Chapter 17.0: "Gossip, gossip, I think I've lost it"

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- Che sciocchezze vai dicendo, Yulis. - Shogo gonfiò appena le guance, soffiando fuori l'aria in uno sbuffo. - Non ci sono mai stati trattamenti speciali, ma solo del ponderato affiancamento. Non tutti i ragazzi che si iscrivono al corso per diventare eroi possono vantare una dedizione come la tua, o l'innata fiducia in se stessi che anima Leonard Hartman. -

- Non hai tutti i torti. - Yulis si strinse nelle spalle e sospirò lentamente. - Nonostante il potenziale, Dominic ha sempre avuto qualche problema ad accettare la sua abilità. Ha temporeggiato parecchio anche prima di entrare a far parte della squadra, come se non... si sentisse all'altezza del ruolo. -

- Proprio poco fa parlavamo dei pregiudizi nei confronti dei Virtuosi... - giocherellò con il proprio bicchiere, facendo ondeggiare il vino scuro al suo interno. - Non è semplice avere a che fare con questo ambiente. A volte è necessario prestare pazienza, e spesso questo vuol dire anche imparare a farsi scivolare addosso sguardi e atteggiamenti poco cordiali. Se il tuo carattere non è in linea con questo genere di consapevolezza è ancora più ostico abituarsi, e io credo di averlo imparato a mie spese. -

- La signorina gradisce del vino? -

Yulis e Shogo si voltarono sorpresi in direzione della voce.

- O-oh, mi scusi. Non mi ero accorta che... - la ragazza tossicchiò e spostò lo sguardo sul cabaret presentato sul palmo del cameriere di sala, poi sorrise. - Penso che attenderò un prossimo giro di bianco. Grazie comunque. -

Il cameriere tirò le labbra pallide in una smorfia e si esibì in un piccolo inchino prima di dileguarsi.

- Stavi dicendo, Shogo? - domandò Yulis, con gli occhi ancora fissi sulla silhouette che si allontanava.

- Niente di diverso da un discorso già concluso, ora non ha importanza. E tu, piuttosto, ricordati di non esagerare con l'alcol prima del reveal. -

Yulis alzò gli occhi al cielo, installando sul volto una finta aria drammatica. - Agli ordini, papà. - quando si accorse di quell'improvviso rossore sulle guance, seguito a ruota da un borbottio fitto e confuso di sottofondo, non poté fare a meno di lasciarsi sfuggire una risata. Animata da una sferzata di intraprendenza, gli gettò le braccia al collo e lo strinse a sé. - Grazie infinite per non avermi fatta cadere. -

Per un attimo, Shogo rimase imbambolato e con le labbra dischiuse, poi le picchiettò la schiena nuda in una carezza un po' goffa. - Non c'è molto da ringraziare, è un miracolo non essere inciampati entrambi. Inondati da tutti quei flash e quegli schermi, ero nervoso quanto te. -

Yulis rise ancora e lo lasciò andare, lisciandogli poi il colletto della camicia con le dita.

- ¡Mi querida! -

Quel timbro vibrante e pieno di brio la raggiunse in uno squillo. Yulis si ritrovò presto stritolata in un abbraccio, e nell'istante successivo notò il sorriso di Shogo farsi più ampio.

- Noora! - non appena le fu possibile voltarsi, gli occhi si accesero dello stesso entusiasmo che animava quelli della ragazza. - Accidenti, sei davvero splendida! -

Definire Noora "splendida" era un eufemismo.

I capelli corti e luminosi, leggermente mossi, erano raccolti alla destra del suo viso per mezzo di una riga laterale. La pelle ambrata faceva risaltare ancora di più il trucco dorato che le impreziosiva palpebre e guance in una spruzzata di brillantini, mentre le labbra erano coperte di un velo color nude che accentuava la spigolatura dell'arco di cupido. Il carattere intraprendente e un po' provocatorio che da sempre l'aveva distinta si respirava anche a distanza di metri grazie al suo abbigliamento: aveva optato per una tuta pantalone con corpetto rigido a cuore, un'ottima controtendenza rispetto alle vecchie e desuete consuetudini del Gala che da sempre prevedevano per le donne solo abiti da sera.

Ultra VioletWhere stories live. Discover now