di essere felice, e dal momento che lo amava avrebbe dovuto accettarlo, lasciarlo andare, libero. Evidentemente non era destino il loro. Doveva semplicemente trovarsi un'altra persona, tuttavia era così difficile. C'era sempre quel filo rosso che lo teneva ancorato all'idea di Davide, a ciò che sarebbero potuti essere. Ogni volta che l'amico lo trattava diversamente, lo abbracciava, il cuore gli batteva all'impazzata nel petto e non riusciva a trattenersi dal pensare che l'amava, troppo.

Dopo aver messo sottosopra mezza classe, finalmente Giovanni riuscì a recuperare il proprio giornale dalle mani dell'amico, e, in maniera difficoltosa, ad aiutarlo per l'interrogazione di fisica. Interrogazione che, inevitabilmente andò male.

«Non ti preoccupa il fatto che hai cinque materie sotto?» gli chiese, mentre tornavano a casa da scuola e si stavano dirigendo a casa sua a studiare.

«Nah, la vita è una sola e non ho tempo di perderla a studiare. E poi recupero con gli scritti, telefono tattico e via» fece spallucce.

«Bah, okay» pronunziò secco, gli dispiaceva che Davide buttasse via dei voti così. Le potenzialità le aveva, perché non sfruttarle?

Piccole immagini - one shotWhere stories live. Discover now