70 - Non ti lascerò

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Sorride tra le lacrime allungando a sua volta una mano ad accarezzare la mia guancia. "Ci sei e io ne sono molto  felice Can Divit".
Sorrido, felice a mia volta di saperlo.
"Ok allora il passo successivo è sfamarti, tu rimani a letto. Vado a raccogliere i vetri in cucina, non voglio che tu possa ferirti. Ti chiamo quando è pronta la colazione". La lascio a malincuore, ma ho veramente paura di non sapermi controllare oltre, è troppo bella con i capelli sparsi sul cuscino e quella sottoveste di seta nera che lascia ben poco delle sue forme all'immaginazione.

Viviamo un'altra giornata spensierata, passeggiamo lungo le rive del fiume, pranziamo sul prato con i panini ripieni acquistati da un venditore ambulante, ci sdraiamo abbracciati al sole nel pomeriggio per riposare e in serata a malincuore lasciamo il cottage per tornare a casa. Quando ci incamminandoci nel bosco verso il fuoristrada Sanem sospira nostalgica.
"Mi mancherà questo posto". Le prendo la mano intrecciando le dita con le sue. "Ci torneremo, non temere, e ci porteremo anche la bambina un giorno".
Si gira verso di me lanciandomi uno sguardo sorpreso.
"La bambina? Da dove esce questa ora?"
Mi avvicino sorridendo e dandole un bacio leggero sulla guancia e svelo un piccolo segreto. "Io sento che sarà una bambina, sarà bellissima e ruberà il cuore del suo papà esattamente come ha fatto la sua mamma".
Mi guarda con occhi brillanti. E' splendente la mia Sanem, è bella oltre ogni dire e io l'amo più di quanto avessi mai creduto possibile, sono disposto a fare  qualsiasi cosa per lei.

Arriviamo a Gölcük  quando ormai è notte, Sanem si è addormentata circa a metà del viaggio ed ora mi giro a guardare rapito il suo profilo bellissimo,  sembra un angelo.
Mi affretto a scendere per andare ad aprire la portiera dal suo lato e prenderla in braccio per portarla in casa. Non da segno di svegliarsi, è chiaramente stanca dalla lunga giornata all'aria aperta. Faccio una doccia e preparo la cena e,  quando ormai è tutto pronto, sento l'acqua scorrere nel bagno della sua camera. Poco dopo la vedo ferma sulla porta della cucina con una maglia dalla scollatura ampia che le cade da una parte lasciando scoperta una spalla. In questo momento vorrei lasciare sul tavolo ogni cosa e concentrarmi solo su di lei, per posare piccoli baci su ogni singolo centimetro di pelle lasciato scoperto dalla maglia a partire dal lobo dell'orecchio e per tutta la lunghezza della spalla. Mi sembra incredibile che possa apparire ancora più bella ai miei occhi ogni volta che la vedo, anche ora con quello sguardo ancora assonnato e  il sorriso rilassato.
"Ho dormito tantissimo, scusami, non sono stata una buona compagnia in auto". Mi affretto a raggiungerla  per  prenderle la mano e guidarla al suo posto a tavola.
"Non dovevi farmi compagnia, avevi bisogno di riposare e l'hai fatto, questo è l'importante. Dai vieni, è pronto".
Mangiamo in un clima disteso, questo viaggio sembra aver finalmente segnato la fine delle ostilità, una svolta sperata ma, devo ammetterlo, del tutto inaspettata.
Dopo cena rassetto la cucina mentre Sanem mi aspetta sul divano in salotto con l'incarico di scegliere un film da vedere insieme. Quando la raggiungo mi siedo un po' rigido accanto a lei insicuro su quanto posso permettermi di osare,  ma è lei stessa  a spazzare via ogni dubbio. Si avvicina a me posando la testa  nell'incavo del mio collo  con estrema naturalezza mentre, cambiando canale con il telecomando, mi propone le varie opzioni da vedere in tv.
Il mio cuore non può fare a meno di accelerare il battito per questa piccola grande felicità, è esattamente ciò che ho desiderato ogni singola sera da quando sono qui con lei. Stringerla teneramente mentre guardiamo un film fino a che, inevitabilmente, si addormenta prima della fine del film e  mi ritrovo ancora una volta a prenderla in braccio per portarla nella sua camera.
Una volta sdraiata sul letto mi siedo accanto a lei per osservarla, di nuovo indeciso su cosa sia meglio fare. Forse per stasera è il caso di tornare al divano per non farle troppa  pressione mi dico cercando di far la cosa più giusta. Ma ecco che mentre mi sto alzando per lasciare la stanza la sua mano prende la mia.
"Rimani con me Can".
Lo sussurra continuando a tenere gli occhi chiusi, non so dire quanto sia presente a sè stessa, ma ciò che conta è che ho il suo permesso per restarle accanto, non mi sembra vero. Mi spoglio velocemente e mi sdraio accanto a lei prendendola tra le braccia, sospira facendosi ancora più vicina e infilando la testa nell'incavo del collo. E' una dolce tortura averla così vicina e non poterla toccare, ma so che vale la pena soffrire queste piccole frustrazioni. Voglio essere ottimista e pensare che verrà il tempo in cui potrò amarla liberamente anche se non è ora quel momento, devo avere pazienza. La stringo forte a me  chiudo gli occhi con uno stupido sorriso felice stampato sul viso mentre mi chiedo: "E' forse questa la felicità?"

Sì, credo proprio di sì, ed è felicità per me da quel giorno cominciare a  vivere una nuova routine di vita insieme, una quotidianità fatta di piccole cose, passeggiate mano nella mano sul lungomare, pranzi e cene preparati fianco a fianco,  gustati in un clima rilassato e allegro e di notti fatte di tenere carezze stretti in abbracci senza fine.

Siamo tornati insieme anche al controllo periodico e insieme abbiamo visto proiettate sullo schermo dell'ecografo le immagini di nostro figlio. Un esserino minuscolo di cui si può iniziare a distinguere chiaramente il profilo, il nasino, le  labbra, braccia e gambe sempre in movimento . Ancora una volta il suono forte e ritmato del suo cuore che batte ha fatto battere i nostri di un'emozione tutta nuova, quella di essere genitori, insieme, legati dall'amore per qualcuno che ancora non c'è ma che è già al centro di ogni nostro pensiero.
La dottoressa ci ha rassicurati:"Signori Divit la gravidanza  procedere bene, il periodo più critico è superato, la mamma sta riprendendo peso e le nausee sono quasi scomparse. Vorrei rassicurarvi sul fatto che potete vivere la vostra intimità tranquillamente senza temere di arrecare danno al piccolo". Ho visto Sanem annuire e distogliere lo sguardo imbarazzata, ho annuito  anche  io ringraziandola. Certo la dottoressa  non può  sapere della situazione in cui ci troviamo dove l'intimità è l'ultimo dei nostri problemi al momento.

Il suo contratto con Pinar e Fabri è in scadenza, a breve Sanem dovrà decidere cosa fare della sua vita dopo questa esperienza nel campo della cosmesi,  ma ciò che non abbiamo ancora affrontato è il  ritorno a Istanbul e se mi vorrà ancora accanto a sè. Non oso chiedere, aspetto che sia lei a dirmi cosa vuole anche se io vorrei solo tornare insieme nella nostra bellissima casa. Anche se ero tanto arrabbiato all'epoca del nostro matrimonio in cuor mio so che l'ho scelta pensando solo ed unicamente a lei. Sapevo  che l'avrebbe amata come l'ho amata io sin dalla prima volta in cui sono andato a vederla. Sono sicuro  che  lì possiamo essere felici insieme se solo lei lo permetterà.

Una mattina di qualche tempo dopo, quando il suo contratto è agli sgoccioli e so che dobbiamo affrontare al più presto  il discorso su ciò che ci aspetta di lì a poco, mi sveglio al  tocco leggero  del suo dito che percorre il mio profilo. Faccio finta di continuare a dormire finché non sento che arriva alle labbra e con una mossa fulminea lo afferro tra i denti  mordendola per gioco. La sento urlare divertita e presa alla sprovvista dal mio gesto. Mi giro verso di lei, la prendo tra le braccia mentre apro gli occhi sorridendo. 
"Günaydın aşkım, buongiorno amore mio, cosa stai facendo?".
Sorride a sua volta mentre porta la mano ad accarezzare la mia guancia.
"Niente, ho sentito il bisogno di toccarti per essere sicura  che sei reale e sei veramente qui con me in questo momento".

Mi si stringe il cuore alle sue parole, tanto è migliorato nel nostro rapporto ma c'è ancora tanto da chiarire. So che è solo  a causa mia se mia moglie non si sente ancora sicura di noi,  del nostro matrimonio e pensa che possa lasciarla sola di nuovo.
Il momento è solenne, mi alzo a sedere e poi in ginocchio invitando lei a fare altrettanto. Siamo uno di fronte all'altro, le sue mani nelle mie, le porto  alle labbra per sfiorarle con un bacio leggero mentre la guardo intensamente  negli occhi cercando di farle capire quanto sia vero ciò che sto per dirle.
"Sono qui Sanem, sono qui e non ti lascerò andare, sarò accanto a te quando avrai bisogno di me tenendo la tua mano se me lo permetterai. Ti chiedo solo di aprirmi il tuo cuore, se può essere amore lasciamo che sia Sanem, vediamo dove ci porta. Puoi farlo? Puoi fidarti di me e dare  una possibilità al nostro matrimonio?"



Decisioni improvviseWhere stories live. Discover now