16. Lacrime

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"Tua madre?" domandai sbarrando gli occhi aspettando di ricevere conferma. Come aveva fatto a saperlo sua madre?

"A quanto pare ti ha intravista uscire da qualche porta e ha cercato di raggiungerti, ma la signora Ling è stata apparentemente più veloce di lei e l'ha preceduta. Ha semplicemente visto tutta la scena e me l'ha raccontata"
"E si, mi sono arrabbiato anche con lei per non essere intervenuta, gradirei non sentire lamentele anche su quello" aggiunse immediatamente prima che potessi rispondergli. Chie aveva detto di essere amica della madre di Taehyung, era per questo che quest'ultima aveva preferito restarne fuori e non intervenire? Allora perché si era sentita in dovere di raccontare tutto a suo figlio? Avrebbe semplicemente potuto fingere di non sapere, nessuno avrebbe mai scoperto il contrario, ma non lo aveva fatto.

Non mi piaceva affatto sapere che ancora un'altra persona si aggiungeva alla lista di coloro che erano a conoscenza di tutta la storia e speravo vivamente che potesse tenerla per lei, senza raccontarla neanche a suo marito, ma, purtroppo, sapevo che sarebbe stato difficile che ciò accadesse.
Sapevo di non essere pienamente dalla parte del torto; avevo difeso quella che avevo quasi da sempre considerato una sorella, ma avevo anche più volte pensato al fatto che a causa mia un uomo si era tolto la vita e, seppure fossi sempre stata pienamente consapevole che era più che giusto rivelare la verità, non avevo potuto impedire al mio cervello di portarmi a pensare che ora la mia coscienza aveva il peso di una vita da portare su di sé.
Non ne avevo mai parlato apertamente con nessuno di ciò. L'unica con cui avrei potuto aprire un argomento del genere sarebbe potuta essere solo Iseul, la vecchia Iseul che, però, aveva smesso di esistere ormai già da troppo tempo.

"Me lo avresti detto?" Taehyung si era voltato completamente verso di me e mi guardava profondamente, curioso e speranzoso di ricevere la risposta che lui avrebbe voluto.
Glielo avrei detto? No, non l'avrei fatto.
Il mio silenzio non fu la risposta di cui aveva bisogno e notai, mentre lo guardavo negli occhi, la tristezza prendere il sopravvento. Mi dispiaceva esserne la causa, davvero, ma non era una cosa che facevo intenzionalmente.
Ero semplicemente fatta così.

"Quando ho detto che avrei fatto il possibile per aiutarti e difenderti, lo intendevo davvero. Se tu non ti fidi e non mi racconti cosa succede, io come faccio ad aiutarti?" era rassegnato. Teneva le spalle basse e non c'era nemmeno l'ombra di un sorriso sul suo volto. I suoi occhi erano stanchi e le rughe sulla sua fronte più che evidenti.
Era più che chiaro che tutta la situazione lo stesse stressando e proprio osservando ciò mi convinsi ancor di più che era giusto continuare a lasciarlo fuori da tutto quello. Era troppo, troppo per lui.

"Non sei costretto a farlo. Non penso tu abbia bisogno di anche questo carico. Posso cavarmela da sola" risposi cercando di alleggerire la situazione, ottenendo però il risultato contrario. Il mio tono di voce era tranquillo, almeno speravo che lo fosse, ma la verità era che in quel momento avrei solo voluto piangere.

"Per questo motivo solo due giorni fa mi hai fatto una scenata per non aver preso le tue difese davanti alla madre di Jimin" rispose ironicamente; dalla sua voce traspariva chiaramente fastidio. Sospirai in risposta, cercando di trovare le parole più corrette per esprimermi nel modo più chiaro possibile e per evitare qualsiasi tipo di fraintendimento.

"Ascolta, Taehyung" iniziai venendo interrotta immediatamente da lui

"No Elisabeth, ascoltami tu. Io non capisco cosa vuoi? Cosa devo fare? Non dico niente, non va bene, mi espongo per te, non va bene ugualmente, cosa vuoi da me? Io ti ho trascinata in tutta questa situazione, è vero, ma sto cercando di fare il possibile per rimediare in qualche modo. Con te però non capisco mai cosa fare per non sbagliare, per quanto ci provi. Quindi sii chiara e dimmi cosa devo fare perché non penso di poter continuare a lungo così. Ho appena minacciato una persona per difenderti e l'unica cosa che sei stata in grado di fare è stato chiedere come fossi venuto a conoscenza della vicenda" l'esasperazione traspariva perfettamente dal suo tono di voce e dalle sue espressioni e questo non fece altro che aumentare ulteriormente il mio malessere. Non lo avevo ammesso neanche a me stessa in un primo momento, ma vedere come avesse preso chiaramente posizione per difendermi davanti a quella donna meschina mi aveva fatto piacere e mi aveva fatto sentire importante.

Royals || Kim TaehyungDär berättelser lever. Upptäck nu