Vorrei che tu fossi qui

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***

Quando avevano parlato della partenza di Andy, nessuno dei due aveva davvero in mente come avrebbero affrontato la situazione.
Sapevano solo che ce l'avrebbero fatta, in qualche modo.
Era la mattina della partenza di Andy e Mika si svegliò, stranamente, dieci minuti prima del suono della sveglia.
I primi raggi del sole facevano timidamente capolino dalla finestra chiusa, illuminando la stanza di una luce strana.
Mika aprì gli occhi, ma non si mosse.
Lasciò la sua mano intrecciata a quella di Andy, nella stessa posizione in cui si trovava quando si erano addormentati, poche ore prima.
Il biondo dormiva ancora, con il viso affondato nel morbido cuscino, respirando lentamente.
Mika si ritrovò a pensare che forse Andy aveva avuto ragione, il giorno in cui gli aveva mostrato quelle lettere: forse lui l'aveva fatta troppo semplice.
Sapeva che sarebbe stato difficile e che gli sarebbe mancato, ma quella mattina, con la consapevolezza che di lì a poche ore lo avrebbe dovuto salutare, tutto sembrava amplificato.
Mika non riusciva ad immaginare come si sarebbe sentito in aeroporto, anche e soprattutto perché non avrebbe potuto salutarlo a dovere là, in mezzo alla folla che sicuramente lo avrebbe riconosciuto.
Proprio per questo motivo, la sera precedente, Andy gli aveva proposto, a malincuore, di non accompagnarlo in aeroporto, ma Mika aveva rifiutato.
Voleva andare con lui, anche se avrebbe significato trattenersi, salvare le apparenze: era comunque del tempo in più che avrebbero passato insieme.
Allungò la mano libera verso il biondo, spostandogli delicatamente una ciocca bionda dalla fronte, che quasi gli cadeva negli occhi, stando ben attento a non svegliarlo per non rovinargli quegli ultimi pochi minuti di sonno che gli rimanevano.
Da quel giorno tutto sarebbe cambiato: Mika, su consiglio di Andy, aveva assunto un altro cameramen. Il biondo non voleva rischiare di perdersi eventi importanti per Mika a causa di quel lavoro, e poteva farlo solo se qualcuno avesse girato dei video al posto suo.
Tuttavia, quando avesse avuto dei momenti liberi, aveva assicurato a Mika che lo avrebbe seguito di nuovo nel suo tour.
Mika era consapevole che vedere qualcun altro dietro quella videocamera gli avrebbe solo ricordato una volta di più che Andy non c'era, ma non c'era altra soluzione.
In qual momento suonò la sveglia e Mika si affrettò a spegnerla.
Quando si voltò di nuovo verso Andy, incontrò i suoi occhi azzurri aperti, che lo fissavano con uno sguardo triste, malinconico.
Il riccio si sporse verso di lui e raggiunse le sue labbra morbide, stringendo un po' di più la mano del ragazzo nella sua.
-Buongiorno- sussurrò il riccio, ad un millimetro dalle labbra di Andy.
-Proprio per niente- rispose Andy, chiudendo gli occhi e abbracciando il ragazzo, affondando il viso nella sua spalla in modo da perdersi ancora una volta nel suo profumo.
Anche Mika chiuse gli occhi, godendosi semplicemente le braccia di Andy che stringevano il suo corpo, quelle braccia che tante volte lo avevano fatto sentire così al sicuro.
Mika non seppe per quanto rimasero in quella posizione, stesi sul letto ad abbracciarsi.
Sapeva solo che ci sarebbe rimasto anche tutta la giornata.
Purtroppo però, poco dopo, la sveglia suonò di nuovo, interrompendo in malo modo quel piccolo momento di pace che i due si erano presi.
-Voglio restare qui- borbottò Andy, sulla sua spalla, stringendolo ancora più forte e impedendogli così di allontanarsi da lui e spegnere la sveglia.
Mika sorrise tristemente.
-Quanto vorrei fosse possibile- rispose, lasciandogli un lungo bacio sulla guancia.
A malincuore sciolse l'abbraccio per spegnere definitivamente la sveglia: non potevano più permettersi di stare a letto.
-Coraggio- disse Mika, allungando una mano e scompigliando i capelli lisci e biondi di Andy.
Il ragazzo sbuffò ma poi si alzò dal letto, iniziando a raccogliere i suoi vestiti da terra, dove erano finiti la sera precedente.
***
Mika parcheggiò all'aeroporto e spense la macchina, per poi sospirare.
Andy fissava insistentemente fuori dal finestrino, con sguardo perso.
Il riccio allungò una mano, appoggiandola sopra quella di Andy.
-Andiamo?- disse sottovoce, quasi come se non volesse farsi sentire.
Andy girò il viso, incatenando gli occhi castani e profondi del ragazzo ai suoi.
Si sporse verso di lui e raggiunse le labbra di Mika, in un bacio che riuscì a trasmettere al riccio tutto quello che Andy provava per lui. Una mano di Andy si posò, come sempre, tra i riccioli di Mika, mentre le loro labbra si muovevano all'unisono, facendo accarezzare le loro lingue.
Fu un bacio lungo e quando Andy allontanò le labbra, restando comunque con il volto vicino a quello di Mika, il riccio sentì il suo cuore battere più veloce del normale e la sua respirazione notevolmente accelerata.
-Questo in aeroporto non si potrà fare- sussurrò Andy, tornando a far combaciare ancora le loro labbra, mentre Mika gli prendeva il volto tra le mani, accarezzandolo.
Si scambiarono un ultimo leggero bacio a fior di labbra, per poi scendere dalla macchina.
Andy aprì la portiera, ma Mika si sporse verso i sedili posteriori.
Sotto lo sguardo curioso del biondo, il ragazzo prese una sciarpa nera e un cappellino; prima che infilasse il cappello, Andy allungò una mano verso di lui e gli scompigliò i capelli.
-Andy!- esclamò Mika, con il solito tono di voce lamentoso.
-Dai, non lamentarti, stai comunque per farli sparire sotto quel cappello!- e così dicendo scese dalla macchina.
Mika sorrise di fronte allo sguardo compiaciuto di Andy, poi si infilò il cappellino e tirò su la sciarpa fin sopra il naso, per poi alzare anche il cappuccio della giacca.
-Allora.. ciao. E grazie per avermi accompagnato- disse Andy, voltandosi verso di lui, poco prima di salire sull'aereo.
Mika sospirò.
-Fai buon viaggio. E buon lavoro. Ciao- aggiunse alla fine, sussurrando.
Andy si guardò in giro e poi guardò Mika: c'era pieno di gente, ma il ragazzo, incappucciato in quel modo, era irriconoscibile.
Si avvicinò quindi a lui e lo strinse in un forte abbraccio, proprio nel momento in cui una voce annunciava l'ultima chiamata per il suo volo.
-Ci sentiamo- disse il biondo, allontanandosi da lui.
-Ci sentiamo- rispose a sua volta Mika, mentre lo osservava entrare nell'aereo.
Le porte si chiusero subito dietro Andy.
Incapace di stare in quel posto ancora per molto, Mika si voltò e raggiunse velocemente l'uscita dell'aeroporto e poi la sua macchina.
Tolse il cappuccio e anche il cappello e infilò le chiavi, mettendo in moto.
Era stato così strano, così insolito.
Forse perché non si trattava di una settimana, come le volte precedenti, ma di due mesi. Forse perché era abituato a partire lui e Londra senza Andy lo spaventava di più.
Tuttavia però, pensò che Andy stava andando a fare quello che aveva sempre voluto fare, in più in Grecia; era felice per questo ed era orgoglioso di lui.
Avevano scelto due lavori per cui restare a Londra era praticamente impossibile, ma come aveva detto ad Andy, ce l'avrebbero fatta.
Mika iniziò a guidare per le vie di Londra, ma a metà strada decise di non avere voglia di tornare a casa sua, da solo.
Così al semaforo, invece di svoltare a destra, proseguì dritto verso la casa dei suoi genitori.

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