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Prendere coscienza dei propri sentimenti è la parte più difficile, soprattutto quando fai di tutto pur di proteggerti da ciò che un giorno ti ferirà

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Prendere coscienza dei propri sentimenti è la parte più difficile, soprattutto quando fai di tutto pur di proteggerti da ciò che un giorno ti ferirà.

Ero arrivata qualche minuto in ritardo all'indirizzo che mi aveva mandato Arthur per messaggio. Mi fermai davanti l'entrata leggendo la grande insegna con uno stile appariscente. Lettere grandi che emanavano forza, tale da esprimere lo sport principale praticato all'interno di quelle mura: pugilato. Il nome della palestra era l'incrocio di due parole: student e boxing, dalle quali avevano ricavato StuBox. Ero certo che colui che aveva dato il nome al suo locale non aveva certo una gran fantasia, ma senz'altro avrebbe attratto tutti gli studenti della Stanford, grazie anche al nome e agli sconti che facevano, che agevolavano la retta. Entrai con coraggio, e percorsi quel piccolo corridoio in discesa, verso la reception. Arricciai il naso appena sentii il pungente odore di sudore.

Mi avvicinai al banchetto della reception, accolta da un ragazzo da una carnagione così scura da far invidia.

"Carissima, come posso aiutarti?"

La sua voce acuta catturò del tutto la mia attenzione. Gli dedicati il mio sguardo, sul suo corpo scolpito e segnato da piccoli e delicati segni neri sulla sua pelle.

"Dovrei fare una prova di box, Arthur ha insistito che provassi"

Non ci trovai nulla di male nel dire il nome della stessa persona che mi aveva mandato in quella palestra studentesca. I suoi occhi si fissarono su di me, e le sue labbra socchiuse, mi fecero capire che forse era un dettaglio che sarebbe stato meglio se mi fossi tenuta per me.

"Forse non dovrei dirtelo, ma non mi sembri una che si monta la testa, però"

"Però..."

Lo incitai. Pensavo che mi avrebbe detto che non si era presentato, o piuttosto che si era chiuso dentro uno spogliatoio con qualche ragazza.

"Però sei la prima che porta qui"

Non potevo darlo a vedere. Non potevo mostrare a chiunque passasse che il mio stomaco si era attorcigliato su se stesso. Il mio cuore batteva all'impazzata dentro tutto il mio corpo tamburellando una melodia che mi fece arrossire. Feci spallucce, consapevole che se avessi aperto bocca avrei balbettato, incerta su come rispondere.

"Lo capisco"

Mi guardò e sorrise. Si voltò verso il computer digitando sulla testiera qualcosa che non riuscivo a vedere o capire, per tronare a guardarmi. Mi passò da sopra il bancone una tesserina bianca magnetizzata, con inciso il nome StuBox per poter passare ai rulli che bloccavano l'entrata.

"Corri, ma non correre da lui"

Compresi le sue parole. Non avrei dovuto dargliela vinta.

Ma che stai pensando?

Mi passai la mano tra i capelli sciolti, e li portai indietro. Feci un respiro profondo per cacciare via dalla mente l'idea di un possibile flirt con Arthur. Passai la tesserina e i rulli mi diedero il lasciapassare. Fui accolta dalla musica hardcore che dava la giusta carica. Mi guardai intorno, e osservai i diversi attrezzi. Non sapevo neanche come si usavano. Mi sentivo fuori posto. Fossilizzai il mio sguardo un ragazzo, un po' troppo più muscoloso, si ammirava allo specchio mentre sollevava dei pesi.

Le promesse del CuoreWhere stories live. Discover now