·• capitolo I •·

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Di quella sera ricordo solo il viso radioso di mia madre, mentre cucinava, che mi diceva:

" Figlio mio, questa vita purtroppo ci presenta muri troppo alti da superare, ma molte volte la via migliore è cambiare prospettiva.. "

...e subito dopo, il nulla più totale. Ricordo delle urla e un'esplosione, ma non vidi niente, forse il mio cervello ha eliminato quel ricordo ma dei frammenti di esso sono rimasti. Mi ricordo che qualcuno mi portò via e poi silenzio.
Non ho più visto i miei genitori da allora, né nessun altro del mio villaggio, molti sono morti, altri sono scappati. Così raccolsi quello che rimaneva in una borsa e mi sono allontanai da lì. Pochi giorni dopo trovai i miei genitori a pochi kilometri dal mio villaggio, morti. Fu così tanto doloroso trovarli senza vita, con gli occhi spenti, pallidi, che decisi di darli una degna sepoltura.
Poi mi misi in viaggio.
Per fortuna avevo studiato bene la natura e gli animali che abitavano quella foresta, quindi riuscii a sopravvivere abbastanza bene.

Ero stato abituato fin da piccolo all'ambiente della foresta, mio padre mi portava sempre a cacciare piccoli animali per allenarmi. Mi diceva sempre: << Non si è mai troppo cauti figliolo, un giorno ti serviranno questi insegnamenti! >>. Chi l'avrebbe mai detto che alla fine, un giorno, gli sarebbe stato davvero utile.

La foresta era abitata da creature di tutte le dimensioni, molto spesso pericolose, e all'inizio non mi muovevo bene. Ora però vivo nella foresta da alcuni mesi e le cose sono migliorate un po'. Ho un rifugio, una piccola grotta inabitata e coperta da liane, insieme agli oggetti e armi che ho portato dal villaggio. Sono riuscito a sistemarmi bene.

Nonostante questo c'è un altro problema: l'esercito. Mandano costantemente dei soldati a controllare le zone più nascoste della foresta facendo scappare gli animali e talvolta avvicinandosi molto alla mia grotta, questa guerra sta mandando tutto in confusione. Per non rischiare mi alzo molto presto la mattina e controllo se in giro ci sono soldati, devo vivere nel terrore anche qui.

Inoltre sono completamente solo. Da una settimana non faccio altro che parlare con me stesso e credo che questa situazione mi farà impazzire dopo un po'.
Ormai l'istinto di sopravvivenza l'ha avuta vinta sulla tristezza e la mancanza dei miei genitori, ho ancora una loro foto ma non la guardo mai per più di pochi secondi, i ricordi insieme continuano a percorrere la mia mente ma non ci faccio caso. Non posso farmi buttare giù proprio adesso.

Raccogliendo gli oggetti e le provviste da portare ho cercato di lasciare indietro le cose meno importanti, ma una di quelle inutili, un regalo dei miei genitori, quello non l'ho potuto lasciare, un coniglio di peluche con il mio nome ricamato dietro la testa: Roan. Odio il mio nome, per questo mi faccio chiamare Ron o cose simili. Quel regalo mi ha fatto venire in mente molte cose così ho preferito portarlo con me, anche se adesso è in un angolino vicino al mio zaino, aspettando di essere anche solo guardato. Ma sono troppo impegnato a rimanere al sicuro adesso.

★ ★ ★

Questa mattina ho controllato la zona e per fortuna non ho trovato nessuno. Ultimamente si stanno avvicinando sempre di più a ispezionare questa parte di foresta, dovrei spostarmi da qualche altra parte?
Probabilmente arriveranno anche nella mia grotta, non se ne andranno finché non saranno certi che la zona sia pulita. Devo inventarmi qualcosa.
Oggi vorrei andare a cacciare, le mie provviste stanno finendo e l'inverno si avvicina. Non mi è mai piaciuto l'inverno anche per questo, ma soprattutto per la sensazione che ho sentendo freddo. Sono una persona a cui non piace coprirsi troppo e il gelo non me lo permette.

Finito il controllo mattutino inizio ad avvicinarmi al mio rifugio, una volta arrivato afferro il mio arco e una specie di borsello in pelle con le frecce, mi assicuro che le liane coprano per bene l'entrata e mi allontano a lunghi passi. Mi manca cacciare.
Mentre cammino in mezzo a erba alta e arbusti, che mi arrivano alle ginocchia, noto una colonna di fumo venire da lontano nella valle davanti alla grotta. Devono essere le truppe, ma sa quanto tempo sono lì? Non me n'ero accorto, strano. Guardo quel punto per un po' prima di continua a camminare, imboccando un sentiero. Dovrei controllare laggiù quando ho tempo penso mente guardo il vento muovere delicatamente le foglie degli alberi e gli steli d'erba, rinfrescandomi.

Arrivo al Fiume. Di solito qui ci sono molte prede quindi mi nascondo tra le foglie di un cespuglio e aspetto il minimo movimento per impugnare il mio arco e prepararmi a scoccare una freccia verso la creatura. Ci sono molte bestie che potrei mangiare, molte altre invece sono pericolose anche solo da toccare, una di queste può far spuntare dei pungiglioni dalla pelle all'istante. Invece i miei preferiti sono semplicemente i conigli. Amo la carne di coniglio da quando sono bambino, forse è per questo che i miei genitori me ne hanno regalato una di peluche?
Rido a quell'idea, poi focalizzo la mia attenzione di nuovo all'ambiente circostante. Niente di nuovo.

Mi sa che mi toccherà aspettare molto.

Dopo circa 2 ore di attesa sono riuscito a uccidere un coniglio. Un bel traguardo per qualcuno che non caccia da molto.

Faccio per tornare al rifugio, cammino per lo stretto sentiero, quando noto che le piante che solitamente lo coprono sono state smosse. Ragiono per un attimo, sarà stato un animale? Se si che tipo di animale? Poi un pensiero sovrasta tutti gli altri, sarà stato qualcuno invece?
Non è possibile, cosa ci fanno già qui?

Quel sentiero porta direttamente al fianco della montagna in cui si trova la mia grotta, spero sia nascosta bene se è stato effettivamente qualcuno a passare da qui.
Devo sbrigarmi, inizio a correre sul sentiero sempre cercando di fare meno rumore possibile ma allo stesso tempo di fsre in fretta. Se avessero trovato il mio nascondigli l'avrei passata liscia? O mi avrebbero ucciso non appena fossi arrivato lì? Mille domande occupano la mia mente mentre il corpo continua a muoversi per darsi delle risposte.

Sono quasi arrivato, spero davvero di non trovare nessuno.

Mi avvicino all'entrata della grotta e spalanco gli occhi, facendo un passo indietro. No, no, non va bene! penso.
Alcune liane sono state tagliate e dei rumori sommessi come di passi sulla terra umida provengono da dentro.

È definitivo, qualcuno è entrato.

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