1. Borderland

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È sorprendente la velocità con cui gli esseri umani si adattano al cambiamento, per quanto drastico e terrificante sia. Dopo lo shock e lo smarrimento iniziali, l'istinto di sopravvivenza entra in circolo come una droga potentissima, si mescola al tuo sangue e ti trasforma in una belva affamata di vita, pronta a tutto pur di sopravvivere.

Ognuno di noi ci ha messo più o meno tempo a capire che non si trattava di un sogno, di un maledetto scherzo del cervello. L'assordante silenzio di una città immobile, la sensazione paralizzante di essere l'ultima persona rimasta sulla terra, il terrore che divora le viscere. Tutto reale, sempre che la parola "reale" abbia ancora lo stesso significato.

E all'improvviso un edificio che si illumina, frecce che compaiono dal nulla a indicare la strada, una voce femminile che rompe il silenzio e invita i partecipanti all'arena. Il primo gioco, le prime persone.

Persone? Solo alcune di loro mi erano sembrate tali in quel momento, quelle che come me non conoscevano ancora i meccanismi del gioco. Le riconoscevi subito: si guardavano attorno confuse, si muovevano con cautela, azzardavano sorrisi irrequieti, esaminavano con perplessità il cellulare funzionante tra le loro mani. Avevano negli occhi così tante domande che l'unico modo per farle tutte era restare in silenzio, mettersi in un angolo e aspettare che succedesse qualcosa, qualsiasi cosa.

E poi c'erano tutti gli altri, quelli che già sapevano, corpi distanti anni luce dall'anima, gli occhi fissi sul cellulare nell'attesa che la voce cominciasse a spiegare il nuovo gioco, a decretare con calma paradossale i loro destini. Tutti loro avevano già visto da vicino il ghigno putrefatto della morte, ne avevano fiutato l'odore nauseabondo, ascoltato le urla atroci. Ma erano stati risparmiati, per ora.

Inutile tentare di spiegare il modo in cui il gioco ti cambi. Dopo che hai visto la morte, quel tipo di morte, assurda, violenta, disperata, non si torna più indietro. Vieni risucchiato in un vortice spaventoso, non ci sono né un senso né una fine, devi continuare a muoverti senza chiederti perché, a dimenarti per rimanere in cima. Altrimenti sei perduto.

La Spiaggia senza leggi On viuen les histories. Descobreix ara