Capitolo 3

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Harry si svegliò alla vista della fioca luce che filtrava obliqua attraverso la stanza. Disorientato, cercò di mettersi a sedere solo per rendersi conto che non poteva. Il panico lo attraversò insieme al dolore nella parte posteriore della testa. Chiaramente non era più nella cabina a bordo della nave, ma ora legato con una corda all'interno di un barile di qualche tipo che veniva trasportato lungo la strada.

Cercò di gridare solo per trovare un pezzetto di tessuto disgustoso sulla sua lingua che gli scivolò più in profondità nella bocca al tentativo. Fu allora che sentì delle voci.

"Dove diavolo siamo, allora?" chiese una voce ruvida.

"Non lo so esattamente, ma non siamo neanche lontanamente vicini dove quelle autorità potrebbero rintracciarci!" rispose un altro.

"Come fai a sapere se non sai dove siamo?"

"Tira fuori quella mappa e scoprilo."

"Preferirei che ci fermassimo a dare un'occhiata alla merce che abbiamo laggiù. Non pensi che l'abbia ucciso io, vero? Non ho sentito niente laggiù."

"No. È solo legato come un tacchino. E non abbiamo tempo per fermarci quando le autorità potrebbero darci la caccia."

"Pensavo avessi detto che non eravamo vicini a loro!"

"Beh, non so dove siamo, vero? Ma non possiamo essere così lontani. Vedo ancora il mare, no?"

Harry poi notò l'odore di sale dell'oceano e il suono della risacca che batteva sulla riva.

"Continuo a pensare che dovremmo fermarci a dare un'occhiata a quell'omega. Prenderne un assaggio, eh."

Il cuore di Harry martellava nelle sue orecchie, più forte ora dello schianto delle onde.

"Vuoi smetterla con questo, Carl? Ho appena detto che dobbiamo allontanarci di più!"

"Attenti a quel solco sulla strada..."

L'urto scagliò violentemente il barile contro il lato del carro, colpendo Harry in pieno sulla ferita precedente, e con quel dolore acuto, l'oscurità lo colse ancora una volta.

"Non ho tempo per quello. Se volevi andare a letto con l'omega, avresti dovuto farlo prima." Questa volta Harry si svegliò con una terza voce che suonava molto più giovane, ma autorevole.

"Te l'ho appena detto! Non volevamo essere beccati da nessuna autorità!"

Con una spinta improvvisa, Harry fu scaricato senza tante cerimonie sulla sabbia. Finalmente in grado di raddrizzare le gambe, provò un'ondata di sollievo per la capacità di farlo. Il sollievo non durò perché il colpo alla testa gli aveva reso la vista un po' offuscata. Chiuse gli occhi per cercare di rimediare alle vertigini.

"Ho il cuore spezzato," disse la voce più giovane, la sua voce dura. "Se sei stato abbastanza stupido da essere pedinato dalla legge, faresti meglio ad andare. Adesso vai a mettere l'omega nella barca."

Harry sentì le braccia che lo tiravano in piedi, anche se non riusciva a reggersi bene da solo.

"Non mi ci vorrà molto con lui!" Harry riconobbe questa voce come quella chiamata Carl dal carro.

"Lo so. Probabilmente circa sedici secondi dal tuo aspetto," sogghignò la voce più giovane. "Ho già aspettato ore per voi idioti. Non ho sedici secondi in più."

Il secondo uomo dal carro afferrò l'altro braccio di Harry, aiutandolo a trascinarlo verso una piccola barca.

"Non è stato facile salire su quella nave!" Carlo ha insistito. "Ci vuole tempo per superare le guardie. Poi abbiamo dovuto trovare i documenti, e poi l'omega era lì dentro e non ci è stato detto niente!"

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⏰ Last updated: Feb 27, 2023 ⏰

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